Lazio: Consulcesi, azione collettiva Aria Pulita a +14% nell’ultimo mese

Massimo Tortorella: “Sono oltre cinque milioni e mezzo i laziali eleggibili per l’iniziativa legale tra i 3.384 comuni e città italiane individuate” Aumenta l’inquinamento e di pari passo il malessere dei cittadini laziali. Nella regione l’azione collettiva targata Consulcesi registra un aumento del +14%, passando da circa 20mila ad oltre 23.300 solo negli ultimi 30 giorni, tra dicembre 2023 e le prime due settimane del nuovo anno.
“Sarà per la stanchezza di fronte ai bollettini sempre più critici delle centraline di monitoraggio, per le restrizioni del traffico che complicano una mobilitazione già difficile, o per le crescenti evidenze sugli impatti devastanti sulla salute fisica e mentale, ma dal Lazio arriva un segnale chiaro: la popolazione è preoccupata e chiede azioni più incisive per migliorare la qualità dell’aria”, commenta Massimo Tortorella, presidente Consulcesi. “Che quanto è stato fatto finora per salvaguardare la salute dei cittadini non sia abbastanza è purtroppo cosa certa ormai – aggiunge Tortorella – lo confermano i dati sulla riduzione degli inquinanti e lo ribadisce ancora una volta la Commissione Europea, tornata ad esprimersi sugli sforamenti dei limiti nella Valle del Sacco, registrati in questi giorni”.
“Il Lazio è tra le regioni italiane che ospita più cittadini candidabili all’azione collettiva Aria Pulita – spiega Consulcesi – Sono infatti oltre cinque milioni e mezzo i laziali eleggibili per l’iniziativa legale tra i 3.384 comuni e città italiane individuate dal team di Consulcesi tra quelli per i quali la Corte di Giustizia Europea ha multato l’Italia per violazione del superamento dei valori soglia di polveri sottili (Pm10) e biossido d’azoto (NO2). In totale sono oltre 110 i comuni laziali in cui la popolazione è stata costretta a respirare aria cattiva e potenzialmente dannosa per la loro salute e che, per questo, possono richiedere un risarcimento alla Stato, aderendo all’azione collettiva Aria Pulita di Consulcesi”.

Consumo dei farmaci. Pharma Data Factory presenta la soluzione BeST

Un evento alla scoperta delle novità dell’articolo 34 e dei suoi potenziali sviluppi e opportunità nel settore pubblico e privato in Sanità. Con questo obiettivo si è svolto “Sell-out e art.34: la farmacia come ‘One Voice’ per il nuovo monitoraggio dei farmaci e dei dispositivi medici” organizzato da Pharma Data Factory (PDF) al Samsung District di Milano.

Ospiti d’eccezione al dibattito, che si è tenuto il 1° dicembre: Guido Rasi, Consulente Ministero della Salute e già Direttore EMA, il Presidente Federfarma Marco Cossolo e il Presidente Assofarm Venanzio Gizzi. Presente anche la Presidente di Federfarma Lombardia, Annarosa Racca.

L’art.34 del DL 73/2021, poi legge 106 23/7/21, è stata una rivoluzione per il mondo farmaceutico. Il testo prevede disposizioni che ampliano il flusso di dati che le farmacie già trasmettono al sistema sanitario, estendendolo anche a tutti i farmaci non a carico del servizio sanitario nazionale, ai farmaci dispensati in DPC e ai parafarmaci registrati come dispositivi medici.

L’articolo 34 va nella direzione del cambiamento della farmacia italiana, come sostiene il Presidente Federfarma Marco Cossolo: “La norma introduce il monitoraggio di dati che prima mancavano, come il flusso dei consumi dei farmaci non mutuabili, dei dispositivi medici, dei farmaci da banco e di fascia C, cioè non a carico del Ssn. Prevede anche il monitoraggio fondamentale della distribuzione per conto, che prima non avevamo”. Grazie all’art. 34 “la farmacia si conferma presidio sanitario di riferimento per il Ssn, anche per quanto riguarda l’ambito digitale, a tutela della salute dei cittadini”, conclude Cossolo.

Secondo il Presidente Assofarm Venanzio Gizzi, l’articolo 34 mette finalmente ordine nel sistema di raccolta dei dati con effetti positivi sia per il decisore politico che all’interno delle farmacie. «Pensiamo al Covid – commenta Gizzi – in caso di nuove grandi emergenze la farmacia governa i dati dei flussi dei farmaci e i decisori politici hanno a disposizione un’analisi più accurata per gestire meglio la salute dei cittadini».

“Si tratta di un approccio utile in quanto fornisce dati reali del consumo dei farmaci e con un potenziale enorme in diversi ambiti – aggiunge il prof. Rasi – ad esempio nel processo di HTA (Health Tecnology Assessment) e anche in sede di contrattazione, di valutazione e verifica della gestione della spesa farmaceutica”.

L’offerta di Pharma Data Factory. La proposta BeST
Pharma Data Factory, in questo contesto, è riuscita a cogliere prontamente i significativi cambiamenti derivanti dall’art.34 e a offrire la banca dati più puntuale ed estesa del mercato, con il 95% di farmacie monitorate e la rilevazione dei consumi reali, per il dato di sell-out dei farmaci in Italia più preciso attualmente a disposizione. Cambiamenti che prendono forma con la proposta BeST, Beyond Sell-out Trend, la soluzione altamente tecnologica di analisi dei dati di performance e di vendita.

“L’introduzione dell’art. 34 – spiega il CEO di Pharma Data Factory, Giorgio Cenciarelli – ridà autorevolezza ai dati dei consumi dei farmaci che negli anni avevano subito distorsioni dovute a diversi fenomeni di mercato. La norma ha permesso a Pharma Data Factory di raggiungere due grandi obiettivi: avere la copertura del 95% delle farmacie italiane e disporre del monitoraggio di tutti i farmaci dispensati in farmacia, sia a carico dei cittadini che a carico del Ssn. Per dare ulteriore solidità del dato, abbiamo accostato alla copertura praticamente censuaria delle farmacie, indicatori innovativi ed unici sul mercato, fino al minimo dettaglio territoriale dei 3640 GeoCluster, garantendo l’analisi puntuale dell’efficacia delle strategie commerciali”

“Sembrava impossibile qualche anno fa e invece oggi possiamo affermare che il dato di sell-out generato grazie all’art. 34 risolve una serie di anomalie che avevano eroso la qualità del dato di sell-in (quest’ultimo) ormai una proxy debolmente rappresentativa del reale consumo dei farmaci in particolare a livello territoriale. Oggi, senza dubbio il sell-out è il nuovo standard di riferimento del mercato” commenta Alessia Palluzzi, Direttore Generale di Consulcesi Homnya.”

“Il patrimonio che ha costruito Pharma Data Factory – prosegue Palluzzi – restituisce maggior valore e autorevolezza a un dato che ora, da semplice commodity torna ad avere una valenza strategica. In questo contesto, il gruppo Consulcesi ha affiancato fin dall’inizio Pharma Data Factory mettendo a disposizione con Consulcesi Homnya la propria grande esperienza nel mondo farmaceutico”.

Consulcesi – Massimo Tortorella

Veneto, in 6 mesi 73mila richieste all’azione collettiva Aria Pulita

Da giugno ad oggi sono oltre 73mila i residenti del Veneto che hanno palesato il proprio interesse all’azione collettiva Aria Pulita, portata avanti dal team di legali di Consulcesi. In particolare, da Venezia sono arrivate quasi 17mila dimostrazioni di interesse all’iniziativa.

“È un chiaro segnale che in Veneto l’aria sta cambiando e non mi riferisco a quella che i residenti della regione respirano, che continua a essere tra le peggiori d’Europa, ma alla maggiore attenzione e consapevolezza dei potenziali danni derivanti dall’inquinamento atmosferico”, commenta Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi Group. Negli ultimi due mesi sono state registrate il maggior numero di richieste: in 60 giorni i legali di Consulcesi hanno raccolto ben 49.500 ‘Sos’, di cui quasi 11mila provenienti solo da Venezia.

“Il Veneto è tra le regioni italiane che ospita più comuni e città candidabili all’azione collettiva Aria Pulita – spiega Consulcesi in una nota – Sono infatti 436 i comuni veneti eleggibili per l’iniziativa legale tra i 3.384 comuni e città italiane totali individuate dal team di Consulcesi tra quelli per i quali la Corte di Giustizia Europea ha multato l’Italia per violazione del superamento dei valori soglia di polveri sottili (Pm10) e biossido d’azoto (NO2)”.

“Dal risveglio dell’eco-coscienza all’azione il passo è breve – evidenzia Tortorella – Nei prossimi mesi ci aspettiamo un vero e proprio boom di adesioni dal Veneto che, insieme alle altre aree ricomprese nella Pianura Padana, hanno pagato e continuano a pagare il prezzo più alto di politiche ambientali e sanitaria poco lungimiranti”.

“Il coraggio con cui i nostri concittadini del Veneto si stanno facendo avanti mostrando il proprio interesse verso iniziative come Aria Pulita può essere un esempio concreto di come si può e si deve fare pressione tra i decisori politici affinché affrontino, una volta per tutte, il problema dell’aumento di emissioni inquinanti nell’atmosfera e della conseguente scarsa qualità dell’aria in Italia”, conclude il presidente di Consulcesi.

 

Unità mobile Consulcesi-Fimmg Roma, oltre 1.600 prestazioni a 800 fragili

33% utenti è italiano, 82% di chi chiede aiuto è uomo, età media 52 anni

In meno di 6 mesi di attività, 3 giorni a settimana, il camper dell’unità mobile di assistenza sanitaria di Fondazione Consulcesi e Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) di Roma ha assistito più di 800 utenti, fornendo più di 1.600 prestazioni sanitarie tra visite, medicazioni, prescrizioni mediche e
attività di orientamento sanitario, a soggetti fragili e senza fissa dimora della Capitale. Tra le diverse problematiche lamentate dagli utenti, una buona percentuale riguarda le patologie odontoiatriche e osteoarticolari, ipertensione arteriosa, cefalea, infezioni lievi-moderate e problematiche dermatologiche. A
rivolgersi all’unità mobile sono state per la stragrande maggioranza persone di sesso maschile (82% uomini, 18% di donne), con un’età media di 52 anni.
Sono i principali risultati dell’ultimo rapporto semestrale (aprile-settembre 2023) relativo all’attività del camper sanitario costituito dalla collaborazione tra la Fondazione del gruppo Consulcesi con le istituzioni sanitarie locali, con il sostegno della Fimmg di Roma. “A sorpresa -racconta Alessandro Falcione, medico Fimmg Roma e coordinatore dell’unità mobile – la nazionalità più rappresentata è quella italiana, con circa il 33% degli utenti. Le problematiche di più frequente riscontro sono quelle più familiari alla medicina generale, quali il trattamento di patologie acute lievi-moderate e croniche. Vediamo un po’ di tutto:
infezioni delle vie aeree, micosi, ipertensione arteriosa, malattia da reflusso gastroesofageo, artrosi, carenze nutrizionali. Sicuramente gli ambiti dove incontriamo più difficoltà, viste anche le difficili condizioni socioeconomiche dell’utenza, sono quelli riguardanti le patologie di pertinenza odontoiatrica,
dermatologica ed ortopedica”. Nei 3 giorni di attività settimanale svolta da marzo a settembre nelle piazze di Stazione Ostiense, Stazione Tuscolana e piazza Santi Apostoli, per un totale di circa 75 giorni di presenza sul territorio, si sono registrate 1.638 prestazioni tra visite, medicazioni, prescrizioni di farmaci e attività di orientamento sanitario per 839 utenti. Di questi, 275 erano di nazionalità italiana, seguiti da persone di nazionalità rumena (145), ucraina
(45), marocchina (22), peruviana (19), e ancora persone nate in Iran, Kurdistan, Egitto, Algeria, Senegal e Afghanistan. “Un’affluenza tutt’altro che bassa – osserva Simone Colombati, presidente Fondazione Consulcesi – che conferma ancora una volta l’impellente urgenza di investire di più, e non di meno, nella sanità, dall’assistenza territoriale all’accesso alle cure e sui tempi d’attesa”. Sono “numeri e dati che non solo scattano una fotografia sulla portata dei bisogni di una fetta importante della nostra società – aggiunge – ma che confermano l’importanza di favorire lo sviluppo di servizi di assistenza sociosanitaria attraverso la collaborazione tra e con enti e organizzazioni del terzo settore”.
Proprio attraverso l’unione con altri enti e soggetti impegnati ai margini della società, la Fondazione porta avanti molteplici progetti volti a “contribuire concretamente a rendere accessibile le cure sanitarie in Italia e nel mondo”, come si legge nella sua Mission. Dall’Unità mobile nella Capitale ai progetti di formazione e assistenza medica in ambito urologico, pediatrico e nefrologico-interventista in Eritrea, tutte le attività sono state possibili e lo sono ancora “grazie ai tantissimi medici e professionisti sanitari – spiega Colombati – che
mettono a disposizione il loro tempo e la loro esperienza”. Inoltre, “grazie a tutti coloro che decidono di sostenerci donando alla Fondazione Consulcesi, sarà possibile continuare e offrire un servizio ancora più ampio”.
Tornando all’esperienza dell’unità mobile, “il trend sembra suggerire un leggero aumento dell’attività – sottolinea Falcione – è fondamentale poter continuare a garantire questo servizio e implementarne di nuovi: dalla dotazione di device/kit (ad esempio tamponi rapidi per il Covid-19, flu e streptococco per l’inverno), fino a sostenere le campagne vaccinali in autunno/inverno, e i programmi di screening”.

Massimo Tortorella

Consulcesi: “Da Roma oltre 70 mila richieste per azione collettiva ‘Aria pulita”

Tira una brutta aria nella Capitale, in tutti i sensi. Le 13 centraline dell’Arpa Roma superano i nuovi limiti dell’Ue per le polveri sottili e biossido di azoto, e allo stesso tempo i cittadini sono stanchi e timorosi degli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute. Non è un caso se Roma è la seconda città d’Italia, dopo Milano, da cui sono arrivate le maggiori richieste di adesione all’azione collettiva ‘Aria pulita’, portata avanti dal team di legali di Consulcesi. Su oltre 600mila dimostrazioni di interesse – si legge in una nota – il 12% arriva dalla Capitale per un totale di circa 70mila, quasi il triplo rispetto a quelle di Napoli.
“I cittadini residenti a Roma – afferma Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi Group – stanno mostrando un crescente sentimento di insofferenza legato all’inquinamento atmosferico. Sono preoccupati per la loro salute e per quella dei loro cari. La qualità dell’aria è diventata a tutti gli effetti una priorità.
Dall’insofferenza si sta passando all’azione ed è questo esattamente che offre ‘Aria pulita’: uno strumento per far sentire la propria voce”. Roma è fra i 3.384 Comuni e città italiane candidabili all’azione collettiva ‘Aria pulita’ e gli stessi per i quali la Corte di giustizia europea ha multato l’Italia per violazione del
superamento dei valori soglia di polveri sottili (Pm10) e biossido d’azoto (NO2). In totale sono oltre 40 milioni le persone che possono richiedere, tramite l’iniziativa legale di Consulcesi, un risarcimento per aver respirato, loro malgrado, ‘aria avvelenata’.
“Ci auguriamo – aggiunge Tortorella – che questa maggiore consapevolezza dei cittadini romani sull’importanza di respirare aria pulita segua anche un cambio di marcia nelle politiche mirate a rendere più sano l’ambiente in cui viviamo. L’obiettivo dell’azione collettiva Aria pulita – sottolinea – non è soltanto quello di aiutare i cittadini a essere risarciti per aver respirato aria inquinata, ma anche quello di stimolare i decisori politici ad affrontare coraggiosamente, una volta per tutte, il problema dell’aumento di emissioni inquinanti nell’atmosfera”. Per aderire all’azione collettiva, basta dimostrare, con un certificato storico di
residenza, di aver risieduto dal 2008-2018 in uno o più dei territori coinvolti. Per scoprire se e come partecipare all’azione collettiva, Consulcesi mette a disposizione il sito aria-pulita.it.

Ambiente, Consulcesi, dilaga Ecoansia, boom adesioni all’azione collettiva aria pulita

Consulcesi registra una nuova impennata delle adesioni all’azione collettiva Aria Pulita mentre nel Paese dilaga il fenomeno dell’ecoansia ed il timore per i cambiamenti climatici legati all’inquinamento. “Nelle ultime settimane – annuncia il Presidente Massimo Tortorella – c’è stato un incremento del 20% dei
partecipanti alla nostra causa per le violazioni dei limiti di Pm10 e biossido di Azoto in oltre 3mila comuni italiani. In pochi mesi abbiamo raccolto già decine di migliaia di adesioni che di giorno in giorno crescono esponenzialmente”. Stando alle segnalazioni raccolte sul portale ‘Aria Pulita’ e sui social, il boom di richieste
di partecipazione all’azione collettiva è la testimonianza di poter raggiungere un numero sempre più elevato di ricorrenti per spingere le Istituzioni a trovare soluzioni e metterle in pratica rapidamente.
“Siamo convinti che l’ampia partecipazione all’azione collettiva ‘Aria Pulita’, oltre a riconoscere un risarcimento per il danno subito e accertato dalla stessa Corte di Giustizia Europea, servirà a scuotere le coscienze dei decisori politici. Speriamo che, una volta messi alle strette, sentiranno più forte – commenta Massimo Tortorella – la necessità di mettere finalmente in atto tutte le misure urgenti e necessarie di contrasto all’inquinamento atmosferico a tutela del diritto di ogni cittadino di vivere in un ambiente salubre. È importante per noi oggi e lo sarà di più per i nostri figli e le generazioni future ancora”.
La mappa dell’Ecoansia: Dolore, rabbia, senso di colpa e vergogna sono solo alcuni dei sentimenti che travolgono coloro che soffrono di ecoansia, un disagio che si sta diffondendo come un’epidemia in Italia.
Complici le ondate di calore estreme di questi giorni, così come anche i nubifragi, le alluvioni, le grandinate record che hanno colpito il Nord Italia, è aumentata la consapevolezza degli effetti devastanti dell’inquinamento e di conseguenza dei cambiamenti climatici. Gli psicologi parlano di una crescente ondata di stress e angoscia tra gli italiani, specialmente i più giovani, legata ai cambiamenti climatici e ai timori per il futuro.
“Non credo che sia un caso che le adesioni arrivino maggiormente dai comuni d’Italia più colpiti da questi eventi meteorologici estremi e che hanno notoriamente i più alti livelli di inquinamento atmosferico”,
conferma Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi. La maggior parte delle adesioni, oltre il 65%, arrivano dal Nord Italia: Milano, Brescia, Modena, Bologna, Carpi e molti altri comuni tra i più popolosi della Pianura Padana. Il 20% circa arriva invece dalle città del Centro Italia, in primi Roma, seguita da Prato e
Firenze. Le restanti, invece, provengono dalle grandi città del Sud, come Napoli, Taranto e Brindisi. E dalla Sicilia con Catania e Palermo che fanno da capofila. Sono tutti comuni e città che rientrano nell’elenco degli oltre 3.300 individuati dal team di legali di Consulcesi come candidabili all’azione collettiva ‘Aria Pulita’ e gli stessi per i quali la Corte di Giustizia Europea ha multato l’Italia per violazione del superamento dei valori soglia di polveri sottili (Pm10) e biossido d’azoto (NO2). In totale sono oltre 40 milioni lepersone che possono richiedere, tramite l’iniziativa legale di Consulcesi, un risarcimento per aver respirato, loro
malgrado, “aria avvelenata”.

L’azione collettiva: Possono aderire all’iniziativa legale Aria Pulita tutti coloro che hanno risieduto nelle zone dove si sono verificate le violazioni accertate dal Corte di Giustizia Europea (sentenza del 10/11/2020 e sentenza del 12/05/2022). Per aderire è sufficiente dimostrare, tramite certificato storico di residenza, di
aver risieduto per almeno 1 anno continuativo, nel periodo compreso tra il 2008 e il 2018, in uno o più dei 3.384 comuni italiani individuati. Si stima un risarcimento fino a 99 euro al giorno, che andrà moltiplicato per ogni giorno di ciascun anno relativo al periodo di violazione. Per scoprire se e come partecipare alla causa collettiva, Consulcesi mette a disposizione il sito di Aria Pulita: www.aria-pulita.it.

Medici ex specializzandi, Pagano (FI): “Approvazione Odg sana ingiustizia”

VIDEO – https://stream24.ilsole24ore.com/video/italia/medici-ex-specializzandi-
pagano-fi-approvazione-odg-sana-ingiustizia/AFl9XFS

“Finalmente giustizia ed equità a migliaia di medici discriminati”. L’onorevole Nazario Pagano (FI), commenta così l’approvazione all’unanimità dell’ODG, presentato come prima firmatario, nell’ambito del Dl Infrazioni, votato alla Camera dei Deputati. Il provvedimento mira ad estendere la recente pronuncia della Corte di Giustizia europea e farla applicare in favore di tutti quei professionisti che si sono specializzati in Medicina tra il 1982 ed il 1991 senza ricevere il corretto trattamento economico in violazione delle direttive comunitarie in materia. L’on. Pagano ha anche anticipato a breve un nuovo provvedimento per gli specialisti 1994-2006 a cui la borsa di studio era stata corrisposta solo parzialmente. La vicenda riguarda decine di migliaia di medici protagonisti di un lungo contenzioso con lo Stato italiano. In loro favore il network legale Consulcesi ha già ottenuto rimborsi per oltre 600 milioni di euro attraverso le azioni collettive.

Massimo Tortorella

Sanità, indagine: 63% medici vorrebbe essere più digitale ma non sa come fare

Nasce ‘Consulcesi Club’ per aggiornamento dedicato consulenza legale e
convenzioni La digitalizzazione in sanità è un ‘vorrei, ma ho bisogno di supporto’, come emerge dall’indagine ‘Digital Health: attitudini e competenze dei professionisti della salute verso il digitale’, condotta da Consulcesi Group sul proprio database di professionisti sanitari composto da medici, infermieri, psicologi, biologi e altri professionisti della salute. A partire dai dati raccolti, il gruppo ha lanciato una innovativa soluzione digitale, ‘Consulcesi Club’, con news e approfondimenti disponibili h24 su medicina e ricerca, ambiente e salute, sanità digitale, fisco e tasse, norme e diritto, assicurazioni e tutele con formati interattivi e live (podcast, video, guide, infografiche, e-book) e da consultare al bisogno per ripassare le informazioni acquisite negli oltre 300 corsi di formazione Ecm online. Il servizio comprende anche un accesso esclusivo alla banca dati PubMed.
Dall’indagine su 1.300 professionisti sanitari – spiega una nota – emergono 4 profili dei professionisti sanitari e del loro rapporto con la digitalizzazione: ‘sul pezzo’, ‘dipendente’, ‘fuori dal guscio’ o ‘dinosauro’. I profili ‘dipendente’ e ‘fuori dal guscio’ sono il 63% del panel; si caratterizzano per una medio-scarsa dimestichezza con la tecnologia, ma vorrebbero saperne di più. Nel dettaglio, il 34% degli intervistati è definito ‘dipendente’ perché subisce le decisioni della struttura di cui fa parte; il 29% è ‘fuori dal guscio’ perché tende a usare strumenti tradizionali, non è al passo con i tempi, anche se sente il dovere di adeguarsi. Per
questa categoria – evidenzia Consulcesi – sono essenziali corsi di formazione per supportare il processo di digitalizzazione. Solo il 26% dei professionisti sanitari sono ‘sul pezzo’: accolgono la telemedicina come un’opportunità per venire incontro alle esigenze dei pazienti e le altre soluzioni da remoto per aggiornarsi
come professionisti. Tra questi, una percentuale minore (12%) ha skills e autonomia più alte, come ad esempio una gestione smart dello studio medico e delle visite. Questo profilo ama servizi ad alta interattività, con formati innovativi. Infine, solo il 6% rientra nella categoria ‘dinosauro’, perché
particolarmente ostile alle novità e con scarso interesse verso le soluzioni digitali.

I dati del report, inoltre, confermano che ben oltre la metà del campione (circa il 61%) vuole cercare di restare al passo con i tempi, integrando il digitale ai sistemi analogici e tradizionali. A questi si aggiunge un 35% che si dichiara “a proprio agio” con la tecnologia e che spesso viene consultato da colleghi per aiuto.
Complessivamente, i medici si confermano inoltre una categoria desiderosa di sapere e appassionata. Il 60% si informa su temi lavorativi e novità per passione e curiosità, mentre una minoranza (16%) lo fa solo quando ha una necessità specifica o per raggiungere gli Ecm. Pochissimi, infine, tendono a non andare oltre il proprio ambito professionale, solo il 7%.
Nel nuovo Consulcesi Club, ottimizzato per una accessibilità da pc, tablet e smartphone – si legge nella nota – ci sono anche servizi di assistenza assicurativa e legale digitale e da remoto, come apprezzate dai medici ‘sul pezzo’ e ‘dipendente’. E ancora, servizi legali con consulenze illimitate in ambito civile, penale, lavorativo e in tema di responsabilità professionale; soluzioni assicurative per tutti gli ambiti, per la professione e la vita privata, e consulenti specializzati a cui rivolgersi in ogni momento. E poi convenzioni esclusive per accedere a servizi legali e assicurativi, viaggi e sport a condizioni vantaggiose. Contenuti dei corsi volti alla digitalizzazione in sanità sono dedicati ai medici definiti ‘fuori dal guscio’, che potranno così ottenere un supporto nel percorso verso la digitalizzazione, così come richiesto dal Pnrr.

Massimo Tortorella 

Inquinamento, nel Bresciano un’azione legale collettiva per il diritto alla salute

I bambini sono più vulnerabili ai danni dell’inquinamento. Avrebbero diritto a vivere in un ambiente salubre, così come lo avrebbero gli adulti. Non per tutti è così. La stima, ricavata sommando i residenti nei comuni che annualmente superano le emissioni di inquinanti stabilite dalla legge e documentate da Arpa, è che solo nel Bresciano siano almeno seicentomila le persone che respirano aria troppo inquinata. Quasi la metà dei residenti. Di queste, oltre cinquantamila sono bambini al di sotto dei dieci anni di età. La violazione del diritto a vivere in un ambiente sano, stabilito dalla Costituzione e dalle norme comunitarie,
oggi può essere contestata attraverso un’azione legale collettiva con la quale è possibile chiedere un risarcimento e, soprattutto, sensibilizzare le istituzioni a prendere – o continuare a prendere – provvedimenti efficaci per il futuro. Liberi di respirare «Per essere liberi di respirare» è il nome dell’azione legale – alla quale hanno già aderito migliaia di persone nel Bresciano – intrapresa contro lo Stato italiano, così come già accaduto contro la Francia, dal network legale . La contestazione si riferisce all’arco di tempo che va dal 2008 al 2018 e riguarda le realtà che non avevano rispettato la direttiva comunitaria del 2008 che aveva, tra gli scopi, quello di «definire e stabilire obiettivi di qualità dell’aria ambiente al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi per la salute umana e per l’ambiente nel suo complesso». Per aderire all’azione legale collettiva è richiesta la residenza – nel periodo 2008/2018 – per almeno un anno continuativo in un comune ove si è verificato il superamento delle soglie massime di polveri sottili e di biossido di azoto . In quel caso, dopo aver inserito il nome del comune, sul sito esce la scritta: «Ci dispiace, l’Aria che hai respirato non è Pulita. Ma c’è una buona notizia: puoi aderire all’azione legale collettiva». Se, invece, il comune di residenza «è salubre», la scritta è: «I Comuni in cui hai vissuto non hanno superato, al momento, i limiti della Direttiva Comunitaria». Sui bimbi i danni più gravi Dell’azione legale si è parlato in un recente incontro promosso da Consulcesi durante il quale sono emersi dati sui rischi per i più piccoli. Il
pediatra David Korn, responsabile dei progetti di Digital Health del Gemelli Irccs, ha spiegato perché i bambini, pur non avendo contribuito all’inquinamento atmosferico, ne subiscono i danni più gravi. «Prima di tutto, i più piccoli respirano molto più rapidamente di un adulto. Un bimbo di 6 mesi, infatti, inspira circa 24 volte al minuto contro i 12 di una persona adulta. Questo vuol dire che, nonostante le piccole dimensioni, essi sono in grado di inalare una gran quantità di polveri sottili ed altre sostanze tossiche presenti nell’aria. I bambini sono più bassi o trasportati sui passeggini, respirano quindi molto più vicini al
suolo ed ai gas di scarico delle nostre auto. Infine, sono organismi in rapidissima crescita : un neonato nei primi sei mesi di vita raddoppia il proprio peso, passando da circa 3 a 6 chili. Questo processo di eccezionale duplicazione cellulare è molto vulnerabile agli agenti inquinanti presenti nell’aria proprio che possono danneggiarlo in modo irreparabile».

Massimo Tortorella  – Consulcesi

Fondazione Consulcesi: pronti a partire per una nuova “Missione Eritrea”

Dal 4 al 14 maggio il dottor Carluccini torna in Eritrea per sostenere lo sviluppo sanitario e la formazione dei medici locali in materia di patologie urologiche

Sostenere la cura e il trattamento di patologie urologiche potenzialmente gravi e particolarmente diffuse tra la popolazione del Paese africano attraverso la formazione di medici e operatori locali, oltre che con visite specialistiche e interventi chirurgici. È questo il macro obiettivo della nuova missione pronta a partire a maggio grazie al sostegno della Fondazione Consulcesi e parte del Progetto Eritrea, uno dei più importanti impegni che il Gruppo porta avanti da ormai 15 anni nell’Area di Azione del Sostegno Sanitario.
«Calcolosi e stenosi dell’uretra, ma anche tumori del tratto urinario sono particolarmente diffusi in Eritrea», racconta il dottor Arturo Carluccini, l’urologo che dal 4 al 14 maggio sarà, per la sua terza missione, presso l’Orotta Hospital di Asmara (Eritrea) per proseguire il programma “Urologia” attivato in passato grazie all’impegno del professor Salvatore Galanti, «urologo dalla altissime capacità professionali e umane», come lo ricorda anche in questa occasione Carluccini, scomparso nel 2020.
Come spiega ancora l’urologo romano che con «immenso orgoglio e gioia» ha ereditato il Progetto, le calcolosi renali se non trattate adeguatamente possono portare a gravi conseguenze, come insufficienza renale e infezioni potenzialmente mortali.
«In Eritrea questa ed altre patologie urologiche risultano particolarmente elevate a causa di una forte componente genetica, ma anche a seguito di una pesante disidratazione, legata alle difficoltà tristemente note nel reperimento di acqua potabile e al clima secco, che inibisce il senso di sete e la sudorazione, portando di conseguenza la popolazione a bere meno».

In questo contesto, la missione di maggio 2023, grazie anche alla partecipazione del tecnico della Dornier che permetterà di risolvere i problemi tecnici relativi al litotritore, al momento fuori uso, vedrà il trattamento delle patologie urologiche attraverso interventi di chirurgia urologica tradizionale e l’implementazione della tecnica del laser urologico e della litotrissia extracorporea, oltre a visite urologiche ed ecografie.
Ma «uno degli aspetti cardine della missione e che sta a tutti particolarmente a cuore è la formazione degli infermieri, dei paramedici e degli specializzandi di chirurgia – aggiunge Carluccini – è su questi professionisti, brillanti ma mancanti delle conoscenze, come della pratica e della strumentazione adeguata
infatti, che poggia la cura e il non meno fondamentale follow-up delle patologie urologiche».
«Missione dopo missione, abbiamo trovato sempre ottimi professionisti che lavorano a tamburo battente, volenterosi di imparare, in grado di apprendere sorprendentemente subito e con una buona manualità», continua Carluccini.
«L’auspicio è di poter contribuire sempre di più al miglioramento del Sistema sanitario e della qualità della vita delle popolazione eritrea attraverso le risorse e la formazione necessarie a questi ottimi professionisti della salute», conclude l’urologo.
La nuova Missione in ambito urologico va ad arricchire ulteriormente il Progetto Eritrea, programma ad oggi completo in ambito urologico, pediatrico e nefrologico-interventista, nell’ambito della terapia dialitica, per la cura sia dei casi di insufficienza renale acuta, sia dei pazienti con insufficienza renale cronica (IRC) in fase terminale.
Grazie allo sviluppo dei sistemi sanitari e della formazione di medici e operatori locali in Eritrea nell’ambito della terapia dialitica, gli Ospedali di Orotta e Sembel sono diventati il punto di riferimento nel Paese in termini di terapia e formazione, con un livello tecnologico e di professionalità “italiani”, cioè al pari di qualsiasi altro Paese industrializzato.
L’ambizione di Missione Eritrea 2023 è arrivare ad offrire, attraverso 2-3 tappe annuali, il trattamento di dialisi a circa 5mila pazienti cronici e dialisi per acuti a 150 pazienti. In ogni missione l’impegno è garantire 25 interventi chirurgici di urologia, 50 visite urologiche ed ecografie, 20 ore di formazione sanitaria a medici e infermieri.

Consulcesi – Massimo Tortorella