Test Medicina: oltre 45 mila esclusi dalle graduatorie. Tortorella, Consulcesi: “Gli studenti dicono basta, boom di ricorsi”.

Attenzione: solo 60 giorni di tempo per tutelare il proprio diritto allo studio

Quest’anno sono oltre 45 mila gli aspiranti medici esclusi dalle graduatorie di accesso alla facoltà di Medicina. Degli oltre 60 mila partecipanti al test, infatti, solo un quinto riuscirà ad immatricolarsi. Tra irregolarità e sospetto di concorsi truccati gli studenti sono esausti, ci sarà boom di ricorsi” così il presidente di Consulcesi, Massimo Tortorella a un giorno dal primo scorrimento della graduatoria nazionale del test di medicina 2021.

Sono 14.020 i posti disponibili, una cifra ridicola sia in termini di opportunità, che in termini di utilità socio assistenziale vista la carenza di medici nel nostro Sistema sanitario, continua.  

Il test di medicina, oltre alle irregolarità che hanno riguardato l’utilizzo di cellulari nel corso della prova, la violazione dei tempi di consegna e dell’anonimato degli studenti, oltre al conflitto di interessi tra i rappresentanti degli Ordini dei medici che facevano parte della commissione con il ruolo di definire i posti disponibili, vi sono stati dei gravi errori nella prova stessa che hanno compromesso lo svolgimento del test e l’attribuzione dei punteggi”, prosegue Tortorella.

Tuttavia, il Ministero ha annullato soltanto una domanda delle quattro domande errate. Si tratta della domanda 56 per la quale è stato attribuito un punteggio pari a 1,5. Mentre per le risposte 2, 21 e 23 le soluzioni corrette non erano quelle indicate e messe a disposizione da AccessoProgrammato. 

La toppa è stata peggio del buco e fa emergere l’inadeguatezza di un sistema che non si basa sulla meritocrazia e che utilizza degli strumenti di selezione del tutto inadeguati. Lo sportello informatico di Consulcesi riguardo al numero chiuso è stato inondato da subito di segnalazioni riguardo svolgimenti impropri della prova. A tal proposito, i nostri esperti stanno già lavorando per predisporre i diversi ricorsi nei tempi previsti dalla legge”, Conclude Tortorella.

 I tempi per la presentazione del ricorso, infatti, sono abbastanza stretti: 60 giorni per gestire tutte le pratiche e predisporre i documenti in modo corretto per arrivare preparati alla scadenza. Per questo è importante affidarsi a professionisti del settore che possano seguire tutto l’iter. In questo, la lunga storia del network legale Consulcesi/Numero chiuso che da anni gestisce questo tipo di cause con importanti risultati, rappresenta una realtà affidabile per ottenere giustizia.

Per informazioni e segnalazioni è possibile accedere allo Sportello Legale sul sito www.numerochiuso.info/ o chiamare il numero verde 800189091.

IL CAPITALE DIGITALE. Salute, economia, lavoro: sfide e opportunità per un Rinascimento tecnologico italiano

Durante la pandemia PMI digitalizzate cresciute del 50%. 

Tortorella (Consulcesi): “Transizione al digitale unica via per crescere”

Come affrontare le sfide di oggi cogliendo le opportunità per un Rinascimento tecnologico italiano: lo spiega Massimo Tortorella, presidente e fondatore Consulcesi, nel libro ‘Il Capitale Digitale’ 

Durante i mesi del lockdown in cui l’economia italiana era paralizzata, le aziende basate sul digitale hanno retto il colpo. Anzi, le PMI che avevano investito nella transizione digitale sono cresciute del 50%, secondo uno studio del Politecnico di Milano.  L’innovazione digitale ha rappresentato una sorta di ancora di salvezza per le aziende.

E proprio la valorizzazione del digitale e il riconoscimento dell’importanza del “capitale umano” nei processi di crisi e di crescita, è il tema del nuovo libro di Massimo Tortorella, “Il capitale digitale”, in uscita il 22 luglio in formato cartaceo e digitale. Il secondo lavoro dell’ “imprenditore del domani” – così Gianluigi Pacini Battaglia definisce il presidente di Consulcesi Group nelle prefazione, intreccia esperienza personale e professionale ad una visione del futuro che non prescinde dalla necessità di “dirigere l’attuale economia capitalistica verso nuovi traguardi, come quello per la transizione ecologica e digitale”. 

Nelle pieghe della crisi pandemica Tortorella individua “un presente estremamente vivace, ricco di opportunità da cogliere sia a livello nazionale che internazionale”, nell’ambito dell’economia, del lavoro e soprattutto della salute. 

Valorizzare il capitale del nostro Ssn.  Mettere al centro le persone, soprattutto in epoca post-Covid, significa anzitutto porre attenzione al valore universalistico della salute e, comprendere quale sia la situazione di partenza per impostare una strategia che indichi la direzione precisa e coerente di evoluzione dei modelli organizzativi e tecnologici, al fine di avere una digitalizzazione che produca benefici in ambito medico e sanitario, è il primo passo verso una vera e propria transizione digitale.

 In Italia ed in Europa la crescita del numero di longevi va di pari passo con l’aumento di cronicità e non autosufficienza, di conseguenza la richiesta assistenziale sarà sempre maggiore e i sistemi sanitari dovranno sostenere costi sempre più elevati. In quest’ottica, la digitalizzazione è una delle vie da seguire per affrontare le nuove sfide della sanità. 

Tuttavia, vi sono numerosi ostacoli all’adozione dei servizi di sanità digitale che vanno dalla scarsa conoscenza informatica dei medici alla mancanza di un quadro normativo sulla riservatezza per le comunicazioni tra medico e paziente. Questo fa vacillare l’equilibrio tra la sostenibilità del sistema e il suo carattere universalistico, ma come sostiene Tortorella è possibile realizzare un “Rinascimento digitale” che nella ridistribuzione della ricchezza coniughi “il valore del lavoro all’etica, la forza delle idee alla realtà, e che ancori una visione imprenditoriale alla sua concretizzazione”.

Centralità della formazione continua. Il Capitale Digitale di Massimo Tortorella affronta il tema delle nuove professioni del futuro soprattutto in ambito sanitario per le quali è di vitale importanza il continuo aggiornamento e la formazione costante soprattutto attraverso l’e-learning che permette di essere formati ed informati in tempi decisamente più rapidi ed efficienti rispetto alle formule classiche di formazione.

Il capitalismo digitale reclama infatti nuove professionalità e competenze, e richiede percorsi, modelli e strumenti di certificazione di questo sapere innovativi. Ecco perché ritengo sia la formazione il campo di applicazione più importante tra le novità che il capitale umano digitale reca con sé. Le nuove professioni del futuro, infatti, presupporranno sempre più una multidisciplinarietà”, scrive Pacini Battaglia nella prefazione.

Verso un’educazione digitale.  Le piattaforme digitali sono ormai l’elemento centrale dello sviluppo economico, produttivo e sociale di questa società in cui, nel libro del presidente di Consulcesi, il concetto di “virtuale” torna all’origine etimologica latina di “virtù” attraverso interrogativi e risposte che hanno l’obiettivo di destare l’attenzione di imprenditori e rappresentanti delle istituzioni su un nuovo fenomeno economico che richiede una diffusa educazione digitale per cavalcare l’onda del capitalismo  digitale, non esserne travolti e “per non perdere l’occasione di allargare il nostro orizzonte”.

BIOGRAFIA AUTORE

MASSIMO TORTORELLA

Classe 1970 e laurea in Giurisprudenza, è presidente e fondatore di Consulcesi. Imprenditore visionario e coraggioso, è tra i pionieri della tecnologia Blockchain soprattutto in ambito Fintech. Con Consulcesi ha anche introdotto sin dagli anni Novanta l’utilizzo del web in tutti i servizi della professione medica, dando vita alla più grande piattaforma e-learning del settore. La sua creatura è oggi un gruppo internazionale, riconosciuto quale eccellenza in ambito legal, education e digital. Questo volume segue il suo fortunato saggio d’esordio Cripto-svelate (Paesi Edizioni, 2019) sulle più importanti novità in ambito tecnologico e digitale.

Con il contributo di:

GIANLUIGI PACINI BATTAGLIA

Gianluigi, classe 1975 e studi in Economia, è un esperto e apprezzato consulente strategico. Dopo un decennio a Londra, nel 2011 è stato invitato, come partner, ad entrare in Core Asset Management, società di consulenza finanziaria, con il compito di supervisionare gli investimenti in private equity nel campo delle nuove tecnologie. Attualmente ricopre il ruolo di Chief Strategy Officer in Consulcesi ed è membro dell’advisory board del primo fondo europeo regolato di investimento in Crypto Asset.

Covid. Cancro, Petrella: “2mila diagnosi in meno tumore al seno. Sarà nuova emergenza tumori”

“Nei prossimi anni avremo pazienti con stadio più avanzato della malattia perché sono state ridotte drasticamente le diagnosi e le terapie”

Ridare centralità alla battaglia contro il cancro dopo il Covid-19: in arrivo i corsi ECM FAD di Consulcesi Club

1,4 milione di screening in meno contro il cancro e meno 2mila nuove diagnosi di tumore a seno dall’inizio del 2020. È il bollettino di guerra generato dall’emergenza sanitaria da Covid-19 che riporta l’Italia indietro di 40 anni riguardo la diagnosi precoce sui tumori, in particolare quello al seno, che aveva raggiunto alte percentuali di guarigione grazie alla diagnosi  tempestiva. Nel 1980 si effettuavano il 70% di screening di tumore al seno in meno e la mortalità femminile era più alta del 30%. L’allarme del prof. Giuseppe Petrella, oncologo e già professore ordinario di Chirurgia Generale presso l’Università Tor Vergata di Roma, arriva in occasione della Giornata Mondiale contro il cancro «Nei prossimi anni avremo pazienti con stadio più avanzato della malattia perché in questi mesi di pandemia non sono state fatte diagnosi, aghi aspirati, biopsie. La situazione tornerà indietro di molti anni e noi medici dobbiamo restare all’erta per fronteggiare questa nuova emergenza». 

Il cancro al seno è la prima causa di mortalità per tumore nelle donne e in media colpisce una donna su otto: per questo, il ruolo dei medici è fondamentale nel sensibilizzare e sollecitare le pazienti ad effettuare controlli periodici che possono rivelarsi degli autentici salvavita. «Il primo consiglio è raccomandare la prevenzione» spiega Giuseppe Petrella, «Il messaggio che noi medici dobbiamo inviare alle donne – prosegue Petrella – è che il tumore alla mammella è uno dei pochi per i quali c’è la guarigione definitiva, ma questa guarigione c’è se viene fatta la diagnosi precoce».

Il Professor Petrella è anche docente del corso Fad “Novità in tema di chirurgia senologica” del provider ECM Sanità in-Formazione in collaborazione con Consulcesi Club, lanciato in occasione della Giornata Nazionale del Cancro del 4 febbraio 2021. Il corso è strutturato in tre macroaree di interesse. La prima macroarea è formata dai principali orientamenti in merito di chirurgia conservativa, la seconda macroarea è legata al trattamento chirurgico dopo trattamento neoadiuvante e del ruolo di questo nella riduzione del trauma chirurgico. La terza parte consiste nell’analisi del trattamento multidisciplinare della neoplasia lobulare in situ e dell’evoluzione del trattamento. 

In qualità di coordinatore scientifico dei corsi ECM FAD di Consulcesi Club Giuseppe Petrella ha realizzato una intera collana sulle neoplasie nelle quali il primo appello è proprio rivolto ai medici e ai professionisti sanitari coinvolti nell’attività di screening e prevenzione primaria e secondaria, nell’era post Covid. 

Leggi altre notizie su Massimo Tortorella

Le novità dall’estate per la classe medico – sanitaria

Nel corso del mese di agosto, importanti novità per la classe medico – sanitaria, grazie alla conversione in legge del Ddl antiviolenza, mentre il pediatra – allergologo Catello Romano esorta la popolazione a prestare attenzione agli attacchi allergici legati alla stagione estiva. Con l’arrivo del mese di settembre, invece, molti ragazzi si avvicineranno all’esame di ammissione alla Facoltà di Medicina e Chirurgia; così, il presidente di Consulcesi Massimo Tortorella ed il Professor Nardone stilano una lista di consigli per superare la prova  ed evitare l’annullamento per errori legati alla disattenzione e all’emotività. Infine, ancora in agosto, il lancio del film “Nour” porta all’attenzione del pubblico la storia del medico di Lampedusa, Pietro Bartolo.

Svolta legislativa importante per i camici bianchi e tutto il personale socio – sanitario lo scorso agosto, grazie alla conversione il legge del Decreto antiviolenza. Ne dà comunicazione il pool legale Consulcesi, da anni al fianco dei medici e dell’intero personale sanitario e socio – sanitario. Infatti, da tempo, il Presidente del team legale Consulcesi, Massimo Tortorella, sottolineava l’importanza di un provvedimento finalizzato alla protezione e alla sicurezza dell’intera categoria, soprattutto in relazione ai numeri sempre più allarmanti che si sono registrati negli ultimi anni, riguardo episodi di violenza e aggressione nei confronti degli addetti ai lavori. Il Presidente di Consulcesi, però, evidenzia quanto sia importante ora dare un’accelerata anche all’applicazione della Legge Gelli e dei decreti attuativi ad essa connessi, al fine di “prevenire una nuova esplosione di denunce da parte delle vittime da Covid-19. La risoluzione di questo vuoto normativo creerebbe un doppio scudo di difesa per la piena tutela dei medici e operatori sanitari”. Infatti, negli ultimi 10 anni in Italia si sono registrate 35mila nuove azioni ogni anno con oltre 300 mila procedimenti aperti nei confronti della categoria medica e sanitaria. L’emergenza sanitaria da COVID – 19 rischia di far aumentare i casi di almeno un 15%.

Sempre in tema di emergenza sanitaria da COVID – 19, dopo una primavera trascorsa tra le mura domestiche e che ha messo al riparo molti da allergie e pollini, l’estate si preannuncia poco tranquilla per quella parte di popolazione soggetta a questi problemi. Infatti, i pollini, eventuali punture d’insetto e il rischio di assumere cibi particolari in vacanza aprono importanti rischi per i soggetti con patologie allergiche. Al fine di prevenire problemi di questo genere, Catello Romano, pediatra-allergologo e docente nel corso di formazione professionale ECM di Sanità In-Formazione per Consulcesi Club sulla pneumo-allergologia pediatrica ai tempi del coronavirus, suggerisce di avere in borsa antistaminici, cortisonici in compresse o in pomata, e in casi particolari, in favore di pazienti a rischio anafilassi, anche un autoiniettore di adrenalina. Il dottor Romano previene dal rischio di confondere un’allergia con i sintomi propri del COVID, aggiungendo come il maggior tempo trascorso all’aperto possa portare anche altre tipologie di problemi, quali le punture d’insetto. A tal proposito, il dottor Romano aggiunge: “Punture di api, vespe e calabroni possono essere responsabili di reazioni anche gravi: si va infatti da reazioni locali, come gonfiore e dolore, fino a reazioni più estese o addirittura allo shock anafilattico”. Punture d’insetto, a cui lo specialista affianca i rischi connessi all’assunzione della frutta di stagione e alle dermatiti da contatto o causate da un’eccessiva esposizione al sole.

Invece, con la fine dell’estate e l’arrivo del mese di settembre, per molti studenti si profila l’esame d’ammissione alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. A tal proposito, il presidente del pool legale Consulcesi, Massimo Tortorella, sottolinea come “il problema principale è che i nostri test di Medicina non sono adatti a selezionare i più bravi o quelli più portati alla professione medica”. Ed i preparazione alle prove, arrivano i consigli del professor Nardone, psicoterapeuta presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo. Quest’ultimo, forte della sua esperienza, segue i ragazzi nella preparazione ai test e nella fase del post – esame, soprattutto in caso di esito negativo. A tal proposito, il Professor Nardone suggerisce ai ragazzi di evitare di “studiare troppe ore consecutive ogni giorno”, poiché “le full immersion gli ultimi giorni prima del test non servono. Alimentano soltanto l’ansia”. I ragazzi dovranno preferire “uno studio di poche ore al giorno spalmate in un periodo più lungo. È infatti così che si fissano meglio i concetti da apprendere”. E, in caso di bocciatura, il professore afferma che non bisogna farne un dramma, ma sarà utile semplicemente rimboccarsi le maniche e riprovare il test l’anno successivo. 

Sulla scia dei consigli del professor Nardone, anche il team legale Consulcesi, da anni al fianco dei camici bianchi e dell’intero personale socio – sanitario, stila un valido vademecum, in cui sintetizzare i consigli per evitare l’annullamento della prova, in seguito ad errori nel corso della stessa. Nell’elenco messo a disposizione dal pool legale Consulcesi, si trovano una serie di ammonimenti per i futuri medici, che partono dalla necessità di lasciare ogni oggetto personale nei posti indicati dai commissari, insieme all’importanza nel non sporcare il foglio con disegni, appunti e calcoli. Inoltre, il presidente di Consulcesi, Massimo Tortorella afferma che gli studenti devono fare attenzione ai contorni della casellina in cui inseriscono la crocetta, poiché è importante non uscire dai bordi, la consapevolezza che si può rettificare una sola volta all’errore e che una “x” rappresenta il segno con cui indicare la risposta corretta. Ancora il presidente di Consulcesi Massimo Tortorella, avverte come gli studenti debbano controllare che il plico di consegna della prova contenga tutti i documenti previsti, come debbano prestare attenzione alla corrispondenza tra i codici alfanumerici presenti sulle etichette. Infine, l’aspirante medico dovrà svolgere il test in penna nera, senza dimenticare la firma sulla scheda dei dati e di riporre la prova finita nella scatola dedicata. Tuttavia, il presidente di Consulcesi Massimo Tortorella invita i candidati a segnalare l’eventuale annullamento delle loro prove all’indirizzo www.numerochiuso.info, così da poter ricevere consigli sulla questione. 

Vedi anche qui per la graduatoria test medicina 2020.

Inoltre, ancora nel mese di agosto, Consulcesi Onlus, all’interno del progetto formativo “Sanità di Frontiera”, ha presentato il film “Nour”, ispirato alla professione di medico a Lampedusa di Pietro Bartolo e in onda al cinema  il 10, 11 e 12 agosto e il 20 agosto su Sky. Sergio Castellitto interpreta Pietro Bartolo, protagonista di questa storia, che ha come protagonista Nour, una bambina siriana di dieci anni ha viaggiato in mare in solitudine e che ora è alla ricerca di sua madre. Il dottor Bartolo prende a cuore Nour, piano piano cerca di ricostruire non solo il passato della bambina, ma anche il suo presente e un nuovo futuro. Il film è tratto da una storia vera e a lieto fine, ispirata al libro “Lacrime di sale”, che è costituito dai ricordi e dalle esperienze dello stesso Bartolo. Nel corso del lancio del film, proprio il dottore protagonista del film ha lanciato un importante messaggio, affermando come sia “falso che i migranti portano in Italia e in Europa malattie. È una semplificazione con conseguenze di discriminazione e contraria al diritto universale alla salute”.

Atti vandalici all’ospedale di Rimini. Da Consulcesi consulenze legale per i medici e operatori sanitari coinvolti

Tortorella (Consulcesi): «fatti gravissimi, non li lasciamo soli davanti a persone violente e arrabbiate»

«Ci risiamo. L’ondata di malcontento che attraversa il Paese si sta riversando sugli operatori sanitari del nostro Servizio sanitario nazionale, considerati da eroi a vittime che stanno sacrificando la vita per fronteggiare la più grande emergenza sanitaria dell’ultimo secolo. L’atto vandalico accaduto pochi giorni fa a Rimini è un chiaro segnale di disagio sociale causato dalla paura e la disperazione per il picco dei contagi e rivolto contro i nostri medici e sanitari. D’altro canto, il personale sanitario è allo stremo delle forze e si sente lasciato solo, in balìa di persone violente e arrabbiate, dobbiamo intervenire.» – ha dichiarato Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi a commento dell’episodio di vandalismo a Rimini. 

Nella notte di sabato 24 ottobre, più di 70 auto sono state danneggiate nel parcheggio riservato ai dipendenti dell’ospedale Infermi, a Rimini. Appartenevano a medici, infermieri, paramedici, operatori socio sanitari che stavano lavorando nel turno di notte. La mattina di domenica la scoperta: finestrini e parabrezza spaccati, specchietti staccati, carrozzeria rigata. Dalle auto non è stato portato via nulla, segnale che era un attacco mirato ai sanitari. Come questo, stiamo assistendo a decine di episodi in ogni parte del Paese, soprattutto dove ci sono più casi di covid o maggiore disagio. 

Un avvenimento, quello delle aggressioni in corsia, con numeri preoccupanti prima della crisi, che se durante il lockdown aveva visto uno stop temporaneo, ora ritorna in maniera preponderante sulle cronache dei giornali. Per contrastare questo fenomeno pericoloso, il pool legale Consulcesi & Partners, che ha espresso sin dalla prim’ora vicinanza agli operatori sanitari sugli episodi di aggressione in corsia, ha annunciato l’attivazione di un servizio di consulenza legale dedicato ai medici e operatori sanitari attivo 24 ore su 24. L’obiettivo è fornire una prima assistenza su tutti gli aspetti giuridici correlati ad un’eventuale aggressione subita in ambito lavorativo, disponibile al numero verde 800.122.777 o direttamente sul sito www.consulcesi.it. 

«È inaccettabile l’escalation di violenza in corsia a danno dei professionisti sanitari, – commenta Tortorella –  è fondamentale contrastare tempestivamente il fenomeno attraverso iniziative concrete. I medici e gli operatori sanitari hanno necessità di svolgere il proprio lavoro in un clima disteso e di lavorare nelle migliori condizioni possibili. È importante unificare gli sforzi e riuscire ad intraprendere le azioni adeguate ad infondere il sostegno ai sanitari della propria azienda, dell’ordine professionale e di tutta la società civile» conclude Tortorella. 

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Consulcesi presenta il docufilm “Covid – 19 – Il Virus della Paura”

Prodotto e realizzato su iniziativa del pool legale Consulcesi e supportato dal Ministero della Salute, è stato presentato a Roma il trailer del docufilm “Covid – 19 – Il Virus Della Paura”. La pellicola ha l’obiettivo di rendere omaggio a tutti i medici e operatori socio – sanitari che si sono sacrificati nel corso della pandemia e hanno lottato ogni giorno in prima linea. Inoltre, con questo docufilm, il pool legale Consulcesi intende mettere a disposizione dei colletti bianchi e di tutti i professionisti del settore un particolare strumento di formazione, oltre che permettere al grande pubblico di avere una corretta informazione sulla pandemia, smentendo tutte le notizie false e le teorie che non hanno nulla a vedere con la scienza. 

Inoltre, il docufilm desidera che nessuno dimentichi quanto è accaduto e che gli errori servano per apprendere e migliorare. A margine dell’evento di presentazione, Roberto Speranza, Ministro della Salute, ha affermato: “La pandemia ha cambiato tutti i paradigmi, ma con un obiettivo: ridare centralità alla sanità”. Ed è lo stesso Speranza ad affermare come “la formazione e l’aggiornamento continuo sono le solide basi da cui partire per costruire un nuovo Ssn”. Così, dal 22 giugno, sul sito www.covid-19virusdellapaura.com, “Covid – 19 – Il Virus Della Paura” è fruibile da tutti i professionisti del settore. Curato dalla regia di  Christian Marazziti e dall’autrice Manuela Jael Procaccia, il docufilm racchiude in 80’ tutte le fasi più salienti e drammatiche dei giorni della grande paura a causa della pandemia: dal discorso del Presidente Conte il 4 marzo, all’isolamento forzato, con conseguente chiusura delle frontiere e stop di alcune attività produttive, scolastiche e ricreative. Inoltre, Il film, mette in risalto i sentimenti provati dagli italiani, con la paura per una malattia difficile da riconoscere e, di conseguenza, da combattere. Paura che, di conseguenza, ha alimentato psicosi, ipocondria, anche a causa delle molteplici notizie false e fake news che sono girate senza controllo. 

Il docufilm, dunque, vuole portare conoscenza, notizie corrette e basate sulla razionalità del metodo scientifico. Una versione leggermente rivisitata sarà dedicata agli spettatori, presentata ai principali festival cinematografici e, poi, disponibile sulle piattaforme di distribuzione on demand. Il docufilm, il corso di formazione a distanza e il libro da cui trae ispirazione sono il frutto di un lavoro a più mani, grazie all’attività di un virologo, il professor Massimo Andreoni, direttore del reparto Malattie Infettive Tor Vergata, e di uno psicoterapeuta, Giorgio Nardone, in attività presso il Centro Terapia Strategica. Entrambe queste figure hanno offerto una visione particolare dell’epidemia, mettendo in luce le modalità con cui combattere il virus e, poi, gestire le conseguenze sulla psiche umana. Hanno partecipato al progetto anche Giuseppe Ippolito, Direttore Scientifico Lazzaro Spallanzani, e il Professor Ranieri Guerra, Direttore Generale Aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il presidente di Consulcesi Massimo Tortorella ha individuato come il “metodo scientifico e la diffusione della conoscenza sono le più importanti armi di difesa” da usare per combattere la pandemia. Pertanto, questa presa di consapevolezza ha ispirato la produzione di “un percorso formativo ad hoc per professionisti sanitari sul Covid-19: una collana di corsi Ecm, un libro-ebook e un docufilm in grado di offrire un’esperienza coinvolgente” Con la produzione di questo particolare progetto, il pool legale Consulcesi, stando alle parole del presidente Massimo Tortorella, ha come “obiettivo quello di esportare il modello italiano che abbiamo creato a livello internazionale con cinema, scienza e tecnologia per formare e aggiornare gli operatori sanitari”. Il docufilm e l’ebook saranno presto disponibili e fruibili anche in lingua inglese. Inoltre, La collana di corsi Ecm è fruibile sulla piattaforma www.covid-19virusdellapaura.com/ 

Covid-19 il virus della paura, il racconto in un docufilm

«Chissà se riusciremo ad imparare qualcosa da tutto questo?». Si chiude con questo interrogativo, mentre un uomo attaccato ad un respiratore muore, il trailer del docufilm “Covid-19 – il Virus della Paura”, presentato oggi a Roma. Girata su iniziativa di Consulcesi e patrocinata dal ministero della Salute, questa pellicola ha un triplice obiettivo: oltre ad essere un omaggio per i medici e tutti i professionisti sanitari impegnati nella lotta alla pandemia in questi mesi, offre loro un innovativo strumento formativo e dà al grande pubblico una rielaborazione accurata di quanto accaduto, smontando fake news e teorie antiscientifiche.

Con l’obiettivo di non dimenticare ma soprattutto di imparare dagli errori. «La pandemia – ha sottolineato il ministro della Salute Roberto Speranza in un messaggio di saluto – ha cambiato tutti i paradigmi, ma con un obiettivo: ridare centralità alla sanità. In tal senso, la formazione e l’aggiornamento continuo sono le solide basi da cui partire per costruire un nuovo Ssn». Il docufilm, firmato dal regista Christian Marazziti e dall’autrice Manuela Jael Procaccia, è disponibile dal 22 giugno sul sito www.covid-19virusdellapaura.com per tutti i professionisti sanitari. Una versione leggermente adattata al grande pubblico sarà inoltre destinata ai principali festival cinematografici e alle maggiori piattaforme di distribuzione on demand.

La pellicola ripercorre in 80 minuti i momenti principali della pandemia di coronavirus: il discorso del Presidente Conte del 4 marzo, la chiusura delle frontiere, il blocco delle attività produttive, scolastiche e ricreative. Il film, inoltre, racconta i sentimenti degli italiani: la paura dell’ignoto che sfocia in comportamenti di discriminazione verso un nemico immaginario. La stessa paura che alimenta ipocondria e psicosi, responsabile del proliferare di bufale e fake news.

A questa, si contrappone il polo positivo della conoscenza e del metodo scientifico. Il docufilm, il corso di formazione a distanza e il libro da cui trae ispirazione sono firmati da un virologo, il professor Massimo Andreoni, direttore del reparto Malattie Infettive Tor Vergata, e da uno psico- terapeuta, Giorgio Nardone, che opera al Centro Terapia Strategica, che analizzano la pandemia cogliendo i due principali aspetti: come affrontare il virus e come gestire le conseguenze sulla psiche umana. Presenti anche gli interventi di Giuseppe Ippolito, direttore Scientifico Lazzaro Spallanzani e del professor Ranieri Guerra, direttore generale aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. «Dalla pandemia abbiamo imparato che il metodo scientifico e la diffusione della conoscenza sono le più importanti armi di difesa che abbiamo contro un’emergenza sanitaria – spiega Massimo Tortorella, Presidente Consulcesi -. Da qui è nata l’idea di creare un percorso formativo ad hoc per professionisti sanitari sul Covid-19: una collana di corsi Ecm, un libro-ebook e un docufilm in grado di offrire un’esperienza coinvolgente. Il nostro obiettivo è quello di esportare il modello italiano che abbiamo creato a livello internazionale con cinema, scienza e tecnologia per formare e aggiornare gli operatori sanitari”. Il docufilm e l’ebook saranno presto disponibili anche in lingua inglese. La collana di corsi Ecm è fruibile sulla piattaforma www.covid-19virusdellapaura.com/

Cosa ha insegnato il COVID – 19? Il parere degli esperti a margine della presentazione online del docufilm promosso da Consulcesi

A margine della presentazione online di “Covid-19 – il Virus della Paura”, il progetto di informazione e formazione dedicato ai medici e agli operatori socio – sanitari, curato e realizzato dal pool legale Consulcesi, con il supporto del Ministero della Salute, alcuni esperti del settore medico – scientifico hanno evidenziato le lacune che la pandemia da COVID – 19 ha lasciato dietro di sé. L’attenzione è stata posta particolarmente sui seguenti aspetti: assenza di una strategia anti  Coronavirus, insufficienza di specialisti esperti in malattie infettive e l’erronea convinzione di poter sconfiggere l’emergenza sanitaria da soli. 

Secondo il parere degli esperti, bisogna partire da questi elementi per poter apprendere la giusta lezione per il futuro. L’allarme maggiore viene dal Direttore delle Malattie Infettive dell’Università di Tor Vergata, Massimo Andreoni, che ha affermato: “La maggior parte delle nostre strutture ospedaliere sono impreparate sul fronte delle malattie infettive. Basti pensare che molti ospedali non hanno un reparto dedicato e in altri il reparto di malattie infettive è stato proprio chiuso. Allo stesso modo negli ospedali c’è una carenza di infettivologi, figure fondamentali per la gestione di un’emergenza di questo tipo”. Il Direttore Generale Aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) Ranieri Guerra, invece, ha sottolineato che l’emergenza sanitaria ha dimostrato come il mondo sia legato da un’inevitabile interconnessione. 

Nonostante almeno inizialmente le istituzioni abbiano optato per la chiusura delle frontiere, il confinamento e la difesa del territorio, coltivando l’illusione di trovare una soluzione stando isolati oppure entrando in competizione per ottenere strutture e servizi prima di tutti gli altri, ora, ha evidenziato Ranieri Guerra, “l’Unione Europea ha finalmente iniziato a comportarsi come tale e le grandi agenzie internazionali stanno lavorando con gli stati membri perché vaccini, diagnostica e farmaci siano patrimonio di tutti”. Il Direttore Scientifico dell’Ospedale Spallanzani Giuseppe Ippolito, invece, ha parlato di effetto – sorpresa. Pertanto, appare quanto mai necessario “mettere a punto un piano antipandemico prima dell’emergenza. Solo così saremo preparati ad affrontare a un’eventuale seconda ondata o a una nuova pandemia”. Infine, lo psicoterapeuta Giorgio Nardone, che opera presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo, ha focalizzato l’attenzione sulle conseguenze psicologiche, sullo stress e sui disturbi mentali che potrebbe aver causato il prolungato e pesante confinamento. A tal proposito, ha affermato: “La necessità di dover rispondere ai bisogni dei pazienti, unita all’impossibilità di incontrarli fisicamente <<costretto>> a imparare a usare nuovi strumenti e nuove forme comunicative che si sono rivelate efficaci quanto le tradizionali”. 

Covid-19 e telemedicina WhatsApp, chat e email: attenzione alla privacy dei pazienti, rischio maxi multe per i medici

In Italia primato europeo di sanzioni, gli errori più comuni degli studi medici. I consigli di C&P per essere in regola con le normative europee 

App, messaggi e videochiamate piacciono a medici e pazienti: creano un rapporto diretto, riducono i tempi d’attesa e cancellano la burocrazia. Ne abbiamo avuto dimostrazione durante la quarantena, con un’impennata di webinar, consulti telefonici e online. Ma attenzione, senza le dovute cautele, si può compromettere un bene prezioso, il cui valore è ancora sottovalutato: i dati personali e sanitari del paziente. 

L’allarme arriva da Consulcesi & Partners network legale a tutela degli operatori sanitari. «Il rischio per i professionisti sanitari è molto alto perché loro sono i depositari dei cosiddetti dati sensibili che secondo il Regolamento generale per la protezione dei dati GPDR sono sottoposti a tutela particolarmente severa. In caso di errato trattamento dei dati, le sanzioni potrebbero arrivare fino 20 milioni di euro o, se superiore, fino al 4% del fatturato globale. Ora, – ci tiene a precisare C&P – tale importo è la previsione massima e difficilmente si arriverà a tali cifre per un singolo medico, ma sicuramente l’Autorità Garante potrà disporre sanzioni di diverse migliaia di euro. (il rapporto Federprivacy, stima una media di 145 mila euro in sanzioni). A questo, si aggiunge il rischio che il paziente possa proporre un’azione per richiedere il risarcimento dei danni. E non escluso che gli Ordini possano conseguentemente disporre provvedimenti disciplinari» sostiene Ciro Galiano, avvocato consulente di Consulcesi & Partners esperto in privacy e digitale. Gli strumenti di comunicazione istantanea hanno migliorato il rapporto medico-paziente e rappresentano il futuro della medicina ma possono compromettere sia la tutela della privacy del cliente che il principio deontologico relativo alla segretezza professionale, descritto nel giuramento di Ippocrate. Con il digitale entra in campo un soggetto terzo, cioè l’azienda fornitore del servizio nel quale i termini del trattamento dei dati non sono sempre trasparenti, soprattutto se si tratta di piattaforme gratuite. 

Secondo l’analisi dell’Osservatorio Federprivacy, l’Italia ha il primato europeo di sanzioni su 410 milioni di multe in Europa nel 2019. Riguardo alle infrazioni più spesso sanzionate , nel 44% dei casi si è trattato di trattamento illecito di dati, nel 18% dei procedimenti sono state riscontrate insufficienti misure di sicurezza. Altre sanzioni sono state determinate dalla omessa o inidonea informativa (9%) o dal mancato rispetto dei diritti degli interessati (13%). Sesso, età, religione, così come i dati sanitari rientrano nei dati sensibili (la terminologia attuale è particolari) e vanno tutelati. Ad esempio, i dati di WhatsApp sono di proprietà di Facebook e vengono memorizzati sui server al di fuori dell’Unione europea, il che risulta in contrasto con le norme sul trattamento dei dati in vigore da maggio 2018. Come si è visto, il GDPR su questo punto non transige: il paziente va informato e i suoi diritti vanno agevolati nella maniera più efficace possibile. avvocato consulente di Consulcesi & Partners esperto in privacy e digitale. 

Gli strumenti di comunicazione istantanea hanno migliorato il rapporto medico-paziente e rappresentano il futuro della medicina ma possono compromettere sia la tutela della privacy del cliente che il principio deontologico relativo alla segretezza professionale, descritto nel giuramento di Ippocrate. Con il digitale entra in campo un soggetto terzo, cioè l’azienda fornitore del servizio nel quale i termini del trattamento dei dati non sono sempre trasparenti, soprattutto se si tratta di piattaforme gratuite. Secondo l’analisi dell’Osservatorio Federprivacy, l’Italia ha il primato europeo di sanzioni su 410 milioni di multe in Europa nel 2019. Riguardo alle infrazioni più spesso sanzionate, nel 44% dei casi si è trattato di trattamento illecito di dati, nel 18% dei procedimenti sono state riscontrate insufficienti misure di sicurezza. Altre sanzioni sono state determinate dalla omessa o inidonea informativa (9%) o dal mancato rispetto dei diritti degli interessati (13%). 

Sesso, età, religione, così come i dati sanitari rientrano nei dati sensibili (la terminologia attuale è particolari) e vanno tutelati. Ad esempio, i dati di WhatsApp sono di proprietà di Facebook e vengono memorizzati sui server al di fuori dell’Unione europea, il che risulta in contrasto con le norme sul trattamento dei dati in vigore da maggio 2018. Come si è visto, il GDPR su questo punto non transige: il paziente va informato e i suoi diritti vanno agevolati nella maniera più efficace possibile. C&P offre alcuni consigli che i medici possono seguire per tutelare la privacy dei pazienti: ad esempio, se il medico ha introdotto nuovi sistemi di comunicazione, prima di utilizzarli deve applicare una nuova informativa per la tutela dei dati e aggiornare i documenti relativi alla gestione della privacy e del necessario consenso informato. Inoltre, verificare se i software informatici utilizzati sono a norma, nonché controllare il sistema di protezione antivirus e dei programmi, ma soprattutto di verificare l’adeguatezza della documentazione rilasciata al cliente (con riferimento al trattamento dei dati e del consenso informato). In linea con un recente analisi sul British Medical Journal2, C&P propone l’utilizzo di app di messaggistica istantanea appositamente dedicate. Inoltre, sarebbe buona prassi che i medici che vogliano utilizzare i social media facciano attenzione nel dare consigli tramite social, che abbiano una gestione attenta delle opzioni di privacy delle piattaforme e ne leggano attentamente i termini contrattuali. 

Coronavirus e alimentazione: come ‘allenare’ il sistema immunitario per la fase 2

Uno studio cinese individua un ‘dialogo’ tra microbiota e polmoni. Gli esperti spiegano come mangiare per avere una microflora protettiva e fare scorta di nutrienti 

Di nuovo fuori sia pure con qualche limitazione. Tra voglia di tornare alla normalità e paura di esporsi al contagio, i prossimi giorni possono essere anche l’occasione per rimettersi in forma e rinforzare il sistema immunitario che rappresenta una delle forme di difesa più efficaci contro le infezioni virali. Anche se aumentare le difese del sistema immunitario non è così semplice come sembra, è ormai acquisita la relazione tra l’efficacia di risposta del sistema immunitario, lo stato di salute del microbiota intestinale e ciò che mangiamo. Ecco cosa consigliano gli esperti per ‘armare’ al meglio l’organismo provato anche dalla lunga quarantena. 

Microbiota e sistema immunitario Come facciamo a migliorare la reattività del nostro sistema immunitario? “Il mondo scientifico ha ormai preso atto della correlazione tra efficacia di risposta immunitaria e stato di salute del cosiddetto microbiota intestinale”, risponde Giovanni Spera, endocrinologo e ordinario di Medicina Interna presso La Sapienza di Roma. “Si tratta di un assemblaggio di miliardi e miliardi di batteri, virus e miceti che colonizzano la mucosa intestinale di ogni individuo condizionando positivamente o negativamente, non soltanto la funzione digestiva, ma molte altre funzioni tra cui quella metabolica e finanche quella intellettiva”. 

Il cibo può aiutarci contro il Coronavirus? Allora è vero che possiamo difenderci dal Coronavirus con la dieta? “Non è dimostrato, ma è plausibile che almeno indirettamente sia possibile”, spiega Spera. “I nutrizionisti sanno e ci dicono che per migliorare il microbiota intestinale e di conseguenza il suo equilibrio dobbiamo eliminare gli abusi di cibi che ‘infiammano’ l’organismo, come l’eccesso di carboidrati e di zuccheri semplici in grado spesso di creare la cosiddetta disbiosi intestinale. E’ di certo plausibile che se mangiamo sano, con poco sale, con fonti proteiche selezionate (pesce, legumi) con buon apporto di acidi grassi insaturi e polinsaturi come quelli della frutta secca, del pesce e dell’olio d’oliva, oltre che con abbondante uso di vegetali ricchi di oligoelementi e soprattutto fibre, ottimizziamo composizione e funzione del nostro microbiota intestinale e di conseguenza la sua capacità di implementare l’efficacia difensiva del sistema immunitario nei confronti di tutti gli agenti patogeni esterni. Quindi anche nei confronti del Coronavirus, perchè no?”. 

La relazione tra tessuto polmonare e microbiota A confermare il ruolo che può avere l’alimentazione rispetto al Coronavirus è anche uno studio realizzato dallo Shangai Institute of Digestive Disease e pubblicato sul Journal of Digestive Disease che indaga sul nesso tra la salute del microbiota e la polmonite da Covid-19. “Questo studio condotto sulla popolazione contagiata di Whuan – spiega Chiara Manzi, nutrizionista, docente all’Università di Milano Bicocca e di Ferrara e fondatrice di Cucina Evolution – ha trovato che esiste una relazione, una sorta di dialogo tra intestino e tessuto polmonare. Infatti, al contrario di quanto era successo con altri coronavirus come Sars e Mers, alcuni contagiati hanno avuto inizialmente sintomi gastrointestinali. Di qui lo studio ipotizza che per prevenire la comparsa dei sintomi o curare più efficacemente la polmonite da Covid-19 sia fondamentale creare uno stato di eubiosi intestinale. Non è una novità assoluta perchè ci sono 130mila studi che correlano la salute dell’intestino con la prevenzione dell’obesità, del diabete, dell’asma, della depressione e di tante altre patologie”. 

Se gli anti-virali li produciamo noi Come mai ci sono tanti portatori sani, cioè persone che hanno preso il virus ma non lo manifestano o ci sono persone che lo prendono in forma lieve e riescono a guarire in pochi giorni semplicemente con la tachipirina mentre altri finiscono in terapia intensiva? A questa domanda hanno cercato di rispondere i ricercatori di Shangai che hanno osservato come nei pazienti con disbiosi aumenta la severità delle infezioni da Coronavirus e quindi la gravità della polmonite. “Quando il microbiota è in salute – prosegue Manzi – produce degli interferoni che sono proteine anti-virali che portano all’immunità e alla sopravvivenza del contagiato. Quindi, è certamente importante trovare farmaci e un vaccino efficace ma questo studio, anche se va approfondito, sottolinea che è possibile trovare nel nostro organismo sostanze antivirali in grado di tenere a bada i sintomi”. 

Come avere una microflora intestinale ‘buona’ Ma come si fa ad avere uno stato di eubiosi? “Non è così facile perché la salute della nostra microflora intestinale è determinata da ciò che mangiamo: un’alimentazione ricca di zuccheri e grassi fa morire la microflora protettiva. Quindi, anche se assumiamo fermenti lattici se la nostra l’alimentazione è troppo ricca di fruttosio, zuccheri, sale e grassi distruggerà la microflora positiva. Il giusto nutrimento per la microflora sono le fibre solubili di frutta, verdura e cereali, alimenti ricchi di polifenoli, omega 3 e altri antiossidanti”, conclude Manzi. 

Come reintegrare la vitamina D Dopo tanti giorni al chiuso è importante anche reintegrare la vitamina D visto che moltissimi italiani, chiusi in casa e alcuni senza possibilità di usufruire di giardini o terrazzi, non hanno avuto occasione di esporsi a sufficienza ai raggi solari, principale fonte di questa vitamina. “Dati recenti mettono i bassi livelli di vitamina in correlazione con una minore risposta immunitaria, soprattutto negli anziani”, spiega Silvia Migliaccio, segretario nazionale Società Italiana di Scienze dell’Alimentazione, tra i principali esperti coinvolti nei corsi Ecm Fad su “Nutrizione ai tempi del coronavirus” organizzati da Consulcesi. Ecco perché è necessario portare la ‘vitamina del Sole’ sulle nostre tavole. “La vitamina D è contenuta soprattutto in alimenti grassi quali salmone, sgombro e tonno”, spiega Migliaccio. “La possiamo trovare anche nell’olio di fegato di merluzzo, nel tuorlo d’uovo, nel burro e, in generale, nei formaggi più grassi. Tuttavia, la quantità contenuta in questi alimenti – prosegue – è relativamente bassa, e nei casi di deficienza l’alimentazione non riesce a sopperire alle necessità dell’organismo. In questi casi è utile fare ricorso ad un integratore che permetta di ripristinare i normali valori ematici. Comunque, se l’alimentazione durante la quarantena si è  mantenuta corretta ed equilibrata, seguendo lo schema della dieta mediterranea e quindi con 5 porzioni di frutta e verdura non si dovrebbero manifestare carenze specifiche né di sali minerali né di vitamine”, specifica Migliaccio. Inoltre, una graduale ripresa dell’attività fisica all’aperto, aiuterà a ripristinare la massa muscolare che purtroppo è stata poco sollecitata. 

Alimenti che proteggono gli occhi Con l’aumento delle interazioni sociali nella fase due, visto che il Coronavirus è stato isolato anche nelle secrezioni oculari, sarà importante proteggere gli occhi non solo indossando occhiali avvolgenti con lenti protettive (oltre a mascherine e guanti) ma anche attraverso un’alimentazione corretta. “Portare sulla tavola piatti di frutta come kiwi, agrumi, ciliegia amazzonica e il mirtillo nero, ma anche pesce azzurro, il merluzzo oppure il salmone selvaggio dell’Alaska e gran parte dei vegetali, da oggi è un must per nutrirsi di sostanze altamente immunologiche”, dichiara Claudio Savaresi, primario Unità Operativa Oftalmologia Policlinico San Marco-Zingonia di Bergamo. In particolare, è bene assumere le giuste quantità di omega 3 e 6 che sono dei modulatori dei processi infiammatori e agiscono come prebiotici a livello del microbiota intestinale. “A livello oculare – prosegue Savaresi – partecipano alla formazione della porzione lipidica del film lacrimale permettendone una migliore funzione di barriera contro agenti esterni. Per avere dei validi coadiuvanti in caso di alterazioni e disturbi della retina e della macula, abbiamo la Astaxantina difensore della retina dai danni indotti dagli ultravioletti, i carotenoidi come la Luteina e la Zeaxantina che servono per schermare ed assorbire la componente nociva dei raggi solari mentre lo zinco lo possiamo usare per meglio contrastare la progressione della degenerazione maculare senile soprattutto nelle sue fasi iniziali”.