Marco Tortorella, legale di Consulcesi: “Negli ultimi 20 anni lo strumento del ricorso alla giustizia amministrativa ha permesso a decine di migliaia di studenti, esclusi ai test di selezione alla Facoltà di Medicina, di iscriversi ai corsi, di studiare, di fare gli esami e infine di laurearsi. L’esperienza indica che gli studenti entrati con il ricorso, forse anche perché più motivati, sono tra coloro che possono vantare un ottimo percorso accademico”.
Roma, 14 ottobre 2022 – Buone notizie per l’esercito di esclusi al Test di Medicina: non tutto è infatti perduto. Il sogno di diventare un medico può continuare presentando un formale ricorso nei confronti del ministero dell’Istruzione e degli atenei coinvolti. In questo modo è possibile iscriversi a Medicina con “riserva” e iniziare il proprio percorso formativo come i candidati che hanno superato la prova d’ingresso. In presenza di irregolarità accertate o anche semplicemente dimostrando di essere idonei alla Facoltà di Medicina, seguendo i corsi e sostenendo gli esami, è possibile alla fine riuscire a ottenere l’iscrizione a tutti gli effetti alla facoltà desiderata. A spiegare il funzionamento di quella che possiamo definire l’ “ultima spiaggia” per gli studenti che sono convinti di esser stati ingiustamente esclusi ai test d’ingresso è stato l’avvocato Marco Tortorella, legale Consulcesi, in un webinar intitolato “Test Medicina e ora che succede?” che in pochi giorni ha già oltre 10mila visualizzazioni.
“Negli ultimi 20 anni lo strumento del ricorso alla giustizia amministrativa ha permesso a decine di migliaia di studenti, esclusi ai test di selezione alla Facoltà di Medicina, di iscriversi ai corsi, di studiare, di fare gli esami e infine di laurearsi”, riferisce l’avvocato Tortorella. “La nostra esperienza – continua – indica che gli studenti entrati con il ricorso, forse anche perché più motivati, sono tra coloro che possono vantare un ottimo percorso accademico. Segno, questo, che il sistema del Numero Chiuso attualmente in vigore in Italia non è adatto a selezionare gli studenti più meritevoli”.
Già nel 2018-2019, una sentenza del Consiglio di Stato aveva evidenziato le prime falle del Numero Chiuso. “In particolare, il Consiglio di Stato ha ritenuto inadatto l’utilizzo della capacità ricettiva degli atenei, cioè quanti studenti possono accogliere nelle loro facoltà, come unico parametro per stabilire i posti disponibili nelle varie facoltà di Medicina. In quell’occasione il Consiglio di Stato ha evidenziato la necessità di considerare nella scelta del numero dei posti anche il fabbisogno nazionale”. L’anno seguente i posti disponibili sono aumentati di 1500. “Come se magicamente gli atenei avessero scoperto di avere più posti da un anno all’altro”, ironizza Tortorella. Questa sentenza, inoltre, è importante perché ha consolidato le posizioni di quanti si erano iscritti con riserva, che hanno così potuto continuare a frequentare i corsi e a sostenere gli esami. “Gli studenti ricorrenti – continua il legale – hanno dimostrato di essere idonei perché sono andati avanti con successo con il loro percorso accademico”, precisa Tortorella. È invece recente, precisamente di qualche settimana fa, l’ultimo provvedimento del Consiglio di Stato con il quale è stato accolto il ricorso di alcuni studenti, iscritti con riserva, e che ora sono a tutti gli effetti studenti di Medicina.
Dopo i test di Medicina di quest’anno, in base alle numerose segnalazioni pervenute a Consulcesi, si prevede un numero record di ricorsi. “In questa fase stiamo valutando le numerose segnalazioni che provengono dai candidati che hanno partecipato e che sono stati esclusi”, riferisce Tortorella. “Le segnalazioni riguardano diverse irregolarità, come ad esempio domande e risposte sbagliate o il mancato controllo sull’accesso di dispositivi durante la prova, e le stiamo verificando a una a una per cercare di capire quali di queste potranno essere oggetto di un ricorso davanti all’autorità amministrativa”, aggiunge.
Il consiglio del legale è quello di non aspettare troppo tempo. “Il ricorso si avvia dando mandato all’avvocato che poi agisce nei confronti del ministero e degli atenei”, spiega Tortorella. “Attraverso un’istanza cautelare in tempi ragionevolmente brevi, nel giro di 2-3 mesi, si può ottenere l’iscrizione con riserva. Ma è importante – sottolinea – mantenere la conferma della graduatoria, un onere che abbiamo contestato ma che c’è e che va assolto periodicamente. Nel frattempo, ci si può iscrivere ad altre facoltà, magari affini a quella di Medicina in previsione di un futuro riconoscimento dei crediti. Qualora si riuscisse a ottenere l’ordinanza cautelare – conclude – il consiglio è quello di fare del proprio meglio per dimostrare e confermare la propria idoneità e consolidare in questo modo la propria posizione”.