A scuola si impara a condividere: progetto Street Child

La condivisione si impara a scuola. Alle bambine e ai bambini della remota comunità di Fahn Jack in Liberia era quasi negato l’accesso all’istruzione primaria. Sei miglia al giorno (quasi 10 chilometri) da percorrere a piedi per raggiungere la scuola più vicina scoraggiavano la maggior parte degli abitanti locali, che presentavano infatti un tasso di assenteismo scolastico altissimo. La Liberia, attesta Azione contro la fame, ha sofferto molto durante la guerra civile di 14 anni che ha lacerato il paese. Nonostante la fine formale delle ostilità con l’accordo di pace di Accra del 2003, gli effetti di questo conflitto prolungato e devastante possono ancora essere visti oggi, mentre i liberiani affrontano un’eredità di infrastrutture distrutte, indigenza diffusa, condizioni di vita molto povere. Uno dei paesi più poveri del mondo, l’83,8% della popolazione della Liberia vive al di sotto della soglia di povertà (1,25 dollari al giorno) e il 94% dei lavoratori sono poveri (vivono con meno di due dollari al giorno). A causa della bassa produzione agricola e dei bassi redditi delle famiglie, la Liberia ha sofferto di insicurezza alimentare cronica dalla guerra civile. Anche i sistemi sanitari stanno faticando a riprendersi. E l’epidemia di Ebola del 2014 ha dimostrato che il sistema era ancora troppo debole. La malnutrizione cronica al 32% è tra le più alte al mondo. Infine, un calo dei finanziamenti ha ridotto le risorse delle Ong, rallentando la ripresa del paese.
Iniziativa benefica
Street Child Italia e Fondazione Consulcesi hanno inaugurato la prima scuola nella comunità di Fahn Jack.
Grazie al progetto ”Una scuola in Liberia” che rappresenta un passo fondamentale verso il miglioramento dell’istruzione per i bambini e il futuro della Liberia. Il nuovo edificio scolastico offre ben tre aule, un ufficio,
un magazzino, una fontana d’acqua e tre bagni. La scuola è situata vicino alla città di Kakata, più precisamente nella comunità di Fahn Jack, circa un’ora dalla capitale Monrovia. Questa comunità rurale non ha mai ricevuto i fondi necessari per costruire un edificio scolastico nel proprio territorio, per questo motivo l’intervento di Street Child Italia e Fondazione Consulcesi è stato fondamentale. “In un mondo in cui ancora troppi bambini sono privati del diritto all’istruzione, la collaborazione è fondamentale: Street Child Italia e Fondazione Consulcesi dimostrano con questo progetto che è possibile fare la differenza. Unendo le forze e mettendo al centro i bisogni dei bambini”, ha commentato Roberta Giassetti, Direttrice di Street Child Italia.
Scuola di pace
“Siamo convinti che ancor più del contrasto alla povertà, il sostegno all’educazione sia un investimento sul futuro, capace di cambiare un popolo dalle radici e piantare i semi della democrazia e della pace”, ha commentato Simone Colombati, presidente della Fondazione Consulcesi. E così gli abitanti di Fahn Jack e dei villaggi vicini hanno iniziato ad arrivare. Tra loro, molti bambini in età scolare, genitori e anziani, tutti uniti dall’entusiasmo per questa nuova opportunità educativa. All’arrivo degli ospiti di Street Child e del ministro dell’Istruzione della Liberia, i bambini erano già impegnati in sessioni di apprendimento. Intorno al cortile della scuola, i genitori hanno celebrato il progetto con canti e strumenti tradizionali. La presenza di più di settanta bambini in età scolare e di numerosi residenti ha reso l’evento ancora più speciale. Un insegnante ha evidenziato che molti bambini che non frequentavano la scuola nei villaggi vicini si iscriveranno nel prossimo anno accademico. La cerimonia ufficiale è iniziata con la consegna delle chiavi della scuola. Andrew G. Tehmeh Direttore dei Lavori di costruzione Street Child Of Liberia ha consegnato
formalmente l’edificio al rappresentante dell’istruzione della Contea di Margibi Gayflor Mulbah. Mulbah ha poi consegnato le strutture all’autorità locale, rappresentata dal Capo Generale del Villaggio, che infine le ha affidate al capo della comunità di Fahn Jack.
Impatto sulla comunità
Lo scorso gennaio Street Child of Liberia ha iniziato la costruzione di un edificio scolastico con tre aule e uno spazio per ufficio, grazie al finanziamento della Fondazione Consulcesi. All’inizio del progetto è seguita una intensa attività di sgombero del sito, rimozione di massi e piante, scavi e completamento della
sovrastruttura. La squadra di Street Child of Liberia ha effettuato visite settimanali di monitoraggio e supervisione della costruzione, coinvolgendo attivamente i membri della comunità nella fornitura di materiali locali. Nel frattempo, gli insegnanti hanno iniziato la formazione con la metodologia “Teaching at the Right Level”, che si concentra sui bisogni specifici di apprendimento dei bambini. Un’interessante opportunità è nata durante il progetto. Il governo tedesco ha finanziato le “soft activities” (trasporto e
istruzione degli insegnanti, consegna di school kits) delle scuole costruite in Liberia dal network globale di Street Child. Ciò ha permesso alla Fondazione Consulcesi di concentrarsi sulle “hard activities” (costruzione dell’edificio scolastico e servizi sanitari). Questo contributo ha avuto un impatto significativo non solo per gli studenti ma anche per l’intera comunità.
Sos Liberia
Intanto nel 2023, altri sei milioni di bambini sono precipitati nel baratro della fame nei dieci principali Paesi che stanno affrontando le peggiori crisi alimentari, con un aumento del 32% rispetto al 2022, secondo una nuova analisi di Save the Children. Da gennaio infatti, 5,8 milioni di bambini in più – circa 16.000 bambini al giorno – sono stati colpiti da malnutrizione cronica in Sudan, Somalia, Burundi, Gibuti, Gambia, Haiti, Libano, Liberia, Senegal e Malawi. Ciò è quanto risulta in base ai dati dell’Ipc, il sistema di classificazione integrata delle fasi della sicurezza alimentare. In totale, sono quindi circa 24 milioni i bambini stanno soffrendo la fame in questi Paesi. La Missione delle Nazioni Unite in Liberia (UNMIL dall’inglese United Nations Mission in Liberia) è stata una missione di peacekeeping. Conl‘obiettivo di monitorare l’accordo di cessate il fuoco in Liberia in seguito alle dimissioni del presidente Charles Taylor e alla conclusione della seconda guerra civile . È il più piccolo degli stati indipendenti dell’Africa, e deve il nome alle sue origini e alle prime vicende della sua storia, di cui sarà detto più avanti. Confini. Il territorio della Liberia è compreso fra il possedimento inglese di Sierra Leone a nord-ovest, la Guinea Francese a nord-est. La Liberia è una Repubblica presidenziale; l’attuale presidente è Joseph Boakai, in carica dal 22 gennaio 2024. È uno dei pochi Stati che concede la propria cittadinanza in base alle origini etniche. La Liberia, la più antica repubblica africana, offre al visitatore montagne da scalare, città da esplorare, ampie spiagge sabbiose e parchi nazionali popolati da alcuni degli animali più  significativi del continente.

Massimo Tortorella

Endometriosi: Una Patologia Femminile Sotto- Diagnosticata

L’endometriosi emerge come una patologia sotto-diagnosticata, con ritardi nella diagnosi che si estendono dai 7 ai 12 anni dalla comparsa dei primi sintomi. Questa patologia, tipicamente femminile e cronica, è caratterizzata da un’alta invalidità e impatta significativamente sulla qualità della vita delle donne. In Italia, colpisce ben 3 milioni di donne, costituendo il 10% di quelle in età fertile.
Il Ritardo Diagnostico
Il percorso diagnostico dell’endometriosi rimane lungo a causa di una scarsa conoscenza della malattia, soprattutto tra i professionisti della salute. Questi ritardi possono portare a quadri clinici anche severi, aggravando ulteriormente l’impatto della malattia. Secondo Alessandro Cavaliere, medico specialista in
Ginecologia e Ostetricia, solo una diagnosi precoce può rappresentare un’arma efficace contro l’endometriosi.
Corsi Ecm per una Formazione Aggiornata
Per colmare il gap nella formazione medica sulle patologie dell’apparato riproduttivo femminile e sulla medicina di genere, in occasione del mese dedicato alla prevenzione e alla consapevolezza dell’endometriosi, Consulcesi ha proposto due corsi Ecm dedicati, in formato multimediale.
Approfondimenti sui Corsi Ecm
Questi corsi offrono una panoramica generale e completa sull’endometriosi, includendo il ruolo dell’alimentazione e della gestione della patologia da un punto di vista nutrizionale ed integrativo. Inoltre, vengono approfondite tematiche specifiche come l’endometriosi ovarica e il legame tra endometriosi e
fertilità.
Importanza dell’Alimentazione
Secondo Serena Missori, endocrinologa e nutrizionista, sempre più evidenze scientifiche dimostrano l’importanza della dieta nel contrasto all’endometriosi. Il corso ‘Gusto è Salute. La dieta giusta per l’endometriosi’ si propone di approfondire nutrienti e integratori utili nella gestione della patologia, fornendo informazioni su alimenti benefici e quelli da evitare.
Alimenti Benefici
Tra gli alimenti “sì”, vengono presentati il potenziale benefico di cibi meno noti, come curcuma, agnocasto e lampone rosso, oltre a cibi già conosciuti per i loro benefici, come verdure, cereali integrali, legumi e frutta.
Conclusione sulla Endometriosi come Patologia Sotto-Diagnosticata.

In conclusione, la diagnosi precoce e una formazione aggiornata dei professionisti della salute, soprattutto in campo ginecologico, sono cruciali nel contrastare l’endometriosi e migliorare la qualità della vita delle donne affette da questa patologia.
FAQ – Endometriosi la Patologia Sotto-Diagnosticata
Quali sono i sintomi dell’endometriosi? I sintomi possono includere dolori pelvici intensi durante il ciclo mestruale, dolori durante i rapporti sessuali, dolori lombari, sanguinamenti anomali e problemi di fertilità.
Qual è il trattamento per l’endometriosi? Il trattamento può includere terapie farmacologiche per il controllo del dolore, terapie ormonali per ridurre la crescita del tessuto endometriale, interventi chirurgici per rimuovere il tessuto endometriale e trattamenti per la fertilità.
Quali sono le possibili cause dell’endometriosi? Le cause esatte dell’endometriosi non sono ancora completamente comprese, ma si pensa che possano essere influenzate da fattori genetici, ormonali, immunologici ed ambientali.
Come posso prevenire l’endometriosi? Non esiste una prevenzione definitiva per l’endometriosi, ma mantenere uno stile di vita sano, con una dieta equilibrata e regolare attività fisica, può contribuire al benessere generale e potenzialmente ridurre il rischio di sviluppare la malattia.

Massimo Tortorella

Sanità, Consulcesi: “Contro aggressioni guida pratica per disinnescare violenza”

Un’altra estate da incubo per medici e professionisti sanitari: un’escalation di aggressioni segnalate ai loro danni e riportate nelle cronache più recenti. Le ultime due rivolte contro due dottoresse in Puglia: una nel Salento e una nel tarantino; entrambe si sono dimesse per accendere una luce sul tema dell’incolumità dei sanitari durante l’esercizio del proprio lavoro. Professionisti che lavorano spesso anche su doppi turni per supplire alla carenza di personale e rinunciano alle ferie e al riposo, specie nella stagione estiva. La situazione è talmente grave che il presidente dell’Ordine dei Medici (Fnomceo) Filippo Anelli, ha minacciato dimissioni di massa dei medici italiani per protestare contro le aggressioni.
Andando incontro alla necessità dei professionisti della salute di conoscere i propri diritti e gli step da percorrere Consulcesi Club – riporta una nota – si propone come supporto strategico: non solo legale, ma anche formativo. In una innovativa versione eBook scaricabile, è stata realizzata una guida redatta in
collaborazione con la psichiatra Marina Cannavò, su come gestire il pericolo di aggressioni nei reparti più difficili, come Pronto soccorso, Medicina d’urgenza e psichiatria. Inoltre, una originale serie video ‘Dal legalese all’italiano’ con un episodio dedicato a come gestire un’aggressione subita da sanitario e gli step
legali da affrontare, spiegati in maniera semplice dagli avvocati del network Consulcesi Club.
Secondo stime recenti – si legge – il 40% dei lavoratori in ambito sanitario ha dichiarato di aver subito un’aggressione, con il 9% di essi che ha riportato conseguenze fisiche o psichiche. Le vittime di violenza sono donne nel 71% dei casi. Gli infermieri e gli operatori sociosanitari registrano il maggior numero di
infortuni, sia per la componente femminile (con incidenze rispettivamente del 25% e 31%) che per quella maschile (39% e 19%). Molte delle vittime sono professioniste donne di età compresa tra 51 e 60 anni e lavorano come operatore sociosanitario o infermiere in strutture ospedaliere o in Rsa, prevalentemente in
ambito psichiatrico o dell’emergenza/urgenza. Anche gli educatori professionali sono le figure professionali maggiormente oggetto di episodi di violenza. Seguono, con il 29% dei casi, gli operatori sociosanitari delle professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali e, con il 16%, le professioni qualificate nei servizi personali e assimilati.

La guida di Consulcesi Club ‘Aggressioni ai Sanitari, come gestire l’emergenza nei reparti difficili’ fornisce una fotografia dettagliata dello stato dell’arte e consigli pratici per la prevenzione nei reparti più a rischio (Pronto soccorso, Emergenza/Urgenza, Psichiatria) e la gestione del trauma post-aggressione. Per
riconoscere e gestire le aggressioni – riferisce la nota – infatti, è fondamentale formare il personale sanitario sulle tecniche di de-escalation, comunicazione assertiva e gestione dei conflitti. Intercettare i segni prodromici, come la rabbia controllata, gesti minacciosi e posture aggressive, è essenziale per prevenire l’escalation. Durante un’aggressione, è cruciale mantenere la calma, utilizzare tecniche verbali di de-escalation e, se necessario, allontanarsi rapidamente e chiedere aiuto per garantire la sicurezza propria e degli altri presenti.
Oltre alla guida, Consulcesi Club mette a disposizione dei suoi membri la serie video ‘Dal legalese all’italiano’, un format innovativo che rende accessibili e comprensibili le questioni legali più complesse.
Nell’episodio “Le aggressioni al personale sanitario”, l’avvocato offre una panoramica dettagliata delle norme e delle leggi in vigore, spiegando le tutele penali e risarcitorie disponibili per le vittime. Questo episodio rappresenta un’importante risorsa per i professionisti, che li aiuta comprendere i loro diritti e a sapere come agire in caso di aggressione.
“Il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario è in costante crescita, e il legislatore ha risposto con provvedimenti mirati ad ampliare le tutele e inasprire le pene – spiega il team legale di Consulcesi Club – Il nostro obiettivo è quello di fornire ai professionisti della sanità gli strumenti necessari per difendersi, sia in
termini legali che pratici, e di assisterli nell’aggiornamento continuo sulle novità legislative e sulle azioni legali da intraprendere”.

Massimo Tortorella

Sanità, da Consulcesi aggiornamento smart da fare sotto l’ombrellone

Oltre il 70% dei professionisti sanitari si dedica alla propria formazione obbligatoria durante il tempo libero: pur se compresa nei doveri professionali, infatti, difficilmente si riesce ad effettuarla durante l’orario di lavoro. Nonostante questo, l’aggiornamento continuo non deve essere un sacrificio e le vacanze estive possono rivelarsi un periodo molto utile per portare a termine i 50 crediti Ecm del 2024. Per questo motivo, Consulcesi Club consiglia 5 eBook formativi del suo catalogo, scaricabili e di facile consultazione, che porteranno i professionisti sanitari a raggiungere i propri crediti senza dover rinunciare al riposo estivo.
Basterà scaricarli dalla piattaforma Club, portarli con sé e leggerli sotto l’ombrellone; poi, quando si avrà modo, si potrà effettuare il test di conferma delle conoscenze per ottenere i crediti direttamente sul sito Cogeaps.
Dalla pandemia in poi – riferisce una nota – la fruizione della formazione per i professionisti sanitari è cambiata radicalmente. I formati ‘smart’ si sono fatti largo nelle vite lavorative di professionisti che desiderano sempre più dedicare tempo di qualità al proprio aggiornamento, senza rinunciare alla loro vita
personale. Già nel triennio formativo 2020-2022, secondo i dati di Formazione nella Sanità, si è registrato un vero e proprio boom della modalità di fruizione a distanza (Fad) dei corsi formativi, quintuplicata rispetto ai due trienni precedenti.
Sono state 10 milioni le partecipazioni ad eventi Fad a fronte di circa 56 mila corsi erogati. In confronto – si legge – gli eventi residenziali sono stati 126.600 con un totale di partecipazioni che si attesta a 2 milioni e 340 mila. “I professionisti hanno bisogno di una qualità della vita per mettere in pratica qualità nel lavoro –
dichiara il presidente Cogeaps, Roberto Monaco – I turni di lavoro sono massacranti e ci sono sempre meno professionisti nel Sistema Sanitario nazionale, il tempo per la formazione deve essere gestito con attenzione”.

Consulcesi Club si è mossa per restare al passo con le esigenze dei professionisti della Salute – dettaglia la nota – integrando il suo catalogo corsi con modelli di formazione digitali in vari formati: film formazione, interattivo, multimediale, simulazione, eBook e webinar. Il formato eBook, tra questi, permette di portare
l’aggiornamento con sé su smartphone, tablet e pc; consultare a più riprese il contenuto formativo e, quando si è pronti, di effettuare il test in totale autonomia. Conseguire i 50 Ecm dell’anno in estate non è mai stato così facile.

I 5 eBook selezionati da Consulcesi Club spaziano tra tematiche diverse con contenuti di alto rilievo medico-scientifico. 1. Guida pratica al Covid-19 per le professioni sanitarie – 27 Ecm; con un nuovo aumento estivo dei casi di Covid-19, questo corso realizzato in partnership con Simedet fornisce linee guida e protocolli per un approccio multidisciplinare e multi-professionale alla gestione dei nuovi casi; 2. Antistress teoria e pratica – 6 Ecm: il corso fornisce le competenze tecnico-pratiche per gestire lo stress, riconoscerne le tipologie ed elaborare una strategia di gestione a lungo termine; 3. Anuptafobia, la paura di rimanere soli – 10,5 Ecm: tra i più grandi timori del nostro secolo, questo corso affronta l’anuptafobia con approccio psicologico volto al riconoscere i sintomi e operare un trattamento.
E ancora: 4. Antiaging diagnostica e strategie alimentari e integrative – 4 Ecm; il corso fornisce gli strumenti di diagnostica dell’aging e le strategie alimentari e integrative per gestire la problematica. 5. Sorridere alla vita: la terapia del sorriso nei contesti di cura – 3 Ecm. In questo corso si affronta il tema spinoso della gestione del paziente, che spesso passa proprio da un trattamento umano e comprensivo, volto alla positività.

Massimo Tortorella

Emergenza Dengue: 10 raccomandazioni per viaggiare sicuri dal Prof. Andreoni (SIMIT) con Consulcesi Club

Oltre 3 milioni di casi segnalati in Brasile: la febbre Dengue rappresenta una sfida globale per la salute pubblica. Con l’obiettivo di preparare i sanitari a gestire ed isolare un’eventuale emergenza nasce il corso “Febbre Dengue: facciamo chiarezza” (1.5 ECM), fruibile in modalità a distanza e disponibile gratuitamente con la sola registrazione a Consulcesi Club
Allarme Dengue, cresce la preoccupazione anche in Italia: si contano 24 nuove infezioni in 1 mese. Lo riporta l’ultimo bollettino dell’Istituto Superiore di Sanità. Nel mirino, l’epidemia record in Sudamerica:
oltre 3 milioni di casi dall’inizio di quest’anno, come riferisce l’Organizzazione mondiale della sanità. Da inizio 2024, sono 283 i casi confermati di Dengue segnalati all’ISS in Italia, con un picco tra i mesi di febbraio e aprile, tutti associati a viaggi all’estero.
Con l’obiettivo di formare i professionisti sanitari e permettere loro di informare la popolazione generale su questo virus emergente, è nato il corso “Febbre Dengue: facciamo chiarezza” (1.5 ECM), tenuto dal Prof. Massimo Andreoni (SIMIT) e organizzato da Consulcesi Club. Il Corso di formazione continua in medicina, fruibile in modalità a distanza e disponibile gratuitamente con la sola registrazione a Consulcesi Club, offre un approfondimento sulle implicazioni epidemiologiche, diagnostiche e gestionali della Dengue nel contesto italiano. È il primo corso in Italia registrato all’Agenas a trattare specificatamente il tema della
Dengue.

La febbre Dengue: cos’è
La febbre Dengue è una malattia infettiva diffusa dalla zanzara Aedes. Le manifestazioni del virus includono: febbre alta, mal di testa con dolore attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, e in alcuni casi un esantema diffuso che compare dopo 3-4 giorni dall’insorgenza della febbre. Di recente è stata segnalata una grande epidemia in Sudamerica ed in particolare Brasile e Argentina. La maggior parte dei casi si manifesta con una lieve malattia, simile a un’influenza. Il 5% dei pazienti è colpito da una forma più acuta, che può provocare complicazioni gravi con danni alle funzioni vitali degli organi, fino alla morte. La sua diffusione è preoccupante anche in paesi come
l’Italia, dove – pur se assente la zanzara Aedes – la presenza della zanzara tigre aumenta il rischio di trasmissione locale, in quanto anche quest’ultima può fungere da vettore. Nel 2023, infatti, i casi autoctoni di Dengue in Italia sono stati 82.
Dieci raccomandazioni per affrontare l’epidemia
Nel corso ECM di Consulcesi Club, il prof. Andreoni ha condiviso preziosi consigli per i viaggiatori e coloro che ritornano da zone a rischio di febbre Dengue. L’esperto ha anche dato delle raccomandazioni rivolte alle Istituzioni e alle strutture Sanitarie.
Tra queste:
Vaccinazione: quando si viaggia in zone ad alta endemia come il Brasile per lavoro, la vaccinazione è raccomandata come prima indicazione. Per soggiorni brevi, sono consigliati repellenti cutanei, abbigliamento protettivo e altre misure cautelative per ridurre il rischio di punture di zanzare.
Misure preventive per viaggiatori: Avere dei vestiti a manica lunga e con i pantaloni lunghi soprattutto nelle ore in cui le zanzare sono più aggressive, quindi la mattina presto oppure nella tarda serata. I vestiti meglio chiari perché il colore chiaro non è amato dalle zanzare. Usare anche repellenti. Quindi, utilizzare anche sistemi all’interno delle abitazioni contenenti sostanze che a lento rilascio cacciano le zanzare. In sintesi, usare tutta quella serie di interventi finalizzati a ridurre il rischio di essere raggiunti dalle zanzare.
Consigli per chi rientra da zone a rischio: è essenziale essere consapevoli dei sintomi della dengue, quali febbre alta, dolori articolari e rash cutaneo, e consultare immediatamente un medico in caso di manifestazione di tali sintomi entro cinque-sei giorni dal ritorno da viaggi in zone endemiche.
Strategie di prevenzione in Italia: con tutti i casi di dengue attualmente importati, è fondamentale adottare misure di controllo ambientale per prevenire la trasmissione locale della malattia. Questo include l’isolamento dei pazienti infetti, la disinfestazione ambientale e il monitoraggio attivo dei casi.
Monitoraggio attivo dei casi: è essenziale che i medici di medicina generale siano in grado di individuare precocemente i casi di dengue, tenendo comunque presente che il 50% dei soggetti infettati rimangono asintomatici. Un monitoraggio attivo dei sintomi con la segnalazione di viaggi in zone endemiche è fondamentale per prevenire la trasmissione locale della malattia.
Comunicazione medico-paziente: ai primi sintomi sospetti bisogna parlare con il proprio medico curante.
Ricordargli che si è rientrati da un viaggio in una zona in cui c’era endemicamente la dengue. Questo è molto importante, perché oltre a essere curati in maniera tempestiva, riduciamo la diffusione. Infatti, il paziente deve fare attenzione ed evitare di essere punto da una zanzara che può quindi trasmettere la malattia ad altre persone.
Contrastare l’endemicità in Italia: le strategie per prevenire che l’Italia diventi un paese endemico richiedono un approccio complesso e mirato. È fondamentale ridurre al minimo la circolazione delle zanzare attraverso la disinfestazione ambientale e il monitoraggio attivo dei casi di dengue.
Gestione dei pazienti contagiati: quando si identifica un paziente infetto, è cruciale isolare il paziente per prevenire ulteriori punture di zanzara che potrebbero trasmettere la malattia ad altre persone. E’ anche importante bonificare l’ambiente in cui il paziente vive, utilizzando insetticidi per eliminare le zanzare.

Coinvolgimento delle autorità sanitarie: è necessario un coordinamento internazionale stretto tra autorità sanitarie, operatori sanitari e cittadini per implementare efficacemente le misure preventive e di controllo della dengue.
Informazione e sensibilizzazione: infine, è fondamentale educare la popolazione sull’importanza della prevenzione della dengue e sulle misure da adottare per proteggere sé stessi e gli altri dalla malattia. Per informare i pazienti, è necessario innanzitutto formare i medici e i professionisti sanitari.

Massimo Tortorella

Cybercrime, sotto attacco la sanità italiana: nel mirino i dispositivi medici

È quanto emerge dal Threat Intelligence report di Exprivia secondo cui è in netto peggioramento la sicurezza dei device connessi. Per il Politecnico di Milano il 65% degli italiani favorevole alla telemedicina: 93 applicazioni già disponibili
La sanità resta un settore esposto agli incidenti di cybersicurezza: le organizzazioni italiane non proteggono ancora in modo adeguato i dispositivi medicali connessi, come apparecchi per radiografie, risonanze e microscopi, e i dispositivi indossabili per la telemedicina. È quanto si legge nell’ultimo Threat Intelligence report dell’Osservatorio cybersecurity di Exprivia.
Il trend nella sanità contrasta con le rilevazioni generali: nel primo trimestre 2024 gli attacchi informatici in Italia sono diminuiti dell’11% rispetto alla fine dello scorso anno, ma i dispositivi connessi in rete sono aumentati e risultano poco protetti, con particolari falle di sicurezza per quelli utilizzati in ambito medico.
Lo studio ha preso in considerazione 159 fonti aperte tra siti di aziende colpite, siti pubblici di interesse nazionale, agenzie di stampa online, blog e social media.
In particolare, secondo il rapporto stilato dal gruppo Ict pugliese, tra gennaio e marzo i fenomeni di cybercrime sono diminuiti a 559 casi rispetto ai 626 dell’ultimo trimestre del 2023. Il mese di febbraio ha registrato quasi la metà dei casi totali (230). Tuttavia, rispetto allo stesso periodo del 2023, gli attacchi
informatici sono aumentati del 128%, mentre gli incidenti (attacchi andati a buon fine) sono calati del 7% e le violazioni della privacy sono aumentate del 117%. Nello specifico, nei primi tre mesi del 2024, si sono verificati 437 attacchi, 96 incidenti e 26 violazioni della privacy.
Il rapporto evidenzia, inoltre, che il numero di dispositivi Iot connessi in rete in Italia è aumentato del 3% rispetto all’ultimo trimestre del 2023, raggiungendo quasi otto milioni di device. Tuttavia, la sicurezza dei dispositivi medicali intelligenti, come apparecchiature per radiografie e risonanze, microscopi e dispositivi cardiologici per la telemedicina indossabili e connessi, è peggiorata. Al contrario, il livello di sicurezza dei servizi esposti in rete è migliorato nel trimestre analizzato, un dato positivo che rende più difficile per gli
attaccanti comprometterne la reperibilità o la disponibilità, evitando così inefficienze nei sistemi.
Il furto di dati sensibili si riconferma al primo posto tra le principali tipologie di danni causati dagli hacker, rappresentando circa il 56% dei casi totali (311 su 559), sebbene in calo del 14% rispetto alla rilevazione precedente (363 casi). Al secondo posto si trova il pagamento di un riscatto (ransomware), che rappresenta circa il 27% dei casi totali, in flessione del 30% rispetto al trimestre precedente. La terza categoria di danno più comune è stata l’interruzione di servizio, ovvero l’arresto del normale funzionamento della rete, di un’applicazione o di un servizio software, che rappresenta oltre il 7% dei casi.
“Il numero di attacchi e incidenti è sostanzialmente costante dagli ultimi mesi del 2023 e sembra non risentire della contingenza sociale ed economica, così la motivazione principale degli attaccanti resta sempre focalizzata sul furto dei dati e di denaro”, commenta Domenico Raguseo, direttore Cybersecurity di
Exprivia. “È importante osservare il quadro complessivo dell’andamento tra il vecchio e il nuovo anno e non solo, con la preoccupante crescita – del 50% circa – dei fenomeni complessivi, se paragoniamo l’ultimo trimestre dello scorso anno e i primi tre mesi del 2024 con lo stesso periodo tra fine 2022 e inizio 2023”.
I pazienti italiani sono fortemente interessati all’evoluzione digitale della medicina: il 65% sarebbe disposto a utilizzare una terapia digitale (DTx, ovvero soluzioni digitali validate clinicamente per integrare o sostituire le terapie tradizionali) proposta dal medico curante, in particolare se consentisse di migliorare lo stile di vita e lo stato di salute (77%) e di avere maggior consapevolezza della propria patologia (72%), come emerge dalla ricerca dell’Osservatorio Life Science Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, svolta in collaborazione con Alleanza malattie rare, Apmarr, Fand, FederAsma e Onconauti. Ma per i pazienti è fondamentale che risponda alle proprie esigenze specifiche (71%) e migliori la relazione con il
medico curante (70%).
Circa metà dei medici specialisti, coinvolti nella ricerca grazie a Consulcesi Homnya, Amd, Ame, Fadoi e Simfer, e dei medici di medicina generale, coinvolti grazie alla Fimmg, sarebbe disposta a prescrivere una terapia digitale se ne avesse la possibilità, soprattutto se certi che il paziente possegga le competenze
digitali per un corretto utilizzo (72% dei medici specialisti e 69% dei Mmg). Tra i principali benefici riconosciuti dai medici specialisti, emerge la possibilità di avere a disposizione un maggior numero di dati a supporto sia della ricerca clinica (68%) che per prendere decisioni (65%).
Strumenti digitali per il monitoraggio a domicilio del paziente, come sensori, app per la salute e real-world data, l’intelligenza artificiale applicata alla medicina personalizzata e le terapie digitali sono gli ambiti d’innovazione che stanno contribuendo a trasformare il settore Life Science.
“L’ecosistema Life science sta affrontando una trasformazione profonda e in accelerazione, dettata dall’innovazione digitale che offre nuove opportunità, ma pone anche nuove sfide”, spiega Emanuele Lettieri, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Life Science Innovation. “La trasformazione digitale in
atto impone a tutti gli attori dell’ecosistema Life science di monitorare e comprendere i trend emergenti così come i segnali deboli. Le imprese Pharma, Biotech e Medtech devono investire in nuove competenze e nuovi modelli organizzativi per migliorare la loro capacità di catturare il valore generato dall’innovazione digitale, sia potenziando il proprio portafoglio prodotti e servizi sia migliorando l’efficienza nei processi aziendali e nella catena del valore”.
In Italia non esiste ancora una normativa di riferimento specifica. A giugno 2023, però, è stata presentata una proposta di legge che mira a definire ambiti d’uso per le DTx e istituire organi per la valutazione e il monitoraggio delle soluzioni. In un contesto di incertezza, solo il 18% delle aziende dell’offerta ha già avviato sperimentazioni per il mercato italiano e un altro 27% è interessato a farlo. Per 8 aziende dell’offerta su 10 l’assenza di un quadro normativo specifico a livello nazionale rappresenta la principale barriera allo sviluppo. A seguire, per oltre 7 aziende su 10, l’impossibilità di rimborsare le DTx.
“Per favorire la diffusione delle terapie digitali in Italia, una volta che sarà possibile utilizzarle nel nostro Paese, bisognerebbe coinvolgere già ora pazienti e professionisti sanitari”, spiega Chiara Sgarbossa,
Direttrice dell’Osservatorio Life Science Innovation. “È importante avviare sperimentazioni che consentano di comprendere e misurare i benefici e gli impatti sulla salute dei pazienti, sull’attività del medico e sull’intero sistema sanitario, completando le informazioni offerte dagli studi di health technology
assessment (Hta) sulle terapie digitali che continuano a trascurare la valutazione dell’impatto organizzativo, che è effettuata in circa uno studio su dieci”.
“Il concetto di medicina personalizzata è consolidato in letteratura, ma l’effettiva adozione nella pratica clinica, dalla ricerca clinica alla prevenzione, fino alla diagnosi e alla cura, è oggi ancora poco osservabile“, aggiunge Gabriele Dubini, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Life Science Innovation. “Analizzando
le startup che si occupano di medicina personalizzata, emerge che il 58% si concentra sulla cura e, in particolare, allo sviluppo di farmaci innovativi e terapie avanzate, soprattutto per il trattamento di patologie specifiche come oncologia e malattie rare, con investimenti medi a 60 milioni di dollari”.
“L’intelligenza artificiale può supportare e potenziare la medicina personalizzata grazie alla sua capacità di analizzare grandi quantità di dati e di identificare le possibili correlazioni tra dati anche eterogenei”, commenta Alberto Redaelli, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Life Science Innovation. “In
particolare, l’Ai viene sfruttata dal 55% delle startup attive in questo campo, ad esempio accelerando la scoperta di nuovi farmaci e molecole oppure affiancando il professionista sanitario nella presa di decisioni nel processo di cura”.

Massimo Tortorella

Professioni Infermieristiche. Consulcesi lancia Club Infermieri, soluzione personalizzata per un supporto concreto, digitale e smart

Con i grandi cambiamenti che sta attraversando il Ssn, la svolta verso il territorio e la telemedicina che si impone, la professione dell’infermiere va incontro a nuove sfide ed evoluzioni. Per affrontarle con fiducia, Club Infermieri mette a disposizione una soluzione concreta, pratica e smart, anche nel prezzo
Dalla carenza di personale alla mancanza di organizzazione e ai turni logoranti, dal carico di responsabilità agli stipendi ancora sotto la media UE fino al conseguente stress psico-fisico. Sono ancora tante le questioni irrisolte che oggi le Professioni Infermieristiche devono affrontare, in un contesto nazionale che, da una parte, vede un gap di oltre 60.000 unità (Rapporto Crea Sanità) e, dall’altra, certifica che quella degli infermieri è la categoria sanitaria più esposta a rischi sul lavoro (Rapporto Inail 2023).
Al contempo, con gli investimenti del PNRR, è stato finalmente messo in atto quel procedimento di centralizzazione del territorio e dell’assistenza di prossimità che da anni si richiedeva. L’infermiere dovrà svolgere un ruolo fondamentale nella gestione dell’iter assistenziale del paziente, sia nelle Case di comunità
che fuori, integrandosi sempre più nei team multidisciplinari. Si tratta di un’occasione tangibile per trasformare la professione infermieristica, investendo nella specializzazione e nelle nuove competenze.
“Responsabilità, connessione e gestione sono le parole chiave del cambiamento, ma anche le linee guida che hanno portato Consulcesi al lancio di Club Infermieri: una soluzione concreta, pratica e smart, anche nel prezzo, che pone al centro una categoria professionale che rappresenta la spina dorsale del nostro Servizio Sanitario Nazionale. – ha commentato Simona Gori, Responsabile Consulcesi Club – Club Infermieri è una piattaforma digitale, semplice e funzionale, nata proprio con l’obiettivo di supportare gli infermieri a
pianificare e organizzare al meglio, e con maggiore serenità, la propria vita professionale, senza dimenticare quella privata”.
Come? “Attraverso un set di servizi pensati per loro. – spiega Simona Gori – Dalla possibilità di informarsi e aggiornarsi costantemente e in modo semplice e veloce grazie a contenuti innovativi – quali guide, podcast, video, infografiche, e-book -, consultabili e scaricabili in ogni momento, alle risorse pratiche e funzionali –
tool, calcolatori e moduli facsimile – per affrontare e risolvere agilmente e tempestivamente ogni esigenza concreta, professionale e personale”.
E per sentirsi più sicuri al lavoro? Club Infermieri mette a disposizione la Polizza Tutela Legale con la migliore assistenza e difesa, sia stragiudiziale che giudiziale, con la garanzia di rimborso delle spese legali, peritali e processuali. Una protezione a 360 gradi, sicura e conveniente, con massimale annuo illimitato,
nessun anticipo o franchigia e copertura dalla data del sinistro.
Per offrire, invece, un supporto alla valorizzazione della professione infermieristica, c’è Elenco Professionisti Sanitari, il servizio che consente di pubblicare la propria scheda professionale per aumentare la propria
visibilità online, condividere competenze ed esperienza con i colleghi e in ottica interdisciplinare. Uno strumento attraverso il quale è possibile intercettare nuove opportunità professionali.
Club Infermieri non trascura il work-life balance, esplorando aspetti più propriamente legati alla sfera privata con l’obiettivo di offrire soluzioni economicamente vantaggiose. Grazie a convenzioni esclusive, gli
infermieri hanno a disposizione oltre 12.000 codici sconto e coupon per acquisti online convenienti in più di 700 negozi dei più svariati brand: moda, elettronica e informatica, voli, hotel e viaggi, cibo e vino, farmacia e molto altro. In più, convenzioni e vantaggi ad hoc per l’energia elettrica e il gas per la casa e lo studio e per il noleggio auto e veicoli commerciali. Un universo di promozioni per supportare concretamente la vita di una categoria professionale fondamentale per l’intero sistema salute.

Massimo Tortorella

L’Intelligenza artificiale rivoluzionerà la medicina personalizzata entro 5 anni: i dati

Il 65% dei pazienti utilizzerebbe una terapia digitale proposta dal medico curante, in particolare se consentisse di migliorare lo stile di vita e lo stato di salute (77%) e avere maggior consapevolezza della propria patologia
(72%)
Tra le aree di applicazione dell’intelligenza artificiale c’è anche quella della medicina, che nei prossimi anni subirà notevoli cambiamenti. Secondo i dati emersi dalla ricerca dell’Osservatorio Life Science Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con Alleanza Malattie Rare, Apmarr, Fand, FederAsma e Onconauti il 65% dei pazienti infatti utilizzerebbe una terapia digitale proposta dal medico curante, in particolare se consentisse di migliorare lo stile di vita e lo stato di salute (77%) e avere maggior consapevolezza della propria patologia (72%). Si valuta che entro 5 anni l’IA rivoluzionerà la medicina personalizzata. Già oggi – spiega lo studio – ci sono strumenti digitali per il monitoraggio a domicilio del paziente, come sensori, app per la salute e real-world data, entro breve ci sarà l’IA applicata alla medicina personalizzata e le cosiddette terapie digitali (DTx), “soluzioni digitali validate clinicamente per integrare o sostituire le terapie tradizionali, per cui in Italia non esiste ancora una normativa di riferimento”.
Le terapie digitali
Circa la metà dei medici specialisti coinvolti nella ricerca grazie a Consulcesi Homnya, Amd, Ame, Fadoi e Simfer, e dei medici di medicina generale, coinvolti grazie alla Fimmg, sarebbe disposta a prescrivere una terapia digitale se ne avesse la possibilità, soprattutto se certi che il paziente possegga le competenze
digitali per un corretto utilizzo (72% dei medici specialisti e 69% dei Mmg). Tra i principali benefici riconosciuti dai medici specialisti, emerge la possibilità di avere a disposizione un maggior numero di dati a supporto sia della ricerca clinica (68%) che per prendere decisioni (65%). A livello internazionale
l’Osservatorio Life Science ha censito 93 terapie digitali già presenti: il 37% nella psichiatria, il 14% nell’endocrinologia, il 10% nella reumatologia e il 10% nell’oncologia. È di circa 500 euro il prezzo medio di un trattamento di 90 giorni. Dall’analisi emerge inoltre che per le imprese pharma, biotech e medtech “le
barriere a investire nel digitale sono soprattutto la difficoltà di quantificare i benefici derivanti dagli investimenti e mancanza di competenze digitali”.

Massimo Tortorella

Responsabilità professionale medica: SIMLA stipula accordo con SanitAssicura

Si tiene fino all’ 8 giugno a Catania il 46° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Legale. Nell’ambito dell’incontro verranno discussi e presentati gli scenari di cambiamento a seguito dell’attuazione dei decreti della Legge Gelli per la responsabilità professionale medica in ambito di consulenza medico legale. L’evento sarà l’occasione anche per lanciare l’accordo SIMLA SanitAssicura che consente ai medici legali di accedere a polizze agevolate, formazione continua e consulenze gratuite
Un ecosistema di servizi assicurativi, formazione e aggiornamento professionale oltre che a un insieme di risorse, tool e convenzioni riservati ai Medici Legali associati a SIMLA. È quanto prevede l’accordo raggiunto tra SIMLA-Società Italiana di Medicina Legale e SanitAssicura, gruppo Consulcesi.
Cosa cambia con i decreti attuativi
Con la pubblicazione dei decreti attuativi della Legge 24, la cosiddetta Legge Gelli-Bianco, inizia concretamente il processo di riforma in ambito di responsabilità professionale medica, dove il sistema assicurativo gioca un ruolo fondamentale. Il testo di legge disciplina diversi aspetti relativi alla
responsabilità degli esercenti le professioni sanitarie, delineando ad esempio l’obbligo di assicurazione per tutti i medici e, quindi, anche per i medici legali.

Cosa prevede l’accordo
Per andare incontro alle esigenze dei propri associati, SIMLA ha stipulato un accordo con SanitAssicura. Questo, facilitato dalla collaborazione con Assimedici in qualità di Broker, offre ai soci di SIMLA una serie di vantaggi esclusivi e servizi assicurativi di alta qualità. Ecco cosa prevede questa convenzione.

Servizi e polizze Assicurative per gli iscritti SIMLA
L’offerta include due polizze assicurative pensate per rispondere alle esigenze specifiche degli specialisti in Medicina Legale: una polizza di Responsabilità professionale, una polizza di Tutela Legale e l’accesso gratuito ad un insieme di servizi offerti da Consulcesi Club.
La polizza di responsabilità professionale è conforme ai recenti requisiti dei decreti attuativi della Legge Gelli-Bianco, copre la responsabilità professionale nell’attività di libera professione e colpa grave in ambito lavorativo, sia pubblico che privato. Include retroattività di 10 anni senza scoperto né franchigia,
estendendosi anche ad alcune attività non specificamente legate alla medicina legale, come la sostituzione del medico di medicina generale. La polizza di tutela legale penale copre le spese sostenute dall’assicurato quando deve difendere i suoi diritti ed interessi, nel caso di controversie penali, sia in ambito stragiudiziale che in tribunale.

Accesso a Consulcesi Club
Inoltre, il socio SIMLA avrà la possibilità di iscriversi gratuitamente alla piattaforma di Consulcesi Club che dà accesso a un ecosistema di numerosi servizi dedicati; corsi di formazione per un totale di 10 crediti Ecm;
Elenco Professionisti per favorire il networking; tool e risorse pratico-operative; consulenza e assistenza dedicate.

Pronto Assicuratore
La convenzione prevede, inoltre, per tutti gli iscritti un servizio gratuito di consulenza denominato “Pronto Assicuratore”. Questa prestazione fornirà assistenza immediata ai Soci di SIMLA riguardo a polizze, coperture, denunce di sinistri e altre necessità assicurative. Il servizio ha lo scopo di supportare i Soci SIMLA in maniera professionale e completa: dalla valutazione delle polizze già stipulate alla stesura di nuovi preventivi basati sulle proprie necessità professionali e sulla propria specializzazione.
“Una nuova offerta che testimonia l’impegno di SIMLA nel fornire vantaggi significativi e supporto continuo ai propri soci, rafforzando in questo modo il valore dell’iscrizione alla Società Scientifica che è ormai punto di riferimento del mondo medico legale italiano”, spiega il professore Franco Introna, presidente dalla Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni e delle Scienze Forensi e Criminalistiche.
“Una buona assicurazione è indispensabile per lavorare al meglio e un medico legale che svolge la sua professione con serenità è un guadagno per il Servizio Sanitario nazionale e per i pazienti”, dichiara Simone Colombati, Amministratore di SanitAssicura.
Per ulteriori dettagli, consultare la documentazione completa della convenzione al sito www.simla.it.

Massimo Tortorella

Vermocane, c’è da aver paura?

Il vermocane, animale marino, può pungere con le sue setole ed è in aumento per il riscaldamento dei mari. Ma l’allarmismo è ingiustificato, dice l’esperto. Ecco cosa fare se si incontra al mare
Dalle meduse, ai ricci di mare, alle tracine, arrivando al vermocane, il temuto animale marino che sta destando preoccupazione. L’estate e la voglia di bagni al mare si accompagna al timore di imbattersi in qualche specie marina pericolosa o semplicemente fastidiosa. Proprio il vermocane sembra allarmare maggiormente, perché la sua presenza è notevolmente aumentata anche e soprattutto nel Mediterraneo.
Quali rischi si corrono in caso di punture? Come comportarsi e a cosa fare attenzione? Le risposte dell’esperto, il biologo marino Ferdinando Boero, della Fondazione Dohrn della Stazione zoologica marina Anton Dohrn di Napoli.
Allarme vermocane: cos’è?
Il vermocane è, come dice il nome, un animale marino che ricorda un verme terrestre e talvolta è chiamato anche “verme di mare” o “verme di fuoco”, per la sua colorazione bianca e rossa. Appartiene alla specie Hermodice carunculata, presente anche nel Mar Mediterraneo e proprio questo dovrebbe bastare a sfatare un primo “falso mito”: «È conosciuto da sempre nel Mediterraneo, ma la sua popolazione è in aumento e questo ha creato preoccupazione», spiega Boero.
Perché è scattato l’allarme
«Pur trattandosi di un piccolo animale marino, è ha attirato l’attenzione dei media con titoli talvolta allarmanti, lasciando intendere che possa rovinarci l’estate. Ma è ben conosciuto e, nonostante possa causare punture fastidiose, non è pericoloso. Certamente può causare danni ai pescatori, perché tende a nutrirsi di carogne e può essere attirato dalle reti da pesca. Se si cerca di toglierlo a mani nude, però, può procurare qualche problema, oltre al fatto che può rovinare il pescato mangiandolo», chiarisce il biologo marino.

Le punture del vermocane: cosa causano
Questo animale, che assomiglia a un millepiedi e può arrivare a 15-30 cm, appartiene alla famiglia dei parapodi, ossia è dotato di “piedi”, che in realtà sono setole: «Queste sono fragili e, se toccate, possono infilarsi nella pelle rompendosi e lasciando tante piccole schegge che provocano prurito e dolore. Questi
aumentano al contatto con gli occhi, per esempio. Insomma, non si dovrebbe toccare, ma come sarebbe bene fare con tutte le specie marine e animali in generale», consiglia Boero.

I rischi di punture
Ma quante probabilità ci sono di essere punti, anche nuotando in acque basse? «Potrebbe succedere, non va esclusa del tutto la possibilità, ma non mi risulta che sia successo finora, anche perché in genere stanno sugli scogli, dove un bagnante eventualmente appoggia i piedi solo per entrare o uscire dall’acqua. È molto
più facile, comunque, imbattersi nei ricci marini anche perché il vermocane è un animale soprattutto notturno. Certo, aumentandone il numero, può crescere la possibilità di incontri, ma basta prestare attenzione», dice l’esperto.

Dove si trova il vermocane
Come detto, dunque, «non si tratta di una specie “aliena”, perché la conosciamo da tempo. Aumentandone il numero, oggi è più facile trovarli soprattutto sui fondali rocciosi nei bacini del sud del Mediterraneo, in particolare nelle acque di Sicilia, Puglia e Campania», chiarisce Boero.

I rimedi contro le punture
Ma che fare in caso di “incontro ravvicinato”? «In genere si consiglia di applicare del nastro adesivo sulla pelle, per poi rimuoverlo togliendo anche le setole, ma è difficile che si giri per spiagge e scogli con il nastro in borsa – risponde il biologo marino – io piuttosto consiglierei di non toccare e soprattutto non sfregare
l’area interessata per evitare di aumentare il fastidio. In farmacia si potrà chiedere una pomata che plachi l’irritazione e il prurito».

No ai rimedi della nonna anche con le meduse
Raccomandazioni analoghe arrivano anche contro le meduse, altro animale poco gradito che si può incontrare al mare: «A differenza del vermocane, la medusa comune (la pelagia noctiluca, quella dalla classica colorazione viola) è velenosa. La sua è una aggressione chimica e meccanica, nel senso che punge e
nello stesso tempo inietta anche veleno nelle prede o negli aggressori. Però vanno sfatati alcuni miti: non c’è una soluzione che vada bene per tutte le specie e non serve ricorrere alla pipì, anzi», chiarisce Boero.

Acqua salata e niente sfregamenti
«Ciò che invece va fatto è risciacquare con acqua salata e non dolce; usare eventualmente una carta di credito o simile per rimuovere eventuali cnidocisti, cioè rimasugli dei tentacoli tramite cui iniettano il veleno; non sfregare la parte interessata e, dal momento che il veleno è termolabile, il ricorso ad acqua
calda può limitare il fastidio della sostanza che è penetrata nella pelle». Come ricorda la piattaforma di Consulcesi, messa a punto appositamente per i “pericoli marini”, ecco poi qualche altro consiglio utile, sia per le meduse che per i ricci e le tracine.

Il vademecum per gli altri animali marini
Altre raccomandazioni arrivano anche dal vademecum a cura di Daniele Manno, istruttore di Remote e Military Life Support, e del prof. Giuseppe Petrella, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”,
consultabile sul sito di Consulcesi (consulcesi.it). Per le meduse si ricorda di non coprire con ghiaccio, né usare creme cortisoniche o esporre al sole le parti urticate, ma piuttosto ricorrere ad aceto da cucina, consigliato anche per i ricci. Per le punture di tracina, invece, possono essere suggerite applicazioni di
cloruro di alluminio o, in casi più seri, copertura antibiotica e profilassi antitetanica.

Gli effetti del riscaldamento globale
«L’aumento di certe popolazioni marine non è preoccupante di per sé, perché anche in passato è accaduto. Certo, se a crescere è il numero di meduse o vermocani, ci si allarma di più perché le riteniamo specie fastidiose, cosa che non accadrebbe se si trattasse di sardine – spiega Boero – Ma sicuramente questi
fenomeni sono legati ai cambiamenti climatici e al surriscaldamento globale. Possiamo considerarli un “avvertimento pungente” sul fatto che dobbiamo modificare i nostri comportamenti», conclude il biologo marino.

Massimo Tortorella