Inquinamento dell’aria e class action: Bruno Borin e il progetto “Aria Pulita” a Non solo Roma

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16-gennaio-2024/

Inquinamento dell’aria, l’azione collettiva di Consulcensi per chiedere il risarcimento danni

Ospite in collegamento Bruno Borin, capo team legale “Aria Pulita” Aumenta l’inquinamento e di pari passo il malessere dei cittadini laziali. Nella regione l’azione collettiva targata Consulcesi registra un aumento di iscritti del +14%, passando da circa 20mila ad oltre 23.300.
La mobilitazione diventa un grido pressante per il riconoscimento del diritto fondamentale a respirare aria salubre, con un numero sempre maggiore di cittadini che manifestano interesse per l’iniziativa collettiva Aria Pulita.
Secondo gli ultimi dati Legambiente contenuti nei due report 2023 “Mal’Aria di Città” ed “Ecosistema Urbano”, Frosinone con i suoi 17 microgrammi/m3 di PM2.5 si classifica tra le città con una qualità dell’aria considerata “insufficiente”, mostrandosi in miglioramento negli ultimi dieci anni, ma ben lontana dalla
riduzione del 41% necessaria per rientrare nei nuovi limiti Ue, da raggiungere quanto prima e non oltre il 2030.

Male, anzi peggio, la situazione di Roma se si guarda al biossido di azoto. Per questo inquinante, la città mostra un tasso medio annuo di decrescita pari al -6%, mentre con una concentrazione media annua pari a 33 microgrammi/metro cubo, deve puntare a una riduzione del 39% entro il 2030. All’attuale trend di riduzione, la Capitale impiegherebbe 11 anni, circa il doppio del tempo dettato in sede Ue.
Come concludono anche le analisi di Legambiente, i miglioramenti ci sono ma sono troppo piccoli: di questo passo raggiungere i nuovi obiettivi fissati dall’Unione europea per i livelli di inquinanti atmosferici entro il 2030 risulta irrealizzabile per le città italiane, molto di più si può e si deve fare. Il Lazio è tra le regioni italiane che ospita più cittadini candidabili all’azione collettiva Aria Pulita. Sono infatti oltre cinque milioni e mezzo i laziali eleggibili per l’iniziativa legale tra i 3.384 comuni e città italiane individuate dal team di Consulcesi tra quelli per i quali la Corte di Giustizia Europea ha multato l’Italia per violazione del superamento dei valori soglia di polveri sottili (Pm10) e biossido d’azoto (NO2).
In totale sono oltre 110 i comuni laziali in cui la popolazione è stata costretta a respirare aria cattiva e potenzialmente dannosa per la loro salute e che, per questo, possono richiedere un risarcimento alla Stato, aderendo all’azione collettiva Aria Pulita di Consulcesi.
Per partecipare all’azione collettiva, è sufficiente dimostrare, attraverso un certificato storico di residenza, di aver risieduto tra il 2008 e il 2018 in uno o più dei territori coinvolti. Per informazioni su come aderire, Consulcesi mette a disposizione il sito di Aria Pulita: www.aria-pulita.it.

Massimo Tortorella

Consulcesi, ‘rimborsi potenziali di 600 mln per ferie non godute’

Le ferie annuali retribuite non godute vanno pagate anche in caso di dimissioni volontarie del dipendente pubblico. Con questa sentenza della Corte di Giustizia europea del 18 gennaio 2024, secondo il network legale Consulcesi si allargano le maglie delle potenziali azioni legali dei dipendenti pubblici ai danni delle aziende a migliaia di possibili nuovi casi. “Se le aziende non si adegueranno agli standard operativi stabiliti dalla Corte di Giustizia Ue – avverte l’avvocato Francesco Del Rio di Consulcesi – le ripercussioni potrebbero essere molto serie per quanto riguarda il riconoscimento dell’indennità per le ferie non godute del
personale sanitario”.
Infatti – ricordano in una nota i legali Consulcesi – l’ultimo rapporto di Anaao Assomed riferisce di oltre 5
milioni di giornate di ferie arretrate a carico di medici e dirigenti sanitari. Questo significa, sulla base delle ultime sentenze della Corte europea, tra cui l’ultima che comprende i dimissionari volontari, che in caso di cessazione del rapporto di lavoro lo Stato si troverebbe di fronte ad un potenziale esborso di oltre 600
milioni di euro, solo in ambito sanitario. “La sentenza Ue – rimarca Del Rio – allarga il bacino dei potenziali richiedenti anche ai dimissionari volontari. Questa novità, associata alle precedenti sentenze in materia di diritti dei lavoratori, fa in modo che anche chi è andato in pensione 10 anni fa per dimissioni volontarie sia ancora in tempo a pretendere il risarcimento del danno”.
Lo scorso 18 gennaio – si legge nella nota – la Corte di Giustizia europea ha pubblicato una sentenza con cui è nuovamente intervenuta riguardo alla giusta interpretazione che tutti gli Stati membri, in particolare l’Italia coinvolta direttamente nel procedimento appena concluso, devono riferirsi alla disciplina
comunitaria sull’indennità finanziaria per le ferie annuali retribuite non godute dal dipendente pubblico al termine del suo rapporto di lavoro. Il caso prende le mosse dalla domanda presentata da un ex dipendente pubblico del Comune di Copertino che, impugnando il rifiuto avanzato dall’ente alla sua richiesta di
liquidazione dell’indennità per le ferie non godute, in quanto dimessosi volontariamente, lo aveva convenuto in giudizio insistendo per l’accoglimento della sua pretesa economica.
Dal 2018 fino ad oggi – rimarca Consulcesi – la Corte di Giustizia europea è incessantemente impegnata in un lavoro di corretta interpretazione dei principi fondamentali previsti dalla direttiva 2003/88 e, più segnatamente, di quelli relativi alle modalità che presiedono il legittimo godimento delle ferie annuali, ivi incluso il riconoscimento di eventuali indennità sostitutive in caso di mancata fruizione, perciò le cause legate alle ferie annuali retribuite che pervengono alla Corte sono in costante aumento. Per quanto riguarda i tempi e le modalità giusti per richiedere un indennizzo, la Corte Ue ha affermato che, trattandosi di un diritto – ossia quello di richiedere la monetizzazione delle ferie non godute – che insorge soltanto nel momento in cui viene a cessare il rapporto lavorativo, prima vigendo il divieto di legge, il termine di prescrizione non può che iniziare a decorrere da quando il medico è entrato in pensione ovvero, per altri motivi, ha concluso il suo vincolo di lavoro e non dall’anno a cui competono i giorni di ferie non goduti.
Questo significa che anche coloro che hanno cessato il loro rapporto di lavoro molti anni fa, e fino al massimo del termine prescrizionale di 10 anni, possono ancora legittimamente reclamare il pagamento dell’indennizzo per i giorni di ferie maturati durante il lavoro e non fruiti per ragioni organizzative.
Da anni Consulcesi sta portando avanti una serie di battaglie legali per far valere, secondo il più ampio respiro europeo, i diritti di coloro che hanno sacrificato le loro ferie per senso di responsabilità verso il proprio lavoro. Il gruppo è in particolar modo al fianco di medici e professionisti sanitari che, davanti
all’atteggiamento di chiusura delle loro ex aziende, sono riusciti ad ottenere in tempi brevi sentenze ampiamente favorevoli, con conseguente riconoscimento di ottimi riscontri economici. Grazie ai successi ottenuti nelle cause patrocinate dai legali del network, i clienti hanno già ricevuto indennizzi che vanno dai
20mila agli oltre 55mila euro per ciascuna posizione con l’ulteriore rimborso delle spese di lite sostenute per la difesa, e fino ad ora sono stati recuperati oltre 200mila euro a favore dei medici che hanno chiesto aiuto a Consulcesi, riferisce la nota.
A tale proposito – conclude – per tutti i clienti di Consulcesi Club che hanno stipulato un contratto di lavoro con il Servizio sanitario nazionale, attualmente cessato per dimissioni, pensionamento o altro con un residuo di ferie non godute nel corso del rapporto, viene offerta gratuitamente una dettagliata consulenza
legale, con valutazione dei presupposti per la presentazione della domanda di monetizzazione e relativa quantificazione economica del credito potenzialmente reclamabile.

Massimo Tortorella

Smog, Consulcesi: “In Piemonte +22% adesioni ad ‘Aria Pulita’ con 100mila firme”

In Piemonte cresce la preoccupazione per lo smog e la qualità dell’aria. Da giugno ad oggi, oltre 100mila persone hanno mostrato interesse per l’azione collettiva ‘Aria Pulita’ portata avanti dal team di legali di Consulcesi, con un aumento in meno di 2 mesi pari a circa il +22%. A fare da apripista – si legge in una nota – è la città di Torino, con oltre 65mila persone interessate all’iniziativa, seguita da Novara con poco meno di 6mila, Asti ed Alessandria con oltre 1.500, mentre Cuneo chiude la classifica delle ‘top 5’ con oltre 1.200 cittadini interessati. Non solo: anche dai centri più piccoli, come Biella e Vercelli, si registra un graduale ma costante aumento dell’interesse verso l’azione collettiva. Se infatti la prima si piazza subito dopo Cuneo con circa 1.170 persone che hanno consultato il sito dedicato e richiesto informazioni su come aderire, la seconda segue con oltre mille, mentre tra Alba, Tortona e Trecate si totalizzano oltre 2.500 interessi.
“I cittadini – dichiara Massimo Tortorella, presidente del Gruppo Consulcesi – sono sempre più consapevoli dei gravi danni alla salute legati ad un’aria malsana e il crescente numero di persone che decidono di informarsi ed agire, anche attraverso la nostra azione collettiva Aria Pulita, ne è la conferma”.
Il Piemonte è tra le regioni italiane che ospita più comuni candidabili all’azione collettiva Aria Pulita. Sono infatti oltre 950 i comuni piemontesi eleggibili per l’iniziativa legale, tra i 3.384 comuni e città italiane individuati dal team di Consulcesi tra quelli per i quali la Corte di Giustizia europea ha multato l’Italia per violazione del superamento dei valori soglia di polveri sottili (Pm10) e biossido d’azoto (NO2). In totale sono oltre 4 milioni le persone costrette a respirare aria cattiva e potenzialmente dannosa per la loro salute, e
che per questo possono richiedere un risarcimento allo Stato, aderendo all’azione collettiva Aria Pulita. Per partecipare – ricordano da Consulcesi – è sufficiente dimostrare, attraverso un certificato storico di residenza, di aver risieduto tra il 2008 e il 2018 in uno o più dei territori coinvolti. Per informazioni su come
aderire, Consulcesi mette a disposizione il sito www.aria-pulita.it.
Quanto suggerito dal presidente di Consulcesi – prosegue la nota – trova conferma nei dati preliminari Arpa Piemonte relativi al 2023 di recente pubblicati, come anche nel nuovo Rapporto ASviS Territori 2023. Dalle prime rilevazioni delle centraline Arpa, per il Pm10 “in tutte le stazioni in cui è presente un analizzatore
automatico le concentrazioni medie annue rilevate risultano essere inferiori o uguali a quelle dell’anno 2022 e anche dell’anno 2021. Tutte le stazioni valutate rispettano il valore limite medio annuale previsto dalla normativa pari a 40 μg/m3”, riporta l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Tuttavia,
facendo riferimento alla nuova soglia definita dalla nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria da raggiungere non oltre il 2030, solo 10 su 32 centraline analizzate rispetterebbero i nuovi limiti annui di Pm10, contro 22 centraline che si troverebbero invece in violazione, superando i 20 μg/m3 di media annua.
Allo stesso modo, dalle analisi preliminari emerge che solo 2 centraline su 32 monitorate in Piemonte nel 2023 hanno superato il limite di 35 giorni di sforamento consentiti per ogni anno civile secondo la normativa vigente (con una media giornaliera di Pm10 superiore a 50 μg/m3). In particolare, il superamento è stato rilevato nelle due stazioni di Torino – Rebaudengo e Settimo Torinese – Vivaldi, rispettivamente con 63 e 55 giorni di sforamento. Anche in questo caso, tuttavia, la situazione appare molto meno rassicurante se si considera che l’Ue fissa la nuova soglia di sforamento a 18 giornate annuali, e l’Oms suggerisce di limitarle perfino a 3, entrambi abbassando altresì le concentrazioni giornaliere a 45 μg/m3. Alle attuali concentrazioni, dunque, oltre un terzo delle centraline piemontesi supera la nuova soglia Ue, mentre solo 8
su 32 rientrerebbero nei limiti Oms.
Anche per il Pm2.5, tra le centraline analizzate nessuna supera il limite in vigore attualmente e pari a 25 μg/m3. Tuttavia, anche in questo caso il Piemonte risulta lontano dalla nuova soglia: sarebbero infatti 19 su 23 le centraline con un valore medio annuo superiore a 10 μg/m3 (Nuova Direttiva europea, mentre l’Oms fissa la soglia a 5 μg/m3), risultando così fuorilegge, contro solo 4 che risulterebbero entro i nuovi limiti.
“Dobbiamo guardare agli obiettivi futuri come qualcosa da raggiungere oggi, quanto prima, poiché la strada è molto lunga – avverte Tortorella – I miglioramenti, lo confermano gli ultimi dati ma anche quelli dell’ultimo decennio, ci sono ma sono troppo piccoli. Molto di più si può e si deve fare per poter garantire a tutti il diritto ad un ambiente salubre”.

Lazio: Consulcesi, azione collettiva Aria Pulita a +14% nell’ultimo mese

Massimo Tortorella: “Sono oltre cinque milioni e mezzo i laziali eleggibili per l’iniziativa legale tra i 3.384 comuni e città italiane individuate” Aumenta l’inquinamento e di pari passo il malessere dei cittadini laziali. Nella regione l’azione collettiva targata Consulcesi registra un aumento del +14%, passando da circa 20mila ad oltre 23.300 solo negli ultimi 30 giorni, tra dicembre 2023 e le prime due settimane del nuovo anno.
“Sarà per la stanchezza di fronte ai bollettini sempre più critici delle centraline di monitoraggio, per le restrizioni del traffico che complicano una mobilitazione già difficile, o per le crescenti evidenze sugli impatti devastanti sulla salute fisica e mentale, ma dal Lazio arriva un segnale chiaro: la popolazione è preoccupata e chiede azioni più incisive per migliorare la qualità dell’aria”, commenta Massimo Tortorella, presidente Consulcesi. “Che quanto è stato fatto finora per salvaguardare la salute dei cittadini non sia abbastanza è purtroppo cosa certa ormai – aggiunge Tortorella – lo confermano i dati sulla riduzione degli inquinanti e lo ribadisce ancora una volta la Commissione Europea, tornata ad esprimersi sugli sforamenti dei limiti nella Valle del Sacco, registrati in questi giorni”.
“Il Lazio è tra le regioni italiane che ospita più cittadini candidabili all’azione collettiva Aria Pulita – spiega Consulcesi – Sono infatti oltre cinque milioni e mezzo i laziali eleggibili per l’iniziativa legale tra i 3.384 comuni e città italiane individuate dal team di Consulcesi tra quelli per i quali la Corte di Giustizia Europea ha multato l’Italia per violazione del superamento dei valori soglia di polveri sottili (Pm10) e biossido d’azoto (NO2). In totale sono oltre 110 i comuni laziali in cui la popolazione è stata costretta a respirare aria cattiva e potenzialmente dannosa per la loro salute e che, per questo, possono richiedere un risarcimento alla Stato, aderendo all’azione collettiva Aria Pulita di Consulcesi”.

Consumo dei farmaci. Pharma Data Factory presenta la soluzione BeST

Un evento alla scoperta delle novità dell’articolo 34 e dei suoi potenziali sviluppi e opportunità nel settore pubblico e privato in Sanità. Con questo obiettivo si è svolto “Sell-out e art.34: la farmacia come ‘One Voice’ per il nuovo monitoraggio dei farmaci e dei dispositivi medici” organizzato da Pharma Data Factory (PDF) al Samsung District di Milano.

Ospiti d’eccezione al dibattito, che si è tenuto il 1° dicembre: Guido Rasi, Consulente Ministero della Salute e già Direttore EMA, il Presidente Federfarma Marco Cossolo e il Presidente Assofarm Venanzio Gizzi. Presente anche la Presidente di Federfarma Lombardia, Annarosa Racca.

L’art.34 del DL 73/2021, poi legge 106 23/7/21, è stata una rivoluzione per il mondo farmaceutico. Il testo prevede disposizioni che ampliano il flusso di dati che le farmacie già trasmettono al sistema sanitario, estendendolo anche a tutti i farmaci non a carico del servizio sanitario nazionale, ai farmaci dispensati in DPC e ai parafarmaci registrati come dispositivi medici.

L’articolo 34 va nella direzione del cambiamento della farmacia italiana, come sostiene il Presidente Federfarma Marco Cossolo: “La norma introduce il monitoraggio di dati che prima mancavano, come il flusso dei consumi dei farmaci non mutuabili, dei dispositivi medici, dei farmaci da banco e di fascia C, cioè non a carico del Ssn. Prevede anche il monitoraggio fondamentale della distribuzione per conto, che prima non avevamo”. Grazie all’art. 34 “la farmacia si conferma presidio sanitario di riferimento per il Ssn, anche per quanto riguarda l’ambito digitale, a tutela della salute dei cittadini”, conclude Cossolo.

Secondo il Presidente Assofarm Venanzio Gizzi, l’articolo 34 mette finalmente ordine nel sistema di raccolta dei dati con effetti positivi sia per il decisore politico che all’interno delle farmacie. «Pensiamo al Covid – commenta Gizzi – in caso di nuove grandi emergenze la farmacia governa i dati dei flussi dei farmaci e i decisori politici hanno a disposizione un’analisi più accurata per gestire meglio la salute dei cittadini».

“Si tratta di un approccio utile in quanto fornisce dati reali del consumo dei farmaci e con un potenziale enorme in diversi ambiti – aggiunge il prof. Rasi – ad esempio nel processo di HTA (Health Tecnology Assessment) e anche in sede di contrattazione, di valutazione e verifica della gestione della spesa farmaceutica”.

L’offerta di Pharma Data Factory. La proposta BeST
Pharma Data Factory, in questo contesto, è riuscita a cogliere prontamente i significativi cambiamenti derivanti dall’art.34 e a offrire la banca dati più puntuale ed estesa del mercato, con il 95% di farmacie monitorate e la rilevazione dei consumi reali, per il dato di sell-out dei farmaci in Italia più preciso attualmente a disposizione. Cambiamenti che prendono forma con la proposta BeST, Beyond Sell-out Trend, la soluzione altamente tecnologica di analisi dei dati di performance e di vendita.

“L’introduzione dell’art. 34 – spiega il CEO di Pharma Data Factory, Giorgio Cenciarelli – ridà autorevolezza ai dati dei consumi dei farmaci che negli anni avevano subito distorsioni dovute a diversi fenomeni di mercato. La norma ha permesso a Pharma Data Factory di raggiungere due grandi obiettivi: avere la copertura del 95% delle farmacie italiane e disporre del monitoraggio di tutti i farmaci dispensati in farmacia, sia a carico dei cittadini che a carico del Ssn. Per dare ulteriore solidità del dato, abbiamo accostato alla copertura praticamente censuaria delle farmacie, indicatori innovativi ed unici sul mercato, fino al minimo dettaglio territoriale dei 3640 GeoCluster, garantendo l’analisi puntuale dell’efficacia delle strategie commerciali”

“Sembrava impossibile qualche anno fa e invece oggi possiamo affermare che il dato di sell-out generato grazie all’art. 34 risolve una serie di anomalie che avevano eroso la qualità del dato di sell-in (quest’ultimo) ormai una proxy debolmente rappresentativa del reale consumo dei farmaci in particolare a livello territoriale. Oggi, senza dubbio il sell-out è il nuovo standard di riferimento del mercato” commenta Alessia Palluzzi, Direttore Generale di Consulcesi Homnya.”

“Il patrimonio che ha costruito Pharma Data Factory – prosegue Palluzzi – restituisce maggior valore e autorevolezza a un dato che ora, da semplice commodity torna ad avere una valenza strategica. In questo contesto, il gruppo Consulcesi ha affiancato fin dall’inizio Pharma Data Factory mettendo a disposizione con Consulcesi Homnya la propria grande esperienza nel mondo farmaceutico”.

Consulcesi – Massimo Tortorella

Veneto, in 6 mesi 73mila richieste all’azione collettiva Aria Pulita

Da giugno ad oggi sono oltre 73mila i residenti del Veneto che hanno palesato il proprio interesse all’azione collettiva Aria Pulita, portata avanti dal team di legali di Consulcesi. In particolare, da Venezia sono arrivate quasi 17mila dimostrazioni di interesse all’iniziativa.

“È un chiaro segnale che in Veneto l’aria sta cambiando e non mi riferisco a quella che i residenti della regione respirano, che continua a essere tra le peggiori d’Europa, ma alla maggiore attenzione e consapevolezza dei potenziali danni derivanti dall’inquinamento atmosferico”, commenta Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi Group. Negli ultimi due mesi sono state registrate il maggior numero di richieste: in 60 giorni i legali di Consulcesi hanno raccolto ben 49.500 ‘Sos’, di cui quasi 11mila provenienti solo da Venezia.

“Il Veneto è tra le regioni italiane che ospita più comuni e città candidabili all’azione collettiva Aria Pulita – spiega Consulcesi in una nota – Sono infatti 436 i comuni veneti eleggibili per l’iniziativa legale tra i 3.384 comuni e città italiane totali individuate dal team di Consulcesi tra quelli per i quali la Corte di Giustizia Europea ha multato l’Italia per violazione del superamento dei valori soglia di polveri sottili (Pm10) e biossido d’azoto (NO2)”.

“Dal risveglio dell’eco-coscienza all’azione il passo è breve – evidenzia Tortorella – Nei prossimi mesi ci aspettiamo un vero e proprio boom di adesioni dal Veneto che, insieme alle altre aree ricomprese nella Pianura Padana, hanno pagato e continuano a pagare il prezzo più alto di politiche ambientali e sanitaria poco lungimiranti”.

“Il coraggio con cui i nostri concittadini del Veneto si stanno facendo avanti mostrando il proprio interesse verso iniziative come Aria Pulita può essere un esempio concreto di come si può e si deve fare pressione tra i decisori politici affinché affrontino, una volta per tutte, il problema dell’aumento di emissioni inquinanti nell’atmosfera e della conseguente scarsa qualità dell’aria in Italia”, conclude il presidente di Consulcesi.

 

Unità mobile Consulcesi-Fimmg Roma, oltre 1.600 prestazioni a 800 fragili

33% utenti è italiano, 82% di chi chiede aiuto è uomo, età media 52 anni

In meno di 6 mesi di attività, 3 giorni a settimana, il camper dell’unità mobile di assistenza sanitaria di Fondazione Consulcesi e Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) di Roma ha assistito più di 800 utenti, fornendo più di 1.600 prestazioni sanitarie tra visite, medicazioni, prescrizioni mediche e
attività di orientamento sanitario, a soggetti fragili e senza fissa dimora della Capitale. Tra le diverse problematiche lamentate dagli utenti, una buona percentuale riguarda le patologie odontoiatriche e osteoarticolari, ipertensione arteriosa, cefalea, infezioni lievi-moderate e problematiche dermatologiche. A
rivolgersi all’unità mobile sono state per la stragrande maggioranza persone di sesso maschile (82% uomini, 18% di donne), con un’età media di 52 anni.
Sono i principali risultati dell’ultimo rapporto semestrale (aprile-settembre 2023) relativo all’attività del camper sanitario costituito dalla collaborazione tra la Fondazione del gruppo Consulcesi con le istituzioni sanitarie locali, con il sostegno della Fimmg di Roma. “A sorpresa -racconta Alessandro Falcione, medico Fimmg Roma e coordinatore dell’unità mobile – la nazionalità più rappresentata è quella italiana, con circa il 33% degli utenti. Le problematiche di più frequente riscontro sono quelle più familiari alla medicina generale, quali il trattamento di patologie acute lievi-moderate e croniche. Vediamo un po’ di tutto:
infezioni delle vie aeree, micosi, ipertensione arteriosa, malattia da reflusso gastroesofageo, artrosi, carenze nutrizionali. Sicuramente gli ambiti dove incontriamo più difficoltà, viste anche le difficili condizioni socioeconomiche dell’utenza, sono quelli riguardanti le patologie di pertinenza odontoiatrica,
dermatologica ed ortopedica”. Nei 3 giorni di attività settimanale svolta da marzo a settembre nelle piazze di Stazione Ostiense, Stazione Tuscolana e piazza Santi Apostoli, per un totale di circa 75 giorni di presenza sul territorio, si sono registrate 1.638 prestazioni tra visite, medicazioni, prescrizioni di farmaci e attività di orientamento sanitario per 839 utenti. Di questi, 275 erano di nazionalità italiana, seguiti da persone di nazionalità rumena (145), ucraina
(45), marocchina (22), peruviana (19), e ancora persone nate in Iran, Kurdistan, Egitto, Algeria, Senegal e Afghanistan. “Un’affluenza tutt’altro che bassa – osserva Simone Colombati, presidente Fondazione Consulcesi – che conferma ancora una volta l’impellente urgenza di investire di più, e non di meno, nella sanità, dall’assistenza territoriale all’accesso alle cure e sui tempi d’attesa”. Sono “numeri e dati che non solo scattano una fotografia sulla portata dei bisogni di una fetta importante della nostra società – aggiunge – ma che confermano l’importanza di favorire lo sviluppo di servizi di assistenza sociosanitaria attraverso la collaborazione tra e con enti e organizzazioni del terzo settore”.
Proprio attraverso l’unione con altri enti e soggetti impegnati ai margini della società, la Fondazione porta avanti molteplici progetti volti a “contribuire concretamente a rendere accessibile le cure sanitarie in Italia e nel mondo”, come si legge nella sua Mission. Dall’Unità mobile nella Capitale ai progetti di formazione e assistenza medica in ambito urologico, pediatrico e nefrologico-interventista in Eritrea, tutte le attività sono state possibili e lo sono ancora “grazie ai tantissimi medici e professionisti sanitari – spiega Colombati – che
mettono a disposizione il loro tempo e la loro esperienza”. Inoltre, “grazie a tutti coloro che decidono di sostenerci donando alla Fondazione Consulcesi, sarà possibile continuare e offrire un servizio ancora più ampio”.
Tornando all’esperienza dell’unità mobile, “il trend sembra suggerire un leggero aumento dell’attività – sottolinea Falcione – è fondamentale poter continuare a garantire questo servizio e implementarne di nuovi: dalla dotazione di device/kit (ad esempio tamponi rapidi per il Covid-19, flu e streptococco per l’inverno), fino a sostenere le campagne vaccinali in autunno/inverno, e i programmi di screening”.

Massimo Tortorella

Consulcesi: “Da Roma oltre 70 mila richieste per azione collettiva ‘Aria pulita”

Tira una brutta aria nella Capitale, in tutti i sensi. Le 13 centraline dell’Arpa Roma superano i nuovi limiti dell’Ue per le polveri sottili e biossido di azoto, e allo stesso tempo i cittadini sono stanchi e timorosi degli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute. Non è un caso se Roma è la seconda città d’Italia, dopo Milano, da cui sono arrivate le maggiori richieste di adesione all’azione collettiva ‘Aria pulita’, portata avanti dal team di legali di Consulcesi. Su oltre 600mila dimostrazioni di interesse – si legge in una nota – il 12% arriva dalla Capitale per un totale di circa 70mila, quasi il triplo rispetto a quelle di Napoli.
“I cittadini residenti a Roma – afferma Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi Group – stanno mostrando un crescente sentimento di insofferenza legato all’inquinamento atmosferico. Sono preoccupati per la loro salute e per quella dei loro cari. La qualità dell’aria è diventata a tutti gli effetti una priorità.
Dall’insofferenza si sta passando all’azione ed è questo esattamente che offre ‘Aria pulita’: uno strumento per far sentire la propria voce”. Roma è fra i 3.384 Comuni e città italiane candidabili all’azione collettiva ‘Aria pulita’ e gli stessi per i quali la Corte di giustizia europea ha multato l’Italia per violazione del
superamento dei valori soglia di polveri sottili (Pm10) e biossido d’azoto (NO2). In totale sono oltre 40 milioni le persone che possono richiedere, tramite l’iniziativa legale di Consulcesi, un risarcimento per aver respirato, loro malgrado, ‘aria avvelenata’.
“Ci auguriamo – aggiunge Tortorella – che questa maggiore consapevolezza dei cittadini romani sull’importanza di respirare aria pulita segua anche un cambio di marcia nelle politiche mirate a rendere più sano l’ambiente in cui viviamo. L’obiettivo dell’azione collettiva Aria pulita – sottolinea – non è soltanto quello di aiutare i cittadini a essere risarciti per aver respirato aria inquinata, ma anche quello di stimolare i decisori politici ad affrontare coraggiosamente, una volta per tutte, il problema dell’aumento di emissioni inquinanti nell’atmosfera”. Per aderire all’azione collettiva, basta dimostrare, con un certificato storico di
residenza, di aver risieduto dal 2008-2018 in uno o più dei territori coinvolti. Per scoprire se e come partecipare all’azione collettiva, Consulcesi mette a disposizione il sito aria-pulita.it.

Ambiente, Consulcesi, dilaga Ecoansia, boom adesioni all’azione collettiva aria pulita

Consulcesi registra una nuova impennata delle adesioni all’azione collettiva Aria Pulita mentre nel Paese dilaga il fenomeno dell’ecoansia ed il timore per i cambiamenti climatici legati all’inquinamento. “Nelle ultime settimane – annuncia il Presidente Massimo Tortorella – c’è stato un incremento del 20% dei
partecipanti alla nostra causa per le violazioni dei limiti di Pm10 e biossido di Azoto in oltre 3mila comuni italiani. In pochi mesi abbiamo raccolto già decine di migliaia di adesioni che di giorno in giorno crescono esponenzialmente”. Stando alle segnalazioni raccolte sul portale ‘Aria Pulita’ e sui social, il boom di richieste
di partecipazione all’azione collettiva è la testimonianza di poter raggiungere un numero sempre più elevato di ricorrenti per spingere le Istituzioni a trovare soluzioni e metterle in pratica rapidamente.
“Siamo convinti che l’ampia partecipazione all’azione collettiva ‘Aria Pulita’, oltre a riconoscere un risarcimento per il danno subito e accertato dalla stessa Corte di Giustizia Europea, servirà a scuotere le coscienze dei decisori politici. Speriamo che, una volta messi alle strette, sentiranno più forte – commenta Massimo Tortorella – la necessità di mettere finalmente in atto tutte le misure urgenti e necessarie di contrasto all’inquinamento atmosferico a tutela del diritto di ogni cittadino di vivere in un ambiente salubre. È importante per noi oggi e lo sarà di più per i nostri figli e le generazioni future ancora”.
La mappa dell’Ecoansia: Dolore, rabbia, senso di colpa e vergogna sono solo alcuni dei sentimenti che travolgono coloro che soffrono di ecoansia, un disagio che si sta diffondendo come un’epidemia in Italia.
Complici le ondate di calore estreme di questi giorni, così come anche i nubifragi, le alluvioni, le grandinate record che hanno colpito il Nord Italia, è aumentata la consapevolezza degli effetti devastanti dell’inquinamento e di conseguenza dei cambiamenti climatici. Gli psicologi parlano di una crescente ondata di stress e angoscia tra gli italiani, specialmente i più giovani, legata ai cambiamenti climatici e ai timori per il futuro.
“Non credo che sia un caso che le adesioni arrivino maggiormente dai comuni d’Italia più colpiti da questi eventi meteorologici estremi e che hanno notoriamente i più alti livelli di inquinamento atmosferico”,
conferma Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi. La maggior parte delle adesioni, oltre il 65%, arrivano dal Nord Italia: Milano, Brescia, Modena, Bologna, Carpi e molti altri comuni tra i più popolosi della Pianura Padana. Il 20% circa arriva invece dalle città del Centro Italia, in primi Roma, seguita da Prato e
Firenze. Le restanti, invece, provengono dalle grandi città del Sud, come Napoli, Taranto e Brindisi. E dalla Sicilia con Catania e Palermo che fanno da capofila. Sono tutti comuni e città che rientrano nell’elenco degli oltre 3.300 individuati dal team di legali di Consulcesi come candidabili all’azione collettiva ‘Aria Pulita’ e gli stessi per i quali la Corte di Giustizia Europea ha multato l’Italia per violazione del superamento dei valori soglia di polveri sottili (Pm10) e biossido d’azoto (NO2). In totale sono oltre 40 milioni lepersone che possono richiedere, tramite l’iniziativa legale di Consulcesi, un risarcimento per aver respirato, loro
malgrado, “aria avvelenata”.

L’azione collettiva: Possono aderire all’iniziativa legale Aria Pulita tutti coloro che hanno risieduto nelle zone dove si sono verificate le violazioni accertate dal Corte di Giustizia Europea (sentenza del 10/11/2020 e sentenza del 12/05/2022). Per aderire è sufficiente dimostrare, tramite certificato storico di residenza, di
aver risieduto per almeno 1 anno continuativo, nel periodo compreso tra il 2008 e il 2018, in uno o più dei 3.384 comuni italiani individuati. Si stima un risarcimento fino a 99 euro al giorno, che andrà moltiplicato per ogni giorno di ciascun anno relativo al periodo di violazione. Per scoprire se e come partecipare alla causa collettiva, Consulcesi mette a disposizione il sito di Aria Pulita: www.aria-pulita.it.

Medici ex specializzandi, Pagano (FI): “Approvazione Odg sana ingiustizia”

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“Finalmente giustizia ed equità a migliaia di medici discriminati”. L’onorevole Nazario Pagano (FI), commenta così l’approvazione all’unanimità dell’ODG, presentato come prima firmatario, nell’ambito del Dl Infrazioni, votato alla Camera dei Deputati. Il provvedimento mira ad estendere la recente pronuncia della Corte di Giustizia europea e farla applicare in favore di tutti quei professionisti che si sono specializzati in Medicina tra il 1982 ed il 1991 senza ricevere il corretto trattamento economico in violazione delle direttive comunitarie in materia. L’on. Pagano ha anche anticipato a breve un nuovo provvedimento per gli specialisti 1994-2006 a cui la borsa di studio era stata corrisposta solo parzialmente. La vicenda riguarda decine di migliaia di medici protagonisti di un lungo contenzioso con lo Stato italiano. In loro favore il network legale Consulcesi ha già ottenuto rimborsi per oltre 600 milioni di euro attraverso le azioni collettive.

Massimo Tortorella