Consumo dei farmaci. Pharma Data Factory presenta la soluzione BeST

Un evento alla scoperta delle novità dell’articolo 34 e dei suoi potenziali sviluppi e opportunità nel settore pubblico e privato in Sanità. Con questo obiettivo si è svolto “Sell-out e art.34: la farmacia come ‘One Voice’ per il nuovo monitoraggio dei farmaci e dei dispositivi medici” organizzato da Pharma Data Factory (PDF) al Samsung District di Milano.

Ospiti d’eccezione al dibattito, che si è tenuto il 1° dicembre: Guido Rasi, Consulente Ministero della Salute e già Direttore EMA, il Presidente Federfarma Marco Cossolo e il Presidente Assofarm Venanzio Gizzi. Presente anche la Presidente di Federfarma Lombardia, Annarosa Racca.

L’art.34 del DL 73/2021, poi legge 106 23/7/21, è stata una rivoluzione per il mondo farmaceutico. Il testo prevede disposizioni che ampliano il flusso di dati che le farmacie già trasmettono al sistema sanitario, estendendolo anche a tutti i farmaci non a carico del servizio sanitario nazionale, ai farmaci dispensati in DPC e ai parafarmaci registrati come dispositivi medici.

L’articolo 34 va nella direzione del cambiamento della farmacia italiana, come sostiene il Presidente Federfarma Marco Cossolo: “La norma introduce il monitoraggio di dati che prima mancavano, come il flusso dei consumi dei farmaci non mutuabili, dei dispositivi medici, dei farmaci da banco e di fascia C, cioè non a carico del Ssn. Prevede anche il monitoraggio fondamentale della distribuzione per conto, che prima non avevamo”. Grazie all’art. 34 “la farmacia si conferma presidio sanitario di riferimento per il Ssn, anche per quanto riguarda l’ambito digitale, a tutela della salute dei cittadini”, conclude Cossolo.

Secondo il Presidente Assofarm Venanzio Gizzi, l’articolo 34 mette finalmente ordine nel sistema di raccolta dei dati con effetti positivi sia per il decisore politico che all’interno delle farmacie. «Pensiamo al Covid – commenta Gizzi – in caso di nuove grandi emergenze la farmacia governa i dati dei flussi dei farmaci e i decisori politici hanno a disposizione un’analisi più accurata per gestire meglio la salute dei cittadini».

“Si tratta di un approccio utile in quanto fornisce dati reali del consumo dei farmaci e con un potenziale enorme in diversi ambiti – aggiunge il prof. Rasi – ad esempio nel processo di HTA (Health Tecnology Assessment) e anche in sede di contrattazione, di valutazione e verifica della gestione della spesa farmaceutica”.

L’offerta di Pharma Data Factory. La proposta BeST
Pharma Data Factory, in questo contesto, è riuscita a cogliere prontamente i significativi cambiamenti derivanti dall’art.34 e a offrire la banca dati più puntuale ed estesa del mercato, con il 95% di farmacie monitorate e la rilevazione dei consumi reali, per il dato di sell-out dei farmaci in Italia più preciso attualmente a disposizione. Cambiamenti che prendono forma con la proposta BeST, Beyond Sell-out Trend, la soluzione altamente tecnologica di analisi dei dati di performance e di vendita.

“L’introduzione dell’art. 34 – spiega il CEO di Pharma Data Factory, Giorgio Cenciarelli – ridà autorevolezza ai dati dei consumi dei farmaci che negli anni avevano subito distorsioni dovute a diversi fenomeni di mercato. La norma ha permesso a Pharma Data Factory di raggiungere due grandi obiettivi: avere la copertura del 95% delle farmacie italiane e disporre del monitoraggio di tutti i farmaci dispensati in farmacia, sia a carico dei cittadini che a carico del Ssn. Per dare ulteriore solidità del dato, abbiamo accostato alla copertura praticamente censuaria delle farmacie, indicatori innovativi ed unici sul mercato, fino al minimo dettaglio territoriale dei 3640 GeoCluster, garantendo l’analisi puntuale dell’efficacia delle strategie commerciali”

“Sembrava impossibile qualche anno fa e invece oggi possiamo affermare che il dato di sell-out generato grazie all’art. 34 risolve una serie di anomalie che avevano eroso la qualità del dato di sell-in (quest’ultimo) ormai una proxy debolmente rappresentativa del reale consumo dei farmaci in particolare a livello territoriale. Oggi, senza dubbio il sell-out è il nuovo standard di riferimento del mercato” commenta Alessia Palluzzi, Direttore Generale di Consulcesi Homnya.”

“Il patrimonio che ha costruito Pharma Data Factory – prosegue Palluzzi – restituisce maggior valore e autorevolezza a un dato che ora, da semplice commodity torna ad avere una valenza strategica. In questo contesto, il gruppo Consulcesi ha affiancato fin dall’inizio Pharma Data Factory mettendo a disposizione con Consulcesi Homnya la propria grande esperienza nel mondo farmaceutico”.

Consulcesi – Massimo Tortorella

Veneto, in 6 mesi 73mila richieste all’azione collettiva Aria Pulita

Da giugno ad oggi sono oltre 73mila i residenti del Veneto che hanno palesato il proprio interesse all’azione collettiva Aria Pulita, portata avanti dal team di legali di Consulcesi. In particolare, da Venezia sono arrivate quasi 17mila dimostrazioni di interesse all’iniziativa.

“È un chiaro segnale che in Veneto l’aria sta cambiando e non mi riferisco a quella che i residenti della regione respirano, che continua a essere tra le peggiori d’Europa, ma alla maggiore attenzione e consapevolezza dei potenziali danni derivanti dall’inquinamento atmosferico”, commenta Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi Group. Negli ultimi due mesi sono state registrate il maggior numero di richieste: in 60 giorni i legali di Consulcesi hanno raccolto ben 49.500 ‘Sos’, di cui quasi 11mila provenienti solo da Venezia.

“Il Veneto è tra le regioni italiane che ospita più comuni e città candidabili all’azione collettiva Aria Pulita – spiega Consulcesi in una nota – Sono infatti 436 i comuni veneti eleggibili per l’iniziativa legale tra i 3.384 comuni e città italiane totali individuate dal team di Consulcesi tra quelli per i quali la Corte di Giustizia Europea ha multato l’Italia per violazione del superamento dei valori soglia di polveri sottili (Pm10) e biossido d’azoto (NO2)”.

“Dal risveglio dell’eco-coscienza all’azione il passo è breve – evidenzia Tortorella – Nei prossimi mesi ci aspettiamo un vero e proprio boom di adesioni dal Veneto che, insieme alle altre aree ricomprese nella Pianura Padana, hanno pagato e continuano a pagare il prezzo più alto di politiche ambientali e sanitaria poco lungimiranti”.

“Il coraggio con cui i nostri concittadini del Veneto si stanno facendo avanti mostrando il proprio interesse verso iniziative come Aria Pulita può essere un esempio concreto di come si può e si deve fare pressione tra i decisori politici affinché affrontino, una volta per tutte, il problema dell’aumento di emissioni inquinanti nell’atmosfera e della conseguente scarsa qualità dell’aria in Italia”, conclude il presidente di Consulcesi.