Unità mobile Consulcesi-Fimmg Roma, oltre 1.600 prestazioni a 800 fragili

33% utenti è italiano, 82% di chi chiede aiuto è uomo, età media 52 anni

In meno di 6 mesi di attività, 3 giorni a settimana, il camper dell’unità mobile di assistenza sanitaria di Fondazione Consulcesi e Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) di Roma ha assistito più di 800 utenti, fornendo più di 1.600 prestazioni sanitarie tra visite, medicazioni, prescrizioni mediche e
attività di orientamento sanitario, a soggetti fragili e senza fissa dimora della Capitale. Tra le diverse problematiche lamentate dagli utenti, una buona percentuale riguarda le patologie odontoiatriche e osteoarticolari, ipertensione arteriosa, cefalea, infezioni lievi-moderate e problematiche dermatologiche. A
rivolgersi all’unità mobile sono state per la stragrande maggioranza persone di sesso maschile (82% uomini, 18% di donne), con un’età media di 52 anni.
Sono i principali risultati dell’ultimo rapporto semestrale (aprile-settembre 2023) relativo all’attività del camper sanitario costituito dalla collaborazione tra la Fondazione del gruppo Consulcesi con le istituzioni sanitarie locali, con il sostegno della Fimmg di Roma. “A sorpresa -racconta Alessandro Falcione, medico Fimmg Roma e coordinatore dell’unità mobile – la nazionalità più rappresentata è quella italiana, con circa il 33% degli utenti. Le problematiche di più frequente riscontro sono quelle più familiari alla medicina generale, quali il trattamento di patologie acute lievi-moderate e croniche. Vediamo un po’ di tutto:
infezioni delle vie aeree, micosi, ipertensione arteriosa, malattia da reflusso gastroesofageo, artrosi, carenze nutrizionali. Sicuramente gli ambiti dove incontriamo più difficoltà, viste anche le difficili condizioni socioeconomiche dell’utenza, sono quelli riguardanti le patologie di pertinenza odontoiatrica,
dermatologica ed ortopedica”. Nei 3 giorni di attività settimanale svolta da marzo a settembre nelle piazze di Stazione Ostiense, Stazione Tuscolana e piazza Santi Apostoli, per un totale di circa 75 giorni di presenza sul territorio, si sono registrate 1.638 prestazioni tra visite, medicazioni, prescrizioni di farmaci e attività di orientamento sanitario per 839 utenti. Di questi, 275 erano di nazionalità italiana, seguiti da persone di nazionalità rumena (145), ucraina
(45), marocchina (22), peruviana (19), e ancora persone nate in Iran, Kurdistan, Egitto, Algeria, Senegal e Afghanistan. “Un’affluenza tutt’altro che bassa – osserva Simone Colombati, presidente Fondazione Consulcesi – che conferma ancora una volta l’impellente urgenza di investire di più, e non di meno, nella sanità, dall’assistenza territoriale all’accesso alle cure e sui tempi d’attesa”. Sono “numeri e dati che non solo scattano una fotografia sulla portata dei bisogni di una fetta importante della nostra società – aggiunge – ma che confermano l’importanza di favorire lo sviluppo di servizi di assistenza sociosanitaria attraverso la collaborazione tra e con enti e organizzazioni del terzo settore”.
Proprio attraverso l’unione con altri enti e soggetti impegnati ai margini della società, la Fondazione porta avanti molteplici progetti volti a “contribuire concretamente a rendere accessibile le cure sanitarie in Italia e nel mondo”, come si legge nella sua Mission. Dall’Unità mobile nella Capitale ai progetti di formazione e assistenza medica in ambito urologico, pediatrico e nefrologico-interventista in Eritrea, tutte le attività sono state possibili e lo sono ancora “grazie ai tantissimi medici e professionisti sanitari – spiega Colombati – che
mettono a disposizione il loro tempo e la loro esperienza”. Inoltre, “grazie a tutti coloro che decidono di sostenerci donando alla Fondazione Consulcesi, sarà possibile continuare e offrire un servizio ancora più ampio”.
Tornando all’esperienza dell’unità mobile, “il trend sembra suggerire un leggero aumento dell’attività – sottolinea Falcione – è fondamentale poter continuare a garantire questo servizio e implementarne di nuovi: dalla dotazione di device/kit (ad esempio tamponi rapidi per il Covid-19, flu e streptococco per l’inverno), fino a sostenere le campagne vaccinali in autunno/inverno, e i programmi di screening”.

Massimo Tortorella

Consulcesi: “Da Roma oltre 70 mila richieste per azione collettiva ‘Aria pulita”

Tira una brutta aria nella Capitale, in tutti i sensi. Le 13 centraline dell’Arpa Roma superano i nuovi limiti dell’Ue per le polveri sottili e biossido di azoto, e allo stesso tempo i cittadini sono stanchi e timorosi degli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute. Non è un caso se Roma è la seconda città d’Italia, dopo Milano, da cui sono arrivate le maggiori richieste di adesione all’azione collettiva ‘Aria pulita’, portata avanti dal team di legali di Consulcesi. Su oltre 600mila dimostrazioni di interesse – si legge in una nota – il 12% arriva dalla Capitale per un totale di circa 70mila, quasi il triplo rispetto a quelle di Napoli.
“I cittadini residenti a Roma – afferma Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi Group – stanno mostrando un crescente sentimento di insofferenza legato all’inquinamento atmosferico. Sono preoccupati per la loro salute e per quella dei loro cari. La qualità dell’aria è diventata a tutti gli effetti una priorità.
Dall’insofferenza si sta passando all’azione ed è questo esattamente che offre ‘Aria pulita’: uno strumento per far sentire la propria voce”. Roma è fra i 3.384 Comuni e città italiane candidabili all’azione collettiva ‘Aria pulita’ e gli stessi per i quali la Corte di giustizia europea ha multato l’Italia per violazione del
superamento dei valori soglia di polveri sottili (Pm10) e biossido d’azoto (NO2). In totale sono oltre 40 milioni le persone che possono richiedere, tramite l’iniziativa legale di Consulcesi, un risarcimento per aver respirato, loro malgrado, ‘aria avvelenata’.
“Ci auguriamo – aggiunge Tortorella – che questa maggiore consapevolezza dei cittadini romani sull’importanza di respirare aria pulita segua anche un cambio di marcia nelle politiche mirate a rendere più sano l’ambiente in cui viviamo. L’obiettivo dell’azione collettiva Aria pulita – sottolinea – non è soltanto quello di aiutare i cittadini a essere risarciti per aver respirato aria inquinata, ma anche quello di stimolare i decisori politici ad affrontare coraggiosamente, una volta per tutte, il problema dell’aumento di emissioni inquinanti nell’atmosfera”. Per aderire all’azione collettiva, basta dimostrare, con un certificato storico di
residenza, di aver risieduto dal 2008-2018 in uno o più dei territori coinvolti. Per scoprire se e come partecipare all’azione collettiva, Consulcesi mette a disposizione il sito aria-pulita.it.