Sanità: Ecm, da Consulcesi guida su ultime novità e delibera ‘sposta-crediti’

Ecm: ci sono due novità sulla scadenza dello spostamento crediti e sul bonus per i corsi a tema vaccini, fondamentali per assolvere all’obbligo formativo ed evitare di incorrere in sanzioni alla conclusione del triennio, come evidenziano le delibere 5/24 e 6/24 emanate dalla Commissione nazionale per la formazione
continua in medicina. A spiegare cosa cambia e come tutelarsi ci pensa la nuova guida gratuita di Consulcesi Club rilasciata a margine del webinar ‘Obbligo formativo Ecm e assicurazioni: le ultime novità. A cosa fare attenzione nel triennio’, in cui esperti del settore hanno commentato le nuove modalità ed è stato proposto un video tutorial per completare il procedimento di spostamento su CoGeAPS.
Questo evento – si legge in una nota – ha sottolineato l’importanza della formazione continua e dell’educazione in medicina, essenziali per mantenere alti standard professionali e garantire qualità nelle cure ai pazienti. “La formazione continua in medicina è cruciale per garantire che i professionisti della
salute possano aggiornarsi costantemente, migliorare le loro competenze e affrontare le nuove sfide del settore sanitario – ha commentato Simona Gori, responsabile di Consulcesi Club – In un settore come la sanità, che cambia velocemente, la necessità di mantenere un livello di preparazione elevato non solo risponde alle esigenze dei pazienti, ma assicura anche che i professionisti possano operare con la massima efficienza e sicurezza”.
Nel dettaglio, la delibera 6/24 modifica quella dell’8 dicembre 2023, ricorda Sandro Di Sabatino, esperto del sistema Ecm. La prima novità riguarda l’estensione della scadenza dei corsi utili per lo spostamento dei crediti, che include adesso anche quelli effettuati entro il 31 dicembre 2023, ma con ‘data di fine evento’ fissata nel 2024. Inoltre, cambia anche il termine per lo spostamento dei crediti, esteso fino al 31 dicembre 2025, il che fornisce ai professionisti un periodo più lungo per completare questa procedura tramite il sito del CoGeAPS. Per agevolare i professionisti sanitari, oltre alla guida gratuita disponibile sul sito, Consulcesi mette a disposizione il servizio di ‘Assistente personale dedicato’, un consulente che accompagna l’utente in ogni fase del processo, dal login al sito CoGeAPS alla procedura di spostamento crediti, e si assicura in tempo reale che tutto vada a buon fine. E’ inoltre possibile consultare, in ogni momento, anche un video tutorial accompagnato da infografiche che spiegano passo dopo passo le corrette procedure. Registrandosi gratuitamente a Consulcesi Club, si potrà accedere a tutti gli approfondimenti dedicati alla formazione dei
professionisti sanitari e scoprire gli altri vantaggi della soluzione digitale, da contenuti con formati innovativi al nuovo network ‘Elenco professionisti’.
La delibera 5/24 – ricorda la nota – stabilisce di “attribuire ai professionisti sanitari che acquisiscano crediti in materia di vaccini e strategie vaccinali un bonus per il triennio 2026-2028, pari al numero di crediti effettivamente conseguiti nel triennio 2023-2025 su tale tematica, fino a un massimo di 10 crediti”. La Commissione Ecm conferma, dunque, l’interesse verso i vaccini come strumento imprescindibile per la salute e che necessita di professionisti formati.

Sul fronte assicurativo, con l’entrata in vigore dei decreti attuativi della Legge 24/17 (cosiddetta Gelli- Bianco) sulla responsabilità professionale degli esercenti la professione sanitaria, diventa operativo l’articolo 38 bis del decreto 152 del 2021, che subordina l’efficacia delle polizze assicurative al completamento del 70% degli obblighi formativi nel triennio. In pratica – spiega Consulcesi – i professionisti che non raggiungeranno questa percentuale entro il 31 dicembre 2025 non potranno beneficiare della copertura assicurativa, trovandosi quindi scoperti in caso di contenziosi. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, lo ha ribadito con molta chiarezza in una recente intervista. Sull’importanza di essere in regola con l’obbligo Ecm per non trovarsi scoperti con la propria polizza assicurativa in caso di dispute legali, Di Sabatino osserva: “La formazione continua è un dovere deontologico per i medici e tutti gli operatori
sanitari. Essere adeguatamente formati e aggiornati è essenziale per rispondere al diritto del paziente di essere curato da un professionista preparato e al passo con l’evoluzione della ricerca scientifica”.
Oltre alla nuova guida, il servizio di Assistenza personale e il video tutorial, Consulcesi mette a disposizione “l’innovativa piattaforma digitale – ha concluso Gori – che offre contenuti esclusivi, formazione Ecm, servizi legali e assicurativi, convenzioni e un network per ampliare visibilità e contatti professionali”.

Massimo Tortorella

Consulcesi, ‘per Tribunale diritto mare spettano a Stati azioni di contrasto’

“Il Tribunale per il diritto del mare riconosce, come già fatto da altri organi internazionali, che il cambiamento climatico e le sue cause rappresentano una minaccia per i diritti umani, in quanto compromettono la salubrità dell’ambiente in cui viviamo e il nostro diritto alla salute”. E con una “pronuncia storica” dà “una ulteriore conferma al corpus di evidenze giuridiche e scientifiche che mette al centro la responsabilità degli Stati di contrastare l’inquinamento”. Così i legali di Consulcesi, network impegnato nella difesa del diritto alla salute e ad un ambiente salubre attraverso l’azione collettiva Aria Pulita, commentano il primo parere consultivo (advisory opinion) arrivato dall’organo indipendente dell’Onu in materia di clima, che “costituisce un precedente legale importante”, spiega Bruno Borin, a capo del team legale Consulcesi.
Il parere consultivo dell’Itlos (International Tribunal for the Law of the Sea) – riporta una nota – arriva in risposta alle domande avanzate da un gruppo di piccoli Stati insulari sugli obblighi dei governi di proteggere l’ambiente marino dal cambiamento climatico, a partire dall’inquinamento causato dai gas serra. Secondo quanto denuncia la Commissione degli Stati insulari minori sul cambiamento climatico (Cosis), che era stata incaricata di effettuare le verifiche tecnico-scientifiche nelle località oggetto del parere, i Paesi insulari sono
minacciati dall’innalzamento del livello del mare e dagli altri effetti del cambiamento climatico, di cui l’inquinamento atmosferico da gas serra è una delle cause. Questi Stati più piccoli – si legge – contribuiscono solo per circa l’1% alla crisi climatica, ma ne subiscono gli effetti più gravi. Pertanto, conclude il Cosis in rappresentanza di questi, è necessario che i Paesi più ricchi e quelli con alti livelli di inquinamento si assumano la responsabilità per il loro contributo storico e continuativo al cambiamento climatico.
Al tribunale è stato chiesto di esprimere il proprio parere considerando in particolare tre quesiti: le emissioni di gas serra si qualificano come inquinamento marino? Quali sono gli obblighi degli Stati al fine di prevenire e ridurre tale inquinamento? Quali sono invece gli obblighi per proteggere e preservare gli oceani dagli impatti del cambiamento climatico? Nella sua pronuncia – riferisce la nota – il tribunale internazionale ha concluso che le emissioni di gas serra costituiscono una forma di inquinamento marino, e che quindi gli Stati firmatari della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos), hanno “l’obbligo specifico” di adottare “tutte le misure necessarie per prevenire, ridurre e controllare l’inquinamento marino derivante dalle emissioni di gas serra di origine antropica”. Per raggiungere questi obiettivi, “i Paesi devono quindi allineare le loro politiche climatiche e basarsi sulle conoscenze scientifiche più recenti. Non solo”, sottolinea Borin: “Il tribunale ribadisce che, in mancanza di dati certi, gli Stati devono applicare il
principio di precauzione previsto dal diritto internazionale”.
Nella sua pronuncia – evidenzia ancora Consulcesi – il tribunale sottolinea la necessità di perseguire gli obiettivi stabiliti nell’Accordo di Parigi, in particolare l’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura globale entro +1,5°C nelle tempistiche definite. Aggiungendo tuttavia che, “anche se uno Stato rispetta gli
impegni dell’accordo – rimarca Borin – non significa automaticamente che abbia soddisfatto i suoi obblighi giuridici ai sensi della Unclos. Questi ultimi sono infatti requisiti legali distinti, sebbene correlati, relativi alla crisi climatica”.
“Sebbene il parere consultivo non sia legalmente vincolante – conclude Borin – come ipotizzano anche altri esperti, potrebbe e anzi dovrebbe, influenzare significativamente le future decisioni su questioni climatiche”. La pronuncia, conclude il legale di Consulcesi, “conferma che la questione dell’inquinamento
atmosferico non può essere più relegata al concetto di danno concreto al singolo, ma come sempre più analisi mostrano ci sono una serie di conseguenze indirette, nel breve e nel lungo termine, che occorre considerare e prevenire”.

Massimo Tortorella

“Aria pulita” o aria fritta? Dentro l’azione legale collettiva di Consulcesi che promette maxi risarcimenti

Consulcesi, network legale con sede in Svizzera, promuove un’azione legale collettiva che ipotizza enormi risarcimenti per gli abitanti di città italiane che hanno sforato i limiti di inquinamento. Al costo di 350 euro.

Davvero così facile?
Se per una volta qualcuno dovesse pagare per il carico di smog che quotidianamente, da anni, perfino decenni, respirano gli abitanti delle zone più inquinate d’Italia? Se in cambio di quel rischio per la propria salute, potessero ottenere un lauto risarcimento da parte di quelle autorità locali e nazionali che non hanno fatto abbastanza per proteggerli da particelle sottili e biossido di azoto?

L’azione legale di Consulcesi e il boom d’interesse
È su queste premesse che il network legale Consulcesi ha avviato nell’estate del 2023 l’azione legale collettiva “Aria pulita”, ottenendo, secondo i dati forniti dagli stessi promotori, un successo imponente.
Addirittura a sei mesi dal lancio, ben 1,15 milioni di italiani, avrebbero manifestato interesse all’azione collettiva (211mila solo a Milano, 140mila a Roma). Per questo, il Salvagente ha deciso di approfondire la questione nel servizio sul numero in edicola a maggio.

350 euro per aderire
Un dato che sorprende, anche in considerazione del fatto che, per aderire all’azione legale collettiva (che tecnicamente non può definirsi class action, viste le differenze in qualche aspetto), Consulcesi chiede un versamento di 350 euro, non certo pochi spicci. Perché allora così tanto entusiasmo?

La direttiva Ue sugli standard di qualità  Probabilmente perché in caso di successo ogni ricorrente, almeno secondo le affermazioni dei promotori, potrebbe accedere a un risarcimento enorme: anche diverse centinaia di migliaia di euro. E proprio queste cifre, così come il battage sui social della campagna, oltre alla mole di persone interessata ci hanno spinto ad approfondire. “Se hai vissuto in aree inquinate, puoi aderire all’Azione collettiva e chiedere il
risarcimento” spiega Consulcesi sul proprio sito. Un’azione basata sulla Direttiva comunitaria 50 del 2008 che prevede specifici standard di qualità dell’aria, rispetto ai livelli massimi di Pm10 e NO2, che tutti gli Stati membri dell’Unione europea devono rispettare per tutelare i cittadini dai rischi derivanti dall’inquinamento atmosferico.

Le procedure d’infrazione
Lo Stato membro è considerato inadempiente quando non recepisce una direttiva, quando la recepisce in ritardo o quando la legge di recepimento non raggiunge gli obiettivi stabiliti dall’Unione europea. In tutti questi casi, la Commissione europea può avviare una procedura d’infrazione, e se vengono confermate le violazioni e l’inerzia dello Stato membro, si può giungere a una condanna che può consistere nel pagamento di sanzioni economiche E qui si inserisce Consulcesi, secondo cui “qualora il cittadino non possa godere di un diritto attribuito dalle normative europee a causa della mancata o ritardata attuazione di una direttiva, ha la possibilità di intentare una causa per chiedere il risarcimento allo Stato inadempiente”.

Il risarcimento richiesto
Nel caso di Aria Pulita, l’azione collettiva volta a ottenere un risarcimento per il potenziale danno alla salute, “si rivolge nei confronti dello Stato italiano e delle regioni che non hanno rispettato i limiti” imposti dalla direttiva comunitaria. Ma come si arriva all’ipotesi, senza dubbio invogliante, di ritrovarsi fino a centinaia di migliaia di euro di risarcimento? È la stessa Consulcesi che guida il potenziale cliente attraverso una procedura, dopo una registrazione con i propri dati personali, che porta a compilare un form in cui viene chiesta la città di residenza e gli anni in cui ci si è vissuto dal 2008 al 2018. “Richiederemo, fino a 99
euro per ogni giorno di residenza, per ogni giorno vissuto nella zona di inquinamento accertato” spiega il network, che però chiarisce: “Il risarcimento giornaliero può variare in base alla valutazione discrezionale del giudice”. In base al calcolo dello stesso sito, simulando di essere residenti per il tempo massimo considerato nella città di Roma, viene fuori che possiamo ambire addirittura a oltre 397mila euro. Se queste sono le cifre, un investimento di 350 euro a fronte dell’azione collettiva è poca roba. Ma una causa del genere ha speranza di riuscita nel nostro paese?

Le problematiche relative al tipo di azione legale
L’avvocato Andrea Farì dello studio legale Ambientalex, docente di diritto dell’ambiente all’Università Lumsa, spiega al Salvagente: “Il tema è a cosa servono queste cause. Se le immaginiamo come strumenti, le cosiddette liti strategiche per indurre l’amministrazione o l’ente competente di turno, a muoversi, ad adottare atti che magari negli anni non ha adottato o che ha adottato in modo inefficiente, probabilmente sono strumenti che possono trovare una loro utilità. Ma – continua Farì – da quello che ho potuto leggere on line, questa è una causa che sembrerebbe riconducibile non tanto all’ambiente quanto alla tutela risarcitoria del danno alla salute”.

Si chiede un risarcimento anche per chi non ha evidenza di patologie
Tra gli aspetti critici, sempre restando al merito, secondo Farì, il fatto che “per ottenere un risarcimento però presuppone due cose, la prima che il danno alla salute ci sia, perché il verificarsi di un fatto di inquinamento non implica, di per sé, l’automatica sussistenza di un danno alla salute, e come secondo tema il nesso causale, cioè la dimostrazione che il danno sia dovuto all’inquinamento”. A  questo si aggiunga la criticità di ottenere un risarcimento sia per una persona che si è ammalata che per una che è in perfetta salute, ma teme di ammalarsi in futuro. “Il problema si pone alla luce del fatto che, per quanto è dato comprendere, non sembra che la sussistenza di una malattia in atto (riconducibile all’inquinamento) costituisca presupposto per partecipare all’azione essendo, almeno all’apparenza, sufficiente la sola residenza nell’area interessata dai fattori inquinanti”, commenta Farì.

La differenza con il caso Eternit
Per quanto riguarda il nesso causale, “su questo certamente ci sono delle assonanze che possono essere valorizzate. Per dire, chi si è ammalato per l’Eternit e ha dimostrato che la propria forma cancerogena dipendeva da quello, certamente ha potuto far conto sulla non corretta gestione di quel materiale e quindi chiedere risarcimento a chi era responsabile di quella gestione del materiale”, ragiona l’esperto di Ambientalex, mentre dimostrare un rapporto causa-effetto sul danno potenziale per la qualità dell’aria, parlando di casi singoli, è più problematico, tanto più che, aggiunge Farì: “Ci sono sentenze della Corte di giustizia che proprio sulla direttiva della qualità dell’aria, quella per la quale l’Italia è stata condannata per inadempienza, dicono che da essa non discende un diritto soggettivo azionabile dei singoli”.

Spetta al giudice decidere
Altro aspetto delicato è il riferimento alle cifre di possibili risarcimenti: “Non esistono ancora i criteri di quantificazione del danno ambientale, li aspettiamo dal 1986 in Italia, quindi immagino che criteri così univoci ancora siano quantomeno non consolidati” commenta Farì, “il giudice, di regola, valuta danni alla salute caso per caso, tenendo conto dei differenti effetti su ciascun soggetto. Appare quindi difficile quantificarli in astratto in una misura applicabile a una intera classe di soggetti, inevitabilmente caratterizzati da peculiarità individuali”.

Marketing aggressivo: una questione deontologica
Passando dal merito al metodo, a suscitare interrogativi è il marketing aggressivo da parte di Consulcesi relativamente all’azione legale Aria Pulita. La deontologia dell’Ordine degli avvocati nel nostro paese da questo punto di vista è molto stringente sia sulle forme di pubblicità che sulle modalità di accaparramento
di clienti. Ad approfondire la questione con il Salvagente è l’avvocato Carla Secchieri, fino al 2022 membro della commissione Deontologia del Consiglio nazionale forense: “La materia – spiega l’esperta- è regolata
dagli articoli 17 e 35 del Codice deontologico forense. È consentito all’avvocato dare informazioni sulla propria attività professionale, sull’organizzazione e struttura dello studio, sulle eventuali specializzazioni e titoli scientifici e professionali posseduti. Le informazioni diffuse pubblicamente con qualunque mezzo, anche informatico, debbono essere trasparenti, veritiere, corrette, non equivoche, non ingannevoli, non denigratorie o suggestive e non comparative. La pubblicità dell’avvocato – aggiunge – incontra poi i limiti del divieto di accaparramento della clientela”.

Consulcesi è una società di servizi, non uno studio legale
Bisogna qui chiarire un aspetto: Consulcesi tecnicamente è una società di servizi con sede legale in Svizzera che si appoggia ad avvocati italiani in caso di azioni nel nostro paese, e non uno studio legale, dunque il tipo di promesse e messaggi allettanti presenti sul suo sito non deve sottostare allo stretto Codice deontologico
degli avvocati italiani. Questo naturalmente non significa che non dovrebbe rispondere, come qualsiasi altra azienda operante nel nostro territorio, di eventuali accuse di scarsa trasparenza o pubblicità ingannevole, ma a interessarsene in questo caso sarebbe l’Autorità garante per le comunicazioni o l’Antitrust.

Le spese non considerate tra le pieghe del “legalese”
A ben guardare, nel contratto che propone Consulcesi per aderire all’azione legale collettiva, alcuni passaggi potrebbero non essere facilmente intellegibili da una persona che non mastica il “legalese”. Per esempio, il corrispettivo di 350 euro per farsi rappresentare, spiega il contratto, “si intende comprensivo
delle spese per l’avvio dell’azione giudiziaria collettiva e degli onorari spettanti al legale incaricato ai fini della rappresentanza nel I grado di giudizio, non comprendendo spese eventualmente disposte dall’organo giudiziario competente”. Ma quali potrebbero essere queste spese, ce lo spiega l’avvocato Secchieri: “Quelle, ad esempio, che si dovrebbero sostenere nell’ipotesi in cui la causa venisse rigettata con condanna alle spese”. E non solo.
Gli approfondimenti a carico del ricorrente che il giudice può disporre

Durante il processo il giudice potrebbe disporre degli approfondimenti, delle perizie di parte, per esempio, e in quel caso, toccherebbe ai ricorrenti mettere mano al portafogli. Insomma, anche solo a volersi fermare al primo grado di giudizio, i 350 euro potrebbero lievitare e non di poco. Al contrario, se a ventilare il possibile risarcimento di centinaia di migliaia di euro fosse un avvocato che opera per conto di Consulcesi, la situazione sarebbe differente: “Sia il Consiglio nazionale forense che la Corte di Cassazione nell’esaminare un caso simile hanno ritenuto sussistente la violazione dell’articolo 37 del Codice di condotta per l’inosservanza dell’espresso divieto di offrire, senza esserne richiesto, una prestazione rivolta a potenziali interessati per uno specifico affare. La violazione va però esaminata nel concreto” specifica Carla Secchieri, che aggiunge come in tal caso, la sede legale in Svizzera non potrebbe agire come scudo: “È
irrilevante se l’avvocato ha uno studio in Svizzera, se è iscritto a un ordine degli avvocati italiano. Ove si trattasse di un avvocato svizzero, ammesso che sia abilitato ad esercitare in Italia, la competenza disciplinare è concorrente. Vale il criterio della prevenzione, ossia di chi apre per primo il procedimento disciplinare”.
Dunque, a sentire gli esperti, quella di Consulcesi è un’azione legale dagli esiti incerti. Probabile invece che, comunque vadano le sentenze, Aria Pulita porterà allo stesso network tanti soldi e altrettanta pubblicità.

Consulcesi: “È la prima del genere, ma possiamo vincerla”
Il Salvagente ha chiesto a Bruno Borin, responsabile legale del network Consulcesi, una risposta ai nostri dubbi e alle perplessità rispetto la loro azione legale Aria pulita. Riportiamo di seguito un estratto dell’intervista.

Dottor Borin, come mai la vostra sede è in Svizzera, e non in Italia?
La scelta è stata quella di internazionalizzare. È il nostro cuore pulsante con diverse risorse con background più internazionale.

Avete già avviato qualche causa in paesi che non siano l’Italia?
Allo stato attuale no.

Com’è possibile ottenere un risarcimento anche per una persona che non ha nessun problema di salute?
Attraverso molti studi, durati anni, siamo arrivati a una relazione tecnico-scientifica prodotta da una società esterna, la Società italiana di medicina ambientale. Alleghiamo migliaia di studi scientifici a livello internazionale, che vanno a dire che c’è una correlazione diretta tra la qualità dell’aria che respiriamo e una miriade di problemi: cardiocircolatori, ictus, respiratori.
Il vostro sito espone delle cifre, parla anche di centinaia di migliaia di euro di risarcimento in base agli anni di residenza nelle aree inquinate.
Quando parliamo del quantum risarcitorio o di un’azione legale, noi siamo molto chiari. In un’azione legale non si può parlare di un successo sicuro al 100%, c’è un’area di rischio e una discrezionalità da parte del giudice, ancora di più in un’azione innovativa come questa.

Ma quanto innovativa? Qualcun altro ha fatto nel mondo azioni del genere?
Con questa struttura no. Parlate di risarcimento fino a 99 euro per ogni giorno vissuto nell’area interessata. Da dove arriva questa cifra?
La stima specifica di quel quantum risarcitorio è legata alle tabelle di Milano, che sono state costruite nel tempo dalla giurisprudenza e che solitamente vengono prese per quantificare anche dei danni non patrimoniali. Però, all’interno dell’atto di citazione, anche per mettere pressione, metteremo quelli come
tanti altri criteri.
I 350 euro servono a coprire tutte le spese per l’intero primo grado di giudizio?
Coprono dall’inizio alla fine fino a sentenza, ma anche la consulenza legale, che ti segue lungo tutto il percorso. Se poi la sentenza non fosse positiva, ci soffermiamo insieme al cliente per valutare tutti i passi, tutti gli step.
Se al primo grado il giudice boccia il vostro ricorso e vi condanna a pagare le spese legali, chi le paga?
La persona che ha messo 350 euro si occuperà in caso di spese di soccombenza di pagare gli importi.
Guardando però anche qui agli importi e al numero di persone, il rischio concreto per un soggetto che partecipa è di poche decine di euro.
Tra le spese che ordina il giudice, a carico del cliente, ci sono per esempio le perizie di parte…
Non ho la sfera di cristallo. Come non posso dire vinciamo o perdiamo. Noi partiamo dall’assunto che certamente ci sono stati questi sforamenti, quindi non ci sarà la necessità di una perizia per valutare ex post se ci sono stati oppure no.
Veramente più di un milione di italiani hanno già aderito alla vostra azione legale aria pulita?
Si tratta di ‘manifestazioni di interesse’ e non di ‘adesioni’, perché è un po’  diverso. Comunque hanno già aderito svariate migliaia di persone.
Avete già avviato le azioni legali?
Sì, alcune le abbiamo già avviate. Abbiamo depositato due azioni a Milano, a Colonno, per la regione Lombardia. In Piemonte, a Torino, nel Lazio, nel Veneto.
Tirando fuori queste cifre di possibili risarcimenti, non state andando a stimolare un comportamento quasi da gioco d’azzardo? Potete farlo dal punto di vista deontologico?
Lo prendo come uno spunto estremamente utile e non come una domanda critica. In realtà da un punto di vista deontologico sì, perché non è l’avvocato che fa questo tipo di sollecitazione sul territorio, ma noi che siamo una società di servizi.
Nel dettaglio?
Consulcesi coordina e gestisce l’azione legale perché predispone il sistema informatico, l’area riservata, le notizie, il rapporto col cliente eccetera, eccetera. Dopodiché fisicamente, Consulcesi sceglie i migliori avvocati sul territorio italiano e da loro mandato. Dunque da un punto di vista dentologico nessuno può
sollevarci nulla, però io sono contrario al gioco d’azzardo, quindi non vorrei che passasse questo tipo di messaggio.

Massimo Tortorella

Tumori, Consulcesi: Aria pulita sostiene Bicinrosa contro cancro al seno

L’azione collettiva per il diritto a un ambiente meno inquinato supporta la pedalata solidale del Campus Bio-Medico di Roma
L’azione collettiva ‘Aria pulita’, che Consulcesi porta avanti per difendere il diritto di tutti i cittadini alla salute e a vivere in un ambiente sano, sostiene Bicinrosa, la pedalata solidale organizzata dalla Fondazione Policlinico universitario Campus Bio-Medico dedicata alla ricerca contro il tumore al seno e alla promozione
di stili di vita corretti, in programma il 7 aprile per le vie del centro storico di Roma.
Sempre più dati – si legge in una nota – confermano l’associazione tra l’esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico da polveri sottili e il rischio di cancro al seno, oltre a molte altre patologie, da quelle respiratorie e neurologiche a quelle legate all’apparato riproduttivo, solo per citarne alcune. In
questo contesto, “Consulcesi ritiene fondamentale aumentare l’attenzione pubblica sull’importanza di vivere in un ambiente sano e respirare aria pulita e sollecitare azioni efficaci e tempestive da parte delle autorità competenti a sostegno di questi obiettivi – afferma Simona Gori, direttore generale Consulcesi
Group – Per questo non poteva mancare il sostegno di Aria pulita a Bicinrosa. Intervenire ora, senza più deroghe” sul ripristino della qualità dell’aria e degli ecosistemi, in nome del diritto universale di vivere in un ambiente sano, è infatti l’appello che l’azienda di riferimento in ambito legale e formativo per i
professionisti sanitari rilancia attraverso l’azione collettiva e, oggi, anche attraverso il sostegno alla pedalata solidale promossa dalla Breast Unit della Fondazione Campus Bio-Medico.
L’inquinamento dell’aria – ricorda Consulcesi – rappresenta una vera e propria minaccia per la salute delle persone, a partire dai più fragili e dai bambini. Sempre più studi confermano che il rischio di cancro al seno cresce significativamente all’aumentare dell’esposizione a polveri sottili. Uno studio presentato recentemente al Congresso europeo di oncologia (Esmo) di Madrid dimostra un aumento del rischio di cancro pari al 28% quando l’esposizione all’inquinamento atmosferico da polveri sottili (Pm 2.5) aumenta di 10 μg/m3, approssimativamente equivalente alla differenza nella concentrazione di particelle Pm2.5 tipicamente osservata nelle aree rurali rispetto a quelle urbane d’Europa. Per questo, ridurre quanto prima l’inquinamento atmosferico fino a raggiungere i livelli raccomandati dall’Organizzazione mondiale della
sanità (Oms) si conferma ancora una volta una priorità fondamentale anche, ma non solo, nella lotta contro i tumori.
Per dare voce alla preoccupazione dei cittadini che hanno respirato e continuano a respirare aria ‘avvelenata’, come accertato dalla Corte di Giustizia europea con due storiche sentenze (del 10 novembre 2020 e del 12 maggio 2022), il team di legali Consulcesi ha deciso di avviare un’azione collettiva, volta a chiedere un risarcimento e più tutele per la salute di tutti. In totale, sono circa 40 milioni i cittadini costretti a respirare aria malsana e potenzialmente dannosa per la salute e che, per questo, possono richiedere un risarcimento allo Stato e alle Regioni, aderendo all’azione collettiva Aria pulita. Partecipando all’iniziativa si
avrà quindi non solo la possibilità di ottenere un risarcimento equo per la violazione del diritto a vivere in un ambiente salubre, ma anche di prendere in mano la salute propria e quella dei propri cari. Per aderire basta dimostrare, attraverso un certificato storico di residenza, di aver risieduto tra il 2008 e il 2018 in uno o più dei territori coinvolti. Per scoprire se e come partecipare all’azione legale, Consulcesi mette a disposizione il sito di Aria pulita: aria-pulita.it.

Massimo Tortorella 

Giornata nazionale della Salute della Donna, screening gratuiti degli specialisti LILT nell’Unità mobile della Fondazione Consulcesi

“La lotta alle patologie oncologiche è un gioco di squadra. Fare rete e lavorare per rafforzare collaborazioni come quella con Fondazione Consulcesi è fondamentale per raggiungere quelli che sono obiettivi comuni e migliorare la salute della donna e dell’umanità, perché come mi piace sempre ricordare, se un mondo senza uomini è impossibile, un mondo senza donne è inimmaginabile”. Così il Presidente Nazionale della LILT, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, il professor Francesco Schittulli in occasione della Giornata Nazionale della Salute della Donna.
L’iniziativa, promossa dal Ministero della Salute, a cui ha partecipato il ministro Orazio Schillaci, si è svolta a Roma, presso la Città del Cinema di Villa Borghese. Fondazione Consulcesi, insieme a Fondazione Progetti del Cuore, ha supportato gli specialisti della LILT con la sua Unità Mobile dove sono stati offerti screening di prevenzione condotti dagli specialisti.
“Le donne sono più forti, sono più sensibili, e spesso sono coloro che guidano la prevenzione, supportando ed esortando spesso compagni restii e più deboli psicologicamente a fare controlli – ha dichiarato Schittulli–. Dobbiamo impegnarci di più affinché la donna possa rimanere sana nel corso di tutta la sua vita, la salute della donna è fondamentale per tutta la società”.
“Siamo lieti che la Fondazione Consulcesi, con la sua Unità Mobile sia stata scelta tra i partner che possono supportare le visite mediche e le consulenze oncologiche con distribuzione di materiale divulgativo- scientifico da parte di specialisti della rete LILT in questa importante occasione – ha affermato Simone Colombati, Presidente di Fondazione Consulcesi -. L’impegno di Fondazione Consulcesi a sostegno dell’accesso alle cure per tutti non può che passare anche per attività di prevenzione come questa”.

“Solo attraverso una piena tutela della salute delle donne possiamo realizzare quei principi di equità, inclusione e uguaglianza su cui si fonda il nostro sistema sanitario. A questo rivolgiamo ogni giorno il massimo impegno. Credo sia importante oggi avere strumenti più moderni per ricordare alle donne l’adesione agli screening – ha asserito il ministro della Salute Schillaci -. Accanto all’impegno per la prevenzione stiamo lavorando per potenziare la sanità di prossimità affinché ogni donna ovunque si trovi possa ricevere le risposte alla proprie esigenze sociali e di salute. Per assicurare un modello integrato d’intervento il Sistema Sanitario Nazionale mette a disposizione di tutte le donne una rete capillare di servizi territoriali. Li stiamo rafforzando anche con le risorse del Pnrr”.
“Ricordo che in questa Giornata si svolgono in tutta Italia iniziative per permettere alle donne di avere accesso a consulti e screening gratuiti, grazie all’adesione di numerosi ospedali, strutture sanitarie e associazioni – ha sottolineato ancora Schillaci – . Per questo ringrazio la LILT che ha messo a disposizione oggi due unità mobili per visite e screening gratuiti, i medici che hanno aderito a questa giornata, e le associazioni che hanno allestito punti informativi. Il benessere delle donne lungo tutto l’arco della vita è un
presupposto irrinunciabile per la piena realizzazione del diritto alla salute, garantito dalla nostra Costituzione. Con questa consapevolezza siamo impegnati per migliorare la prevenzione, l’assistenza e la cura”.

Massimo Tortorella – Consulcesi

Homnya (gruppo Consulcesi) acquisisce Giornalidea, editore di Pharmacy Scanner e Farma7

Prosegue il potenziamento di Homnya, data-marketing media company del gruppo Consulcesi, come “best in class” anche nel mondo della Farmacia italiana. È stata infatti conclusa l’acquisizione di Editoriale Giornalidea, operazione che segna un altro importante passo dell’evoluzione del gruppo guidato da Massimo Tortorella, già entrato nei piani di investimento del fondo Gyrus Capital. Editoriale Giornalidea è leader nell’informazione al farmacista da oltre 40 anni con testate di spicco come Farma 7 (da 38 anni organo ufficiale della Federfarma), Farma Mese e Panorama Cosmetico e raggiunge tutte le farmacie
italiane con oltre 75mila copie di tiratura mensile. Inoltre, la presenza online con testate come Pharmacy Scanner, Tuttodiabete.it, Farma Manager Academy e Farma Social Connect dimostra un approccio digitale alla comunicazione nel settore.
Affiancando Giornalidea al gruppo Sics, editore de ilFarmacista e FofiLive nonché di Quotidiano Sanità e oltre 33 media di settore, Homnya si propone dunque come il referente principale e più completo nell’informazione verticale anche nell’ambito della farmacia e della professione di farmacista.
L’acquisizione di Giornalidea si colloca subito dopo l’avvio di partnership strategiche con Pharma Data Factory e Jakala a conferma di un processo fortemente strutturato e con ambiziosi obiettivi.
Ad annunciare la conclusione dell’operazione è il Ceo di Homnya Sergio Liberatore, che ne anticipa anche i risvolti: «Utilizzando asset e competenze unici lavoreremo insieme alla costruzione di un’offerta digitale, al fine di soddisfare i nostri clienti negli ambiti di comunicazione, formazione, informazione scientifica, analisi e gestione dati. Unendo gli asset digitali di Sics e Giornalidea realizzeremo, inoltre, attraverso la nuova piattaforma tecnologica di Consulcesi Club, la più grande community di farmacisti in Italia».
L’operazione è stata condotta dal team M&A di Consulcesi assistito da Cba Studio Legale per la parte legale e dallo Studio Zannini e Associati per la parte finanziaria. Editoriale Giornalidea è stata assistita dallo studio Tonucci & Partners per la parte legale, da Winnerge in qualità di advisor strategico e finanziario e dallo Studio Camnasio per la parte fiscale. «Questa operazione» dichiara Mirco Dilda, partner di Gyrus Capital «rappresenta un ulteriore passo avanti verso l’obiettivo di contribuire in modo significativo all’efficientamento del servizio sanitario nazionale con benefici diretti ai pazienti, non solo attraverso il rafforzamento delle proposte digitali di assistenza continua per operatori sanitari e aziende ma anche grazie a una rete di comunicazione e informazione mirata e accurata a loro dedicata».
«Sono orgoglioso di entrare a far parte di un grande gruppo con una storia di successi e una profonda conoscenza dell’ambito sanitario» è il commento di Lorenzo Verlato, president & founder di Editoriale Giornalidea «questo ci consentirà, attraverso un proficuo scambio di esperienze, di ampliare e migliorare la nostra offerta editoriale, rispondendo sempre di più alle esigenze e ai bisogni del nostro pubblico di riferimento, mantenendo posizioni strategiche all’interno della nuova compagine aziendale. Matteo e Chiara Verlato resteranno rispettivamente presidente di Editoriale Giornalidea e Direttore responsabile di
Farma7, Farma Mese e Panorama Cosmetico. Alla direzione di Pharmacy Scanner è confermato Alessandro Santoro».
Pochi giorni prima, Homnya aveva annunciato la nomina ad amministratore delegato di Sergio Liberatore.
«Con una carriera ricca di successi e una profonda esperienza nel campo delle lifescience» il commento di Massimo Tortorella, presidente del Gruppo «Liberatore guiderà Homnya verso nuovi traguardi. Questa nomina, che arriva in un momento di significativa crescita e potenziamento per Homnya, sottolinea
l’impegno dell’azienda verso l’innovazione e la sostenibilità nel mercato dei servizi al settore farmaceutico e biomedicale».
«Sono onorato di poter guidare una realtà italiana così innovativa e stimolante» commenta Liberatore «questa opportunità rappresenta per me un impegno a proseguire nella strada dell’eccellenza. I traguardi raggiunti finora sono un incredibile stimolo per continuare a migliorarci, con l’obiettivo di mettere
creatività, contenuti e dati al servizio di persone e aziende, trasformandoli in nuove forme di informazione e comunicazione medico scientifica». Laureato in Medicina all’università Cattolica di Roma e specializzato in Medicina interna, Liberatore è stato dal 2008 amministratore delegato e general manager di Ims Health (ora Iqvia Italia in seguito alla fusione con Quintiles). In precedenza ha lavorato per Bristol-Myers Squibb, Schering Ag e Bayer Healthcare, gestendo le affiliate locali in Italia, Stati Uniti e Uk.

Life Science Excellence Awards 2023. Mantoan (Agenas): ”Sanità digitale per rendere Ssn un modello davvero innovativo”

Oltre 300 le personalità del mondo sanitario, scientifico e del comparto industriale del settore delle lifescience hanno preso parte a Roma all’evento conclusivo della quarta edizione del premio che celebra l’innovazione nelle life science. Nel corso della serata finale Special Prize anche per la Bebe Vio Academy.

Svelati tutti i “TOP 5” per ogni categoria in gara. C’è tempo fino al 24 aprile per sottomettere i Progetti per l’edizione 2024

Una serata di festa per celebrare l’innovazione nelle life science ha chiuso il ciclo di eventi dei Life Science Excellence Awards 2023, il premio, promosso da Sics – Società Italiana di Comunicazione Scientifica e Sanitaria, nato per riconoscere, e far conoscere, i migliori progetti che hanno contribuito all’eccellenza e
alla trasformazione del settore della salute. Oltre 300 le personalità del mondo sanitario, scientifico e del comparto industriale del settore delle lifescience che hanno preso parte a Roma all’evento conclusivo della quarta edizione dei Life Science Excellence Awards.
“Dobbiamo lavorare tutti insieme per far sì che il nostro sistema sanitario nazionale torni ad essere un punto di riferimento per tutti i cittadini e possa riuscire a rispondere nel miglior modo possibile alle richieste di sanità”, ha detto Domenico Mantoan, Direttore Generale Agenas. A Mantoan è stato conferito
nel corso della serata un premio speciale da parte dei direttori dei giornali del gruppo (Quotidiano Sanità, Popular Science, Sanità Informazione e i 33 Medical Magazine) “per aver guidato l’Agenzia – questa la motivazione- fino al riconoscimento della stessa quale Agenzia nazionale per la sanità digitale. Una sfida ambiziosa e d’importanza strategica per la trasformazione in chiave PNRR del Servizio Sanitario Nazionale che, nella trasformazione digitale, identifica lo snodo principale per esaltarne principi e valori anche per il futuro, a vantaggio e salvaguardia di tutti i cittadini italiani”.
“Dopo tanti anni di stagnazione – ha sottolineato Mantoan – osservo come il nostro servizio sanitario stia vivendo un momento di grande innovazione. Il nostro Servizio sanitario nazionale vanta professionisti di altissimo livello – ha rimarcato – che hanno dimostrato tutto il loro valore durante i tre anni di pandemia. È giunto ora il momento di riformarlo nell’interesse di tutti i cittadini, affinché possa mantenere il suo carattere universalistico nel garantire le migliori cure a tutti i pazienti. Non è facile in un Paese complicato come il nostro – ha quindi aggiunto Mantoan – fare perno anche sulla digitalizzazione del sistema, ma credo che alla fine del percorso riusciremo davvero a far diventare la sanità italiana un modello innovativo”.
Oltre al premio conferito a Mantoan è stato assegnato dalla giuria del Lifescience Excellece Awards un premio speciale dedicato alla inclusione. Sul palco Massimo Tortorella, Presidente del Gruppo Consulcesi, ha consegnato il riconoscimento alla Bebe Bio Academy, un progetto pensato da Bebe Vio, organizzato e gestito dall’Associazione art4sport ONLUS, premiato come progetto dell’anno. “In un mondo che corre velocemente – questa la motivazione – c’è chi si distingue per la capacità di lasciare un’impronta indelebile nel tessuto sociale, abbattendo le barriere e rendendo lo sport uno strumento di inclusione. Questa realtà
si è distinta per l’innovazione, l’eccellenza e l’impegno costante nel portare avanti valori di solidarietà e crescita personale, dimostrando che gli ostacoli possono trasformarsi in trampolini di lancio verso nuovi traguardi”.
Impegnata a Parigi per un evento sportivo, Bebe Vio ha ringraziato la Giuria con un messaggio video.
La serata di premiazione è stata preceduta a febbraio dal “Festival dell’Innovazione”, una serie di 9 Talk Show che hanno visto alternarsi CEO, C-Level, General Manager delle aziende pharma ed esperti nelle lifescience su temi di grande attualità. Di straordinaria ricchezza anche i progetti vincitori selezionati dagli oltre 500mila medici e farmacisti iscritti alla Community di Welfare Link che per sei mesi hanno potuto votare online i progetti vincitori grazie a una imponente campagna di comunicazione realizzata grazie a un
mix di strumenti editoriali, social e di advertising che ha attraversato per sei mesi tutti i canali editoriali del mondo Homnya-Sics.
La campagna di comunicazione, finalizzata a promuovere le eccellenze su oltre 32 magazine del gruppo Sics, ha superato anche quest’anno i 9 milioni di contatti con più di 19 mila votanti attivi. A questi numeri si aggiungono i quasi 4 milioni di contatti ottenuti sui canali social (Facebook, Twitter, Linkedin e Instagram) di
Popular Science, Sanità Informazione e Quotidiano Sanità.
Tra le Aziende più premiate in tutte le categorie ci sono Pfizer con 9 riconoscimenti, GSK con 8, Astra Zeneca con 5 e Sanofi e Bayer con 4 riconoscimenti. La dead line per la sottomissione dei progetti per l’edizione 2024 è stata fissata al prossimo 24 aprile.

I “TOP 5” DEGLI EXCELLENCE AWARDS 2023
BEST COMMUNICATION CAMPAIGN OF THE YEAR
BAYER ITALIA – CITROSODINA “LIBERI CON UN BURP!”
GSK – ONCE UPON A TIME
JOHNSON & JOHNSON MEDTECH – PUNTI DI DIFFERENZA
PROCTER & GAMBLE – IN BOCCA ALLA SALUTE
SANOFI – FERMATA MIELOMA MULTIPLO

BEST COMMUNICATION PROJECT OF THE YEAR
CHIESI GLOBAL RARE DISEASES – IL PAESE DELLE RARITÀ
GSK – MISSING B
VIATRIS – PrEPARATI
NOVARTIS – PASSI DI SALUTE
PFIZER – GET TO KNOW COVID
BEST CSR PROJECT OF THE YEAR
GEDEON RICHTER – L’ETÀ DI MEZZO
JOHNSON & JOHNSON MEDTECH – SERVICE & SOLUTIONS GREEN CARDS
MEDTRONIC – HOPENWEEK-ALCUORENONSICOMANDA
NOVO NORDISK – CIRCULAR FOR KIDS
PFIZER – PINK HEALTHY OCTOBER
BEST DIGITAL CAMPAIGN OF THE YEAR
ALFASIGMA – STEP BY STHEP
ALNYLAM PHARMACEUTICALS – LIVING WITH PORPHYRIA
IBSA ITALY – TICKET TO LOVE
PFIZER – COVID LEGACY
ROCHE – MEET2TALK
BEST DIGITAL PROJECT OF THE YEAR
BAYER ITALIA – DICO SANITÀ
BOEHRINGER INGELHEIM – CONNECT2ME
DAIICHI SANKYO ITALIA SPA – CARDIOTECH ACCELERATOR
ELI LILLY ITALIA – IXPAND – TALKING POINTS ABOUT SPONDYLOARTHRITIS
MEDTRONIC – WEPARTNER ONLINE
BEST ECM EDUCATION PROGRAM OF THE YEAR
ALFASIGMA – IL VALORE DELLA COMPETENZA PER LA MEDICINA GENERALE
ALNYLAM PHARMACEUTICALS – SHERLOCK STONES
ASTRAZENECA – CARDIOLOGIA SENZA FRONTIERE
BOEHRINGER INGELHEIM – METABOLISMO, VIAGGIO ALLA SUA SCOPERTA
VIATRIS – LA DISINFEZIONE

BEST EVENT OF THE YEAR
ADVANZ PHARMA- LIVER ACADEMY – PBC CHAPTER
ASTRAZENECA – MSD – PARPI SUMMIT
KYOWA KIRIN – MAKE A MARK SHARING EXPERIENCE
ROCHE – OUTSIDE THE CLOCK
VIATRIS – MYACADEMY
BEST HR PROJECT OF THE YEAR
BOEHRINGER INGELHEIM – DOGS AT WORK
CHIESI ITALIA – SII COME DONNY! OGNI GOCCIA È IMPORTANTE
IPSEN S.P.A. – COMMUNITY DAY-BEACH CLEAN UP
LI. PHARMA – ENERGIE POSITIVE-RICERCA IL CAMBIAMENTO
PFIZER – #ITS IN OUR BLOOD

BEST INNOVATIVE DEVICE & DIGITAL THERAPEUTICS OF THE YEAR
ASTRAZENECA – KIDNEYOU
BAYER ITALIA – TERAPIU’
IBSA ITALY – COLECALCIFEROLO: TECNOLOGIA CHE SEMPLIFICA
MEDTRONIC – SMART MDI
THERAS LIFETECH – LIBERNESS® THE FIRST ITALIAN DIGITAL THERAPY FOR OBESITY
BEST INNOVATIVE DRUG OF THE YEAR
ALEXION PHARMA ITALY – ECULIZUMAB
ASTELLAS PHARMA – ROXADUSTAT
GSK – DOSTARLIMAB
JAZZ PHARMACEUTICALS – CANNABIDIOLO
NOVAVAX – THE NOVAVAX’S RECOMBINANT NANOPARTICLE VACCINE PLATFORM & TECHNOLOGY
BEST MARKET ACCESS & PUBLIC AFFAIR PROGRAM OF THE YEAR
ASTRAZENECA – MERIDIA
BOEHRINGER INGELHEIM – GPP: MODELLI ORGANIZZATIVI E PATIENT JOURNEY DI UNA MALATTIA ULTRA
RARA
GILEAD SCIENCES – FORUM RISK MANAGEMENT L’EMERSIONE DEL SOMMERSO DELLE MALATTIE INFETTIVE
IN ITALIA: MODELLI ORGANIZZATIVI A CONFRONTO
IPSEN S.P.A.- DEDALO
SOBI ITALIA – LABORARE
BEST MARKETING EDUCATION PROGRAM OF THE YEAR
ALCON – DROPS
ALFASIGMA – TI INSEGNO IO!
IBSA ITALY – ALL IPO
MEDTRONIC – SICVE YEP: YOUNG EDUCATIONAL PROJECT
NESTLÉ ITALIA – BUONGIORNO CON NUTRIPIATTO
BEST MARKETING PROJECT OF THE YEAR
ASTRAZENECA- BREATHINK – AL TUMORE DEL POLMONE CI PENSIAMO INSIEME
BAYER ITALIA – ON-TRACK: DA ZERO AL CENTRO
GSK – PAC-MENB
PFIZER -AMISTAD – ANTIMICROBIAL STEWARDSHIP TARGETING DECK
VIATRIS – PREGABALIN NEL TRATTAMENTO DEL DOLORE NEUROPATICO
BEST MULTI TARGET & MULTICHANNEL PROJECT OF THE YEAR
ADVANZ PHARMA – PBCHANGE COMMUNITY
ALFASIGMA – CORTIGRAM
GSK – SOS OCS IN SEVERE ASTHMA
GSK – L’EVOLUZIONE DIGITALE DELL’INFORMAZIONE SCIENTIFICA
PFIZER – CONTACT FOR CHANGE
BEST PATIENT ADVOCACY DIGITAL CAMPAIGN OF THE YEAR
GRÜNENTHAL ITALIA – DIMENSIONE SOLLIEVO
GSK – WOMENCARE
IBSA ITALY – NON DIRE TIROIDE
PFIZER – ONCOWELLNESS

SANOFI – ECOSISTEMA DIGITALE DERMATOPIA
BEST PATIENT ADVOCACY PROGRAM OF THE YEAR
CHIESI ITALIA – I NUOVI NOI
PFIZER – COSÌ PREVIDENTE
PIERRE FABRE PHARMA – THE BEST OF TOMORROW
SANOFI – STORIE (IN)VISIBILI
SOBI ITALIA – ITP IN VIAGGIO CON WERLHOF
BEST PATIENT SUPPORT PROGRAM OF THE YEAR
GILEAD SCIENCES – STIGMA INVISIBILE
PFIZER – LIBERATEVI – TEV E CANCRO
ROCHE – DOTTORE, POSSO CHIEDERLE?
TAKEDA ITALIA – SBS CARE
ALEXION PHARMA ITALY – ARCO
BEST SCIENTIFIC COLLABORATION PROGRAM OF THE YEAR
ADVANZ PHARMA – CEFTOCURE
CHIESI ITALIA – GROUND STUDY

GSK- BOARD PRISMA PREVENTIVE IMMUNIZATION STRATEGIES: MAXIMIZE COVERAGES ON ADULTS AT-
RISK

PROCTER & GAMBLE – ROUTINE DELLA BUONANOTTE
SANOFI – PEDI-BURDEN

Inquinamento dell’aria e class action: Bruno Borin e il progetto “Aria Pulita” a Non solo Roma

VIDEO – https://www.radioroma.it/2024/01/16/inquinamento-dellaria-e-class-action-bruno-borin-e-il-progetto-aria-pulita-a-non-solo-roma-puntata-di-martedi-
16-gennaio-2024/

Inquinamento dell’aria, l’azione collettiva di Consulcensi per chiedere il risarcimento danni

Ospite in collegamento Bruno Borin, capo team legale “Aria Pulita” Aumenta l’inquinamento e di pari passo il malessere dei cittadini laziali. Nella regione l’azione collettiva targata Consulcesi registra un aumento di iscritti del +14%, passando da circa 20mila ad oltre 23.300.
La mobilitazione diventa un grido pressante per il riconoscimento del diritto fondamentale a respirare aria salubre, con un numero sempre maggiore di cittadini che manifestano interesse per l’iniziativa collettiva Aria Pulita.
Secondo gli ultimi dati Legambiente contenuti nei due report 2023 “Mal’Aria di Città” ed “Ecosistema Urbano”, Frosinone con i suoi 17 microgrammi/m3 di PM2.5 si classifica tra le città con una qualità dell’aria considerata “insufficiente”, mostrandosi in miglioramento negli ultimi dieci anni, ma ben lontana dalla
riduzione del 41% necessaria per rientrare nei nuovi limiti Ue, da raggiungere quanto prima e non oltre il 2030.

Male, anzi peggio, la situazione di Roma se si guarda al biossido di azoto. Per questo inquinante, la città mostra un tasso medio annuo di decrescita pari al -6%, mentre con una concentrazione media annua pari a 33 microgrammi/metro cubo, deve puntare a una riduzione del 39% entro il 2030. All’attuale trend di riduzione, la Capitale impiegherebbe 11 anni, circa il doppio del tempo dettato in sede Ue.
Come concludono anche le analisi di Legambiente, i miglioramenti ci sono ma sono troppo piccoli: di questo passo raggiungere i nuovi obiettivi fissati dall’Unione europea per i livelli di inquinanti atmosferici entro il 2030 risulta irrealizzabile per le città italiane, molto di più si può e si deve fare. Il Lazio è tra le regioni italiane che ospita più cittadini candidabili all’azione collettiva Aria Pulita. Sono infatti oltre cinque milioni e mezzo i laziali eleggibili per l’iniziativa legale tra i 3.384 comuni e città italiane individuate dal team di Consulcesi tra quelli per i quali la Corte di Giustizia Europea ha multato l’Italia per violazione del superamento dei valori soglia di polveri sottili (Pm10) e biossido d’azoto (NO2).
In totale sono oltre 110 i comuni laziali in cui la popolazione è stata costretta a respirare aria cattiva e potenzialmente dannosa per la loro salute e che, per questo, possono richiedere un risarcimento alla Stato, aderendo all’azione collettiva Aria Pulita di Consulcesi.
Per partecipare all’azione collettiva, è sufficiente dimostrare, attraverso un certificato storico di residenza, di aver risieduto tra il 2008 e il 2018 in uno o più dei territori coinvolti. Per informazioni su come aderire, Consulcesi mette a disposizione il sito di Aria Pulita: www.aria-pulita.it.

Massimo Tortorella

Consulcesi, ‘rimborsi potenziali di 600 mln per ferie non godute’

Le ferie annuali retribuite non godute vanno pagate anche in caso di dimissioni volontarie del dipendente pubblico. Con questa sentenza della Corte di Giustizia europea del 18 gennaio 2024, secondo il network legale Consulcesi si allargano le maglie delle potenziali azioni legali dei dipendenti pubblici ai danni delle aziende a migliaia di possibili nuovi casi. “Se le aziende non si adegueranno agli standard operativi stabiliti dalla Corte di Giustizia Ue – avverte l’avvocato Francesco Del Rio di Consulcesi – le ripercussioni potrebbero essere molto serie per quanto riguarda il riconoscimento dell’indennità per le ferie non godute del
personale sanitario”.
Infatti – ricordano in una nota i legali Consulcesi – l’ultimo rapporto di Anaao Assomed riferisce di oltre 5
milioni di giornate di ferie arretrate a carico di medici e dirigenti sanitari. Questo significa, sulla base delle ultime sentenze della Corte europea, tra cui l’ultima che comprende i dimissionari volontari, che in caso di cessazione del rapporto di lavoro lo Stato si troverebbe di fronte ad un potenziale esborso di oltre 600
milioni di euro, solo in ambito sanitario. “La sentenza Ue – rimarca Del Rio – allarga il bacino dei potenziali richiedenti anche ai dimissionari volontari. Questa novità, associata alle precedenti sentenze in materia di diritti dei lavoratori, fa in modo che anche chi è andato in pensione 10 anni fa per dimissioni volontarie sia ancora in tempo a pretendere il risarcimento del danno”.
Lo scorso 18 gennaio – si legge nella nota – la Corte di Giustizia europea ha pubblicato una sentenza con cui è nuovamente intervenuta riguardo alla giusta interpretazione che tutti gli Stati membri, in particolare l’Italia coinvolta direttamente nel procedimento appena concluso, devono riferirsi alla disciplina
comunitaria sull’indennità finanziaria per le ferie annuali retribuite non godute dal dipendente pubblico al termine del suo rapporto di lavoro. Il caso prende le mosse dalla domanda presentata da un ex dipendente pubblico del Comune di Copertino che, impugnando il rifiuto avanzato dall’ente alla sua richiesta di
liquidazione dell’indennità per le ferie non godute, in quanto dimessosi volontariamente, lo aveva convenuto in giudizio insistendo per l’accoglimento della sua pretesa economica.
Dal 2018 fino ad oggi – rimarca Consulcesi – la Corte di Giustizia europea è incessantemente impegnata in un lavoro di corretta interpretazione dei principi fondamentali previsti dalla direttiva 2003/88 e, più segnatamente, di quelli relativi alle modalità che presiedono il legittimo godimento delle ferie annuali, ivi incluso il riconoscimento di eventuali indennità sostitutive in caso di mancata fruizione, perciò le cause legate alle ferie annuali retribuite che pervengono alla Corte sono in costante aumento. Per quanto riguarda i tempi e le modalità giusti per richiedere un indennizzo, la Corte Ue ha affermato che, trattandosi di un diritto – ossia quello di richiedere la monetizzazione delle ferie non godute – che insorge soltanto nel momento in cui viene a cessare il rapporto lavorativo, prima vigendo il divieto di legge, il termine di prescrizione non può che iniziare a decorrere da quando il medico è entrato in pensione ovvero, per altri motivi, ha concluso il suo vincolo di lavoro e non dall’anno a cui competono i giorni di ferie non goduti.
Questo significa che anche coloro che hanno cessato il loro rapporto di lavoro molti anni fa, e fino al massimo del termine prescrizionale di 10 anni, possono ancora legittimamente reclamare il pagamento dell’indennizzo per i giorni di ferie maturati durante il lavoro e non fruiti per ragioni organizzative.
Da anni Consulcesi sta portando avanti una serie di battaglie legali per far valere, secondo il più ampio respiro europeo, i diritti di coloro che hanno sacrificato le loro ferie per senso di responsabilità verso il proprio lavoro. Il gruppo è in particolar modo al fianco di medici e professionisti sanitari che, davanti
all’atteggiamento di chiusura delle loro ex aziende, sono riusciti ad ottenere in tempi brevi sentenze ampiamente favorevoli, con conseguente riconoscimento di ottimi riscontri economici. Grazie ai successi ottenuti nelle cause patrocinate dai legali del network, i clienti hanno già ricevuto indennizzi che vanno dai
20mila agli oltre 55mila euro per ciascuna posizione con l’ulteriore rimborso delle spese di lite sostenute per la difesa, e fino ad ora sono stati recuperati oltre 200mila euro a favore dei medici che hanno chiesto aiuto a Consulcesi, riferisce la nota.
A tale proposito – conclude – per tutti i clienti di Consulcesi Club che hanno stipulato un contratto di lavoro con il Servizio sanitario nazionale, attualmente cessato per dimissioni, pensionamento o altro con un residuo di ferie non godute nel corso del rapporto, viene offerta gratuitamente una dettagliata consulenza
legale, con valutazione dei presupposti per la presentazione della domanda di monetizzazione e relativa quantificazione economica del credito potenzialmente reclamabile.

Massimo Tortorella

Smog, Consulcesi: “In Piemonte +22% adesioni ad ‘Aria Pulita’ con 100mila firme”

In Piemonte cresce la preoccupazione per lo smog e la qualità dell’aria. Da giugno ad oggi, oltre 100mila persone hanno mostrato interesse per l’azione collettiva ‘Aria Pulita’ portata avanti dal team di legali di Consulcesi, con un aumento in meno di 2 mesi pari a circa il +22%. A fare da apripista – si legge in una nota – è la città di Torino, con oltre 65mila persone interessate all’iniziativa, seguita da Novara con poco meno di 6mila, Asti ed Alessandria con oltre 1.500, mentre Cuneo chiude la classifica delle ‘top 5’ con oltre 1.200 cittadini interessati. Non solo: anche dai centri più piccoli, come Biella e Vercelli, si registra un graduale ma costante aumento dell’interesse verso l’azione collettiva. Se infatti la prima si piazza subito dopo Cuneo con circa 1.170 persone che hanno consultato il sito dedicato e richiesto informazioni su come aderire, la seconda segue con oltre mille, mentre tra Alba, Tortona e Trecate si totalizzano oltre 2.500 interessi.
“I cittadini – dichiara Massimo Tortorella, presidente del Gruppo Consulcesi – sono sempre più consapevoli dei gravi danni alla salute legati ad un’aria malsana e il crescente numero di persone che decidono di informarsi ed agire, anche attraverso la nostra azione collettiva Aria Pulita, ne è la conferma”.
Il Piemonte è tra le regioni italiane che ospita più comuni candidabili all’azione collettiva Aria Pulita. Sono infatti oltre 950 i comuni piemontesi eleggibili per l’iniziativa legale, tra i 3.384 comuni e città italiane individuati dal team di Consulcesi tra quelli per i quali la Corte di Giustizia europea ha multato l’Italia per violazione del superamento dei valori soglia di polveri sottili (Pm10) e biossido d’azoto (NO2). In totale sono oltre 4 milioni le persone costrette a respirare aria cattiva e potenzialmente dannosa per la loro salute, e
che per questo possono richiedere un risarcimento allo Stato, aderendo all’azione collettiva Aria Pulita. Per partecipare – ricordano da Consulcesi – è sufficiente dimostrare, attraverso un certificato storico di residenza, di aver risieduto tra il 2008 e il 2018 in uno o più dei territori coinvolti. Per informazioni su come
aderire, Consulcesi mette a disposizione il sito www.aria-pulita.it.
Quanto suggerito dal presidente di Consulcesi – prosegue la nota – trova conferma nei dati preliminari Arpa Piemonte relativi al 2023 di recente pubblicati, come anche nel nuovo Rapporto ASviS Territori 2023. Dalle prime rilevazioni delle centraline Arpa, per il Pm10 “in tutte le stazioni in cui è presente un analizzatore
automatico le concentrazioni medie annue rilevate risultano essere inferiori o uguali a quelle dell’anno 2022 e anche dell’anno 2021. Tutte le stazioni valutate rispettano il valore limite medio annuale previsto dalla normativa pari a 40 μg/m3”, riporta l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Tuttavia,
facendo riferimento alla nuova soglia definita dalla nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria da raggiungere non oltre il 2030, solo 10 su 32 centraline analizzate rispetterebbero i nuovi limiti annui di Pm10, contro 22 centraline che si troverebbero invece in violazione, superando i 20 μg/m3 di media annua.
Allo stesso modo, dalle analisi preliminari emerge che solo 2 centraline su 32 monitorate in Piemonte nel 2023 hanno superato il limite di 35 giorni di sforamento consentiti per ogni anno civile secondo la normativa vigente (con una media giornaliera di Pm10 superiore a 50 μg/m3). In particolare, il superamento è stato rilevato nelle due stazioni di Torino – Rebaudengo e Settimo Torinese – Vivaldi, rispettivamente con 63 e 55 giorni di sforamento. Anche in questo caso, tuttavia, la situazione appare molto meno rassicurante se si considera che l’Ue fissa la nuova soglia di sforamento a 18 giornate annuali, e l’Oms suggerisce di limitarle perfino a 3, entrambi abbassando altresì le concentrazioni giornaliere a 45 μg/m3. Alle attuali concentrazioni, dunque, oltre un terzo delle centraline piemontesi supera la nuova soglia Ue, mentre solo 8
su 32 rientrerebbero nei limiti Oms.
Anche per il Pm2.5, tra le centraline analizzate nessuna supera il limite in vigore attualmente e pari a 25 μg/m3. Tuttavia, anche in questo caso il Piemonte risulta lontano dalla nuova soglia: sarebbero infatti 19 su 23 le centraline con un valore medio annuo superiore a 10 μg/m3 (Nuova Direttiva europea, mentre l’Oms fissa la soglia a 5 μg/m3), risultando così fuorilegge, contro solo 4 che risulterebbero entro i nuovi limiti.
“Dobbiamo guardare agli obiettivi futuri come qualcosa da raggiungere oggi, quanto prima, poiché la strada è molto lunga – avverte Tortorella – I miglioramenti, lo confermano gli ultimi dati ma anche quelli dell’ultimo decennio, ci sono ma sono troppo piccoli. Molto di più si può e si deve fare per poter garantire a tutti il diritto ad un ambiente salubre”.