Responsabilità professionale medica: SIMLA stipula accordo con SanitAssicura

Si tiene fino all’ 8 giugno a Catania il 46° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Legale. Nell’ambito dell’incontro verranno discussi e presentati gli scenari di cambiamento a seguito dell’attuazione dei decreti della Legge Gelli per la responsabilità professionale medica in ambito di consulenza medico legale. L’evento sarà l’occasione anche per lanciare l’accordo SIMLA SanitAssicura che consente ai medici legali di accedere a polizze agevolate, formazione continua e consulenze gratuite
Un ecosistema di servizi assicurativi, formazione e aggiornamento professionale oltre che a un insieme di risorse, tool e convenzioni riservati ai Medici Legali associati a SIMLA. È quanto prevede l’accordo raggiunto tra SIMLA-Società Italiana di Medicina Legale e SanitAssicura, gruppo Consulcesi.
Cosa cambia con i decreti attuativi
Con la pubblicazione dei decreti attuativi della Legge 24, la cosiddetta Legge Gelli-Bianco, inizia concretamente il processo di riforma in ambito di responsabilità professionale medica, dove il sistema assicurativo gioca un ruolo fondamentale. Il testo di legge disciplina diversi aspetti relativi alla
responsabilità degli esercenti le professioni sanitarie, delineando ad esempio l’obbligo di assicurazione per tutti i medici e, quindi, anche per i medici legali.

Cosa prevede l’accordo
Per andare incontro alle esigenze dei propri associati, SIMLA ha stipulato un accordo con SanitAssicura. Questo, facilitato dalla collaborazione con Assimedici in qualità di Broker, offre ai soci di SIMLA una serie di vantaggi esclusivi e servizi assicurativi di alta qualità. Ecco cosa prevede questa convenzione.

Servizi e polizze Assicurative per gli iscritti SIMLA
L’offerta include due polizze assicurative pensate per rispondere alle esigenze specifiche degli specialisti in Medicina Legale: una polizza di Responsabilità professionale, una polizza di Tutela Legale e l’accesso gratuito ad un insieme di servizi offerti da Consulcesi Club.
La polizza di responsabilità professionale è conforme ai recenti requisiti dei decreti attuativi della Legge Gelli-Bianco, copre la responsabilità professionale nell’attività di libera professione e colpa grave in ambito lavorativo, sia pubblico che privato. Include retroattività di 10 anni senza scoperto né franchigia,
estendendosi anche ad alcune attività non specificamente legate alla medicina legale, come la sostituzione del medico di medicina generale. La polizza di tutela legale penale copre le spese sostenute dall’assicurato quando deve difendere i suoi diritti ed interessi, nel caso di controversie penali, sia in ambito stragiudiziale che in tribunale.

Accesso a Consulcesi Club
Inoltre, il socio SIMLA avrà la possibilità di iscriversi gratuitamente alla piattaforma di Consulcesi Club che dà accesso a un ecosistema di numerosi servizi dedicati; corsi di formazione per un totale di 10 crediti Ecm;
Elenco Professionisti per favorire il networking; tool e risorse pratico-operative; consulenza e assistenza dedicate.

Pronto Assicuratore
La convenzione prevede, inoltre, per tutti gli iscritti un servizio gratuito di consulenza denominato “Pronto Assicuratore”. Questa prestazione fornirà assistenza immediata ai Soci di SIMLA riguardo a polizze, coperture, denunce di sinistri e altre necessità assicurative. Il servizio ha lo scopo di supportare i Soci SIMLA in maniera professionale e completa: dalla valutazione delle polizze già stipulate alla stesura di nuovi preventivi basati sulle proprie necessità professionali e sulla propria specializzazione.
“Una nuova offerta che testimonia l’impegno di SIMLA nel fornire vantaggi significativi e supporto continuo ai propri soci, rafforzando in questo modo il valore dell’iscrizione alla Società Scientifica che è ormai punto di riferimento del mondo medico legale italiano”, spiega il professore Franco Introna, presidente dalla Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni e delle Scienze Forensi e Criminalistiche.
“Una buona assicurazione è indispensabile per lavorare al meglio e un medico legale che svolge la sua professione con serenità è un guadagno per il Servizio Sanitario nazionale e per i pazienti”, dichiara Simone Colombati, Amministratore di SanitAssicura.
Per ulteriori dettagli, consultare la documentazione completa della convenzione al sito www.simla.it.

Massimo Tortorella

Vermocane, c’è da aver paura?

Il vermocane, animale marino, può pungere con le sue setole ed è in aumento per il riscaldamento dei mari. Ma l’allarmismo è ingiustificato, dice l’esperto. Ecco cosa fare se si incontra al mare
Dalle meduse, ai ricci di mare, alle tracine, arrivando al vermocane, il temuto animale marino che sta destando preoccupazione. L’estate e la voglia di bagni al mare si accompagna al timore di imbattersi in qualche specie marina pericolosa o semplicemente fastidiosa. Proprio il vermocane sembra allarmare maggiormente, perché la sua presenza è notevolmente aumentata anche e soprattutto nel Mediterraneo.
Quali rischi si corrono in caso di punture? Come comportarsi e a cosa fare attenzione? Le risposte dell’esperto, il biologo marino Ferdinando Boero, della Fondazione Dohrn della Stazione zoologica marina Anton Dohrn di Napoli.
Allarme vermocane: cos’è?
Il vermocane è, come dice il nome, un animale marino che ricorda un verme terrestre e talvolta è chiamato anche “verme di mare” o “verme di fuoco”, per la sua colorazione bianca e rossa. Appartiene alla specie Hermodice carunculata, presente anche nel Mar Mediterraneo e proprio questo dovrebbe bastare a sfatare un primo “falso mito”: «È conosciuto da sempre nel Mediterraneo, ma la sua popolazione è in aumento e questo ha creato preoccupazione», spiega Boero.
Perché è scattato l’allarme
«Pur trattandosi di un piccolo animale marino, è ha attirato l’attenzione dei media con titoli talvolta allarmanti, lasciando intendere che possa rovinarci l’estate. Ma è ben conosciuto e, nonostante possa causare punture fastidiose, non è pericoloso. Certamente può causare danni ai pescatori, perché tende a nutrirsi di carogne e può essere attirato dalle reti da pesca. Se si cerca di toglierlo a mani nude, però, può procurare qualche problema, oltre al fatto che può rovinare il pescato mangiandolo», chiarisce il biologo marino.

Le punture del vermocane: cosa causano
Questo animale, che assomiglia a un millepiedi e può arrivare a 15-30 cm, appartiene alla famiglia dei parapodi, ossia è dotato di “piedi”, che in realtà sono setole: «Queste sono fragili e, se toccate, possono infilarsi nella pelle rompendosi e lasciando tante piccole schegge che provocano prurito e dolore. Questi
aumentano al contatto con gli occhi, per esempio. Insomma, non si dovrebbe toccare, ma come sarebbe bene fare con tutte le specie marine e animali in generale», consiglia Boero.

I rischi di punture
Ma quante probabilità ci sono di essere punti, anche nuotando in acque basse? «Potrebbe succedere, non va esclusa del tutto la possibilità, ma non mi risulta che sia successo finora, anche perché in genere stanno sugli scogli, dove un bagnante eventualmente appoggia i piedi solo per entrare o uscire dall’acqua. È molto
più facile, comunque, imbattersi nei ricci marini anche perché il vermocane è un animale soprattutto notturno. Certo, aumentandone il numero, può crescere la possibilità di incontri, ma basta prestare attenzione», dice l’esperto.

Dove si trova il vermocane
Come detto, dunque, «non si tratta di una specie “aliena”, perché la conosciamo da tempo. Aumentandone il numero, oggi è più facile trovarli soprattutto sui fondali rocciosi nei bacini del sud del Mediterraneo, in particolare nelle acque di Sicilia, Puglia e Campania», chiarisce Boero.

I rimedi contro le punture
Ma che fare in caso di “incontro ravvicinato”? «In genere si consiglia di applicare del nastro adesivo sulla pelle, per poi rimuoverlo togliendo anche le setole, ma è difficile che si giri per spiagge e scogli con il nastro in borsa – risponde il biologo marino – io piuttosto consiglierei di non toccare e soprattutto non sfregare
l’area interessata per evitare di aumentare il fastidio. In farmacia si potrà chiedere una pomata che plachi l’irritazione e il prurito».

No ai rimedi della nonna anche con le meduse
Raccomandazioni analoghe arrivano anche contro le meduse, altro animale poco gradito che si può incontrare al mare: «A differenza del vermocane, la medusa comune (la pelagia noctiluca, quella dalla classica colorazione viola) è velenosa. La sua è una aggressione chimica e meccanica, nel senso che punge e
nello stesso tempo inietta anche veleno nelle prede o negli aggressori. Però vanno sfatati alcuni miti: non c’è una soluzione che vada bene per tutte le specie e non serve ricorrere alla pipì, anzi», chiarisce Boero.

Acqua salata e niente sfregamenti
«Ciò che invece va fatto è risciacquare con acqua salata e non dolce; usare eventualmente una carta di credito o simile per rimuovere eventuali cnidocisti, cioè rimasugli dei tentacoli tramite cui iniettano il veleno; non sfregare la parte interessata e, dal momento che il veleno è termolabile, il ricorso ad acqua
calda può limitare il fastidio della sostanza che è penetrata nella pelle». Come ricorda la piattaforma di Consulcesi, messa a punto appositamente per i “pericoli marini”, ecco poi qualche altro consiglio utile, sia per le meduse che per i ricci e le tracine.

Il vademecum per gli altri animali marini
Altre raccomandazioni arrivano anche dal vademecum a cura di Daniele Manno, istruttore di Remote e Military Life Support, e del prof. Giuseppe Petrella, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”,
consultabile sul sito di Consulcesi (consulcesi.it). Per le meduse si ricorda di non coprire con ghiaccio, né usare creme cortisoniche o esporre al sole le parti urticate, ma piuttosto ricorrere ad aceto da cucina, consigliato anche per i ricci. Per le punture di tracina, invece, possono essere suggerite applicazioni di
cloruro di alluminio o, in casi più seri, copertura antibiotica e profilassi antitetanica.

Gli effetti del riscaldamento globale
«L’aumento di certe popolazioni marine non è preoccupante di per sé, perché anche in passato è accaduto. Certo, se a crescere è il numero di meduse o vermocani, ci si allarma di più perché le riteniamo specie fastidiose, cosa che non accadrebbe se si trattasse di sardine – spiega Boero – Ma sicuramente questi
fenomeni sono legati ai cambiamenti climatici e al surriscaldamento globale. Possiamo considerarli un “avvertimento pungente” sul fatto che dobbiamo modificare i nostri comportamenti», conclude il biologo marino.

Massimo Tortorella

Legali Consulcesi: “Più azioni su emergenza clima”

“Le sempre più numerose azioni legali portate avanti dai cittadini, per chiedere ad Istituzioni pubbliche e private risposte e prese di responsabilità per l’emergenza climatica in corso, stanno contribuendo a rafforzare la consapevolezza del diritto a vivere in un ambiente ‘pulito, sano e sostenibile’. Un diritto riconosciuto come universale dalle Nazioni unite ma ancora troppo spesso negato, anche in Italia”. È la riflessione, in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente 2024, dei legali Consulcesi, network internazionale impegnato nella tutela dei diritti dei cittadini, che sta portando avanti l’azione collettiva Aria
pulita.
Secondo gli ultimi dati contenuti nel Global Climate Litigation Report: 2023 dell’Unep (il programma per l’ambiente delle Nazioni unite) negli ultimi 5 anni il numero di azioni legali in materia di giustizia climatica è più che raddoppiato, passando da 884 nel 2017 a 2.180 nel 2022. Come emerge ancora dal rapporto – si
legge in una nota – le corti internazionali si dimostrano sempre più a sostegno della protezione dell’ambiente e della salute umana, riconoscendo il legame tra la violazione di diritti fondamentali e la mancata o insufficiente azione degli Stati nel contrastare la crisi ambientale e climatica.
“Sempre più istituzioni giudiziarie, basti pensare alle due recenti pronunce della Cedu e del Tribunale del Mare – osserva Bruno Borin, a capo del team legale di Consulcesi – confermano che gli Stati, in quanto garanti dei diritti umani fondamentali – come il diritto alla vita, alla salute, a un ambiente sano e a un clima sicuro – hanno la responsabilità di agire. Di fronte agli allarmanti dati sulle problematiche ambientali – dall’inquinamento dell’aria al riscaldamento globale fino ai più recenti eventi climatici estremi – è lecito e doveroso da parte dei cittadini chiedersi, e chiedere ai giudici, se le politiche nazionali applicate siano
realmente efficaci nel raggiungere gli obiettivi climatici stabiliti”.
Consulcesi, “attraverso l’azione collettiva Aria pulita – aggiunge Borin – ribadisce la necessità di fare di più per ripristinare l’ambiente a partire dall’inquinamento atmosferico. Lo smog, infatti, rappresenta un’emergenza sanitaria e ambientale che ogni anno solo in Italia causa 80mila decessi prematuri all’anno,
oltre che aggravare patologie e pesare sulla spesa sanitaria pubblica. Milioni di cittadini in Italia hanno respirato e continuano a respirare ‘aria avvelenata’, vedendosi negato il diritto a vivere in un ambiente salubre”, sottolinea il legale Consulcesi ricordando le due storiche sentenze (del 10/11/2020 e del
12/05/2022) della Corte di Giustizia Europea. Attraverso queste, la Corte Ue ha richiamato e poi condannato l’Italia per aver superato i limiti stabiliti per Pm10 e NO2 nell’aria dalla Direttiva 2008/50/CE (recepita nel Decreto legislativo n.155/2010).
Per dare voce alla preoccupazione dei cittadini – ricorda la nota – il team di legali Consulcesi ha deciso di avviare un’azione collettiva denominata Aria pulita, volta a chiedere un risarcimento e più tutele per la salute di tutti. In totale, sono circa 40 milioni i cittadini costretti a respirare aria malsana e potenzialmente dannosa per la salute e che, per questo, possono richiedere un risarcimento allo Stato e alle Regioni, aderendo ad Aria Pulita. Partecipando all’azione collettiva si avrà quindi, non solo, la possibilità di ottenere un risarcimento equo per la violazione del diritto a vivere in un ambiente salubre, ma anche di prendere in
mano la salute propria e quella dei propri cari. Per aderire basta dimostrare, attraverso un certificato storico di residenza, di aver risieduto tra il 2008 e il 2018 in uno o più dei territori coinvolti. Per scoprire se e come partecipare all’azione legale, Consulcesi mette a disposizione il sito aria-pulita.it.

Massimo Tortorella